8 settembre 2003 – 16. Funghi: Amanita junquillea, fig. 4, Amanita Gemmata, Giunchiglia
di Umberto Violante
I funghi simbionti: insaturano una stretta relazione mutualistica con l’apparato radicale di quasi tutte le piante. Tale rapporto, pianta e fungo ospite, è detto simbiosi micorrizica, in cui il fungo utilizza gli zuccheri sintetizzati dalla pianta e fornisce all’ospite acqua, azoto, fosforo, magnesio ed altri minerali importanti. Questi funghi: porcini, tartufi, ecc., possono essere coltivati solo se in simbiosi con le piante.
Nome: Amanita Gemmata, Giunchiglia
Nomi dialettali campani: nessuno
Descrizione
Cappello: non molto carnoso, emisferico o conico-convesso, poi espanso, di colore giallo o giallo ocra, spesso al centro di colore rossastro; viscoso con verruche fioccose, biancastre, irregolari; talvolta del tutto glabro; margine minuto, tipicamente striato.
Lamelle: fitte, disuguali, ventricose, non annesse al gambo,bianche.
Gambo: bianco, fibrilloso, tozzo oppure alto; cilindrico, ingrossato alla base, terminante in un bulbo ovoidale e globoso, o appena ingrossato.
Anello: bianco, fragile, pendulo e poi fugace.
Carne: bianca, giallognola sotto la cuticola; odore mite, sapore leggermente dolce.
Spore: bianche in massa, non amiloidi, ellittiche.
Habitat: cresce in primavera estate, nei boschi di conifere e latifoglie, su terreni sabbiosi o calcarei.
Proprietà: commestibilità eccellente.
Note: specie a taglia variabile, con caratteri morfologici come quelli dell’Amanita pantherina, specie velenosa,dalla quale si differenzia solo per il colore.
Etimologia: dal latino junquilleus, colore del giunco, per il colore che assume il suo cappello.


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