Vincenzo Russo: a Napoli ho visto le stelle di… Natale?
In Via G.Bruno al civico 156, all’interno di un palazzo, ubicato in una delle zone più entusiasmanti della nostra città, c’è un piccolo, ma emozionante laboratorio d’artigiani…”Eughea”, termine questo che deriva dal Greco, il cui significato è “Terra buona”.
E’ un laboratorio artigianale, specializzato nella creazione di pastori, oggetti artistici e bomboniere in terracotta. La lavorazione a mano consente di realizzare prodotti unici e personalizzati, per soddisfare ogni tipo di esigenza. E’ qui che dal 28 al 30 Ottobre si è tenuta la terza edizione di “In un angolo del mondo “, una sorta di anticipazione al Natale, che quest’anno ha avuto come oggetto: le stelle.
Le stelle intese come fiaccole del cielo, dello Zodiaco, del cinema, dello spettacolo, come Santi del Paradiso, come la Principessa di tutte le stelle, che ebbe il compito di guidare i Re Magi: la Cometa…e poi…Pulcinella,intesa come la stella della nostra città.
Dal Medio Evo, ci fu consegnata, quando durante le rappresentazioni teatrali, gli attori usavano indossare la maschera di un animale…dal pulcino quindi, in napoletano “ ‘o police”…la nostra amata Pulcinella. Allora scendendo quei quattro gradini del laboratorio, tanti Pulcinella, realizzati in ogni forma, misura, ma sempre in atteggiamenti buffi e sorridenti. Di solito Pulcinella, si dice che è triste: “ Non è vero, lui è lo specchio dell’artista che lo realizza, non è triste è sorridente.
Giusto. “ E poi tutte le maschere del mondo dovrebbero essere tristi, considerata la cronaca che ogni giorno non fa altro che registrare morti.”
Osservo tutti gli oggetti, sulle pareti quadri. Un aggettivo per Troisi…“ Immenso “; Totò…”Buffo”; Pino Daniele…” Grande”; De Filippo…”Straordinario”; Un aggettivo per la nostra città?…”Magnetica, accattivante,splendida, che ci offre la possibilità di essere artisti.”E i napoletani…”Pazienti”
“ Nonostante tutti i problemi che affliggono la nostra città, è stupendo viverci, non saremmo così, se fossimo una città schematica ed ordinata. Poi uno splendido Presepio, tanti pastori,corpo in filo di ferro e stoppa, dagli occhi di vetro e realizzati in terracotta.Gli abiti uno spettacolo, di seta ed interamente cuciti a mano. Stupendi…“ Si, purtroppo l’anima non si vede, ma quello succede anche nella realtà.”
Ultimamente, credo che S.Martino, che oltre ad essere Santo, detiene lo scettro di miglior realizzatore di presepi, si stia un po’ incavolando. Diffidate dalle imitazioni, perché dall’Oriente, sempre più affermata come “Terra della copiosità”, arrivano pastori “artigianali”, che di artigianale non hanno nulla. Frutto della tecnologia di qualche fabbrica, applicata a stampi predefiniti che utilizzano come materia principale, la resina…produzione industriale…altro che artigianale. Un artigiano impiega giorni a crearne uno, e c’è da dire che come valore aggiunto trasferisce l’anima in ogni pezzo. Stelle, tante stelle…ad esse sono inevitabilmente legati i sogni dell’uomo, il tuo qual è?
“Il sogno più grande è veder riconosciuto ed apprezzato il proprio lavoro, se poi si ritiene che questo testimonia una qualche forma d’arte, spetta al pubblico deciderlo”
Mi sembra giusto. Allora immaginate un artigiano qualsiasi che mostrando al possibile acquirente un pezzo, si sente dire “Me facite sparagnà qualcosa”, non è il massimo delle soddisfazioni, è come se quel qualcuno volesse sminuire, non il prodotto, che al di là di tutto dovremmo tutti un po’ imparare ad apprezzare, ma l’uomo che l’ha creato, sminuirlo in tutte le sue forme più belle: risparmiare sulle emozioni, non si può. Vincenzo Salemme le stelle l’ha viste…
“Una ‘e lloro è ‘a stella mia, pecchè quanno ‘a notte è scura e stu’ core s’appaura“,
anche lui ha ragione, ma non bisogna temere il buio, perché riflettendo, proprio “quanno è scuro” che vediamo le stelle, che lentamente s’accendono i sogni, che ci sentiamo al centro di uno spettacolare, preciso meccanismo : l’Universo. Vincenzo Russo


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