ANDIAMO A TEATRO

Vincenzo Russo. “Mastro Paolo” e “Il mistero fatto in casa”

“Mastro”: Appellativo di artigiani e operai assai abili ed esperti nel loro mestiere.

“Teatro”: Luogo dove vengono rappresentate opere drammatiche e spettacoli scenici in genere.

Rappresentazione teatrale: Attività culturale e di svago insieme,fig. luogo dove accadono fatti importanti.

Paolo Caiazzo, è la materializzazione di quanto i vocabolari indicano.
“Mastro” della comicità partenopea e non solo; non è un artista “scontato” (nel senso che talvolta costa meno), anzi la sua arte costerà sempre più, è preziosa.
È una continua sorpresa, innovativo e mai statico.
Mai ripetitivo, sensibile, efficace, concreto, nella sfrenata ricerca di migliorare se stesso, a vantaggio del pubblico.
In una città come Napoli, ridere e far ridere, diciamolo pure, non è molto complicato.
La differenza è nel “come” ridiamo o facciamo ridere.
Paolo è il degno rappresentante di una comicità riflessiva. La nostra voglia di ridere è quasi sempre, la naturale conseguenza dei guai che ci “perseguitano” : vulimmo ridere pe’ ce scurdà.
Lui ci riesce alla perfezione, ma a differenza di altri, dopo averlo ascoltato, inevitabilmente ci si ferma a riflettere.
Il suo ultimo lavoro è di una comicità impressionante, diverse battute “le perdi” perché sei lì che ridi per ciò che ha detto un secondo prima.
Questo è un buon motivo per vedere la commedia due volte, pure tre, quattro, tanto lui non stanca.
Quante volte abbiamo visto lo stesso film di Totò e nonostante conoscessimo alla perfezione le battute, abbiamo riso ugualmente?
Paolo, bisogna viverlo anche così, nel senso che dobbiamo cogliere ogni sua piccola sfumatura.
Vi dice niente il fatto che abbia ricevuto il “Premio Totò”, direttamente dalle mani di Liliana De Curtis?
“Il mistero fatto in casa”, ha un finale sorprendente. Paolo sfoggia tutta la sua “finezza”, non nella postura o nel modo di offrire la battuta, mi riferisco alla finezza della sua mente, dal modo di concepire le cose.
Paolo Caiazzo & Co, maghi.

La centralità della commedia è un messaggio chiaro e ben congeniato “Non credete a tutto ciò che vi dicono”, il mondo è strapieno di finti maghi e falsi illusionisti. La vita è un fatto serio e va accarezzata, toccata con dolcezza, vissuta con intelligenza ogni singolo istante. I suoi degni compagni di avventura, una spettacolare Maria Bolignano, che dalla favola ci riporta costantemente alla realtà. Una “crudele” realtà, fatta di assoluta voglia di credere in qualcosa, in cui anche un solo granello di caffè sul pavimento, costituisce grave perdita per l’economia della famiglia. Vogliamo forse darle torto? No.
La nostra economia è ai minimi storici, ad avercene due “Marie” in ogni casa (una è la Madonna).
Il trio Ardone Peluso Massa che impersona “la contestazione”, “la scrittura”, “l’ ingenuità”.
L’ingenuità, propria dei bambini, ai quali piace tanto il gelato al gusto di “vaniglia”, micidiale.
Infine Francesco Mastandrea, Thayla Orefice e Massimo Napolitano, per la regia di Guglielmo Marino.
“Mastro” Paolo ha dimostrato ancora una volta di fare la differenza. Come? Quale differenza?
Mettiamo che ad un comico qualunque consegniamo un pacco di mattonelle e gli chiediamo: “Per favore puoi rivestire quella parete?”
Sono sicuro che sceglierà la via più semplice e breve, cioè tutte dritte e monotonamente allineate l’una all’altra.
Se invece lo consegniamo a Paolo, un pacco di mattonelle, sono certo che le metterà “a cardamone”, (ogni riferimento non è puramente casuale) ci vuole più ingegno, più tempo, più precisione, più dedizione. Il risultato finale è facilmente intuibile, per questo “Mastro”.
“Allora nun cerco assaje, vurria c’applaudite, a chi facenno
ridere, appiccia ‘na lucella
‘ncopp’ ‘ a vita”

Vincenzo Russo

P.S. per conoscere le altre date prego visitare in questo sito la rubrica “Eventi” e poi il sito www.paolocaiazzo.com


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