20 settembre 2003 – 19. Funghi: Amanita pantherina, fig. 7, Tignosa bruna o Agarico Panterino
di Umberto Violante
I funghi simbionti: insaturano una stretta relazione mutualistica con l’apparato radicale di quasi tutte le piante. Tale rapporto, pianta e fungo ospite, è detto simbiosi micorrizica, in cui il fungo utilizza gli zuccheri sintetizzati dalla pianta e fornisce all’ospite acqua, azoto, fosforo, magnesio ed altri minerali importanti. Questi funghi: porcini, tartufi, ecc., possono essere coltivati solo se in simbiosi con le piante.
Nome: Tignosa bruna o Agarico Panterino
Nomi dialettali campani: Tignosa rigata, Zerma.
Descrizione
Cappello: carnoso, convesso, poi appiattito, di colore grigio o piombo, olivastro o grigio-bruno o nocciola, rivestito da numerose verruche o scaglie bianche.
Gambo: bianco, cilindrico e a base bulbosa.
Lamelle: bianche fitte.
Anello: biancastro, fessurato talvolta mancante.
Volva: biancastra, circoncisa e divisa superiormente in più anelli.
Carne: bianca, di sapore e odore sgradevoli.
Spore: bianche in massa, più o meno ellittiche.
Habitat: vegeta in estate-autunno, abbastanza comune nei boschi di latifoglie, raro in quelli di aghifoglie.
Proprietà: velenoso
Note: si considera che abbia un grado di tossicità superiore a quello dell’Amanita muscaria. Per alcuni autori, spogliata dell’epidermide, si potrebbe mangiare impunemente.
Etimologia: dal latino pantherina, ingannevole, per l’inganno in cui può cadere chi raccoglie impunemente questo fungo.


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