Sos per nocciole e castagne campane. Ma l’assessore Aita non può intervenire: il partito l’ha fatto dimettere.
Questa volta ci occupiamo di roditori e falsari che mettono a rischio raccolti e mercati campani.Si tratta di due casi che dimostrano che in agricoltura non si può mai dormire sugli allori e che, soprattutto, non si può rinunciare ad avere forti punti istituzionali di riferimento, com’è accaduto nel caso dell’assessore della Regione Campania all’agricoltura, Vincenzo Aita, costretto alle dimissioni dal suo partito, solo perché c’è qualcosa che non funziona nei rapporti tra i partiti della coalizione, e tutti, partiti ed esecutivo, sordi al fatto che, dopo decenni di abbandono, l’agricoltura campana, con questa guida, aveva recuperato fondi, tempi e credibilità, risultando la prima in Italia sia per utilizzo dei fondi Por, sia per la qualità delle produzioni agro alimentari. E veniamo ai due casi.
I coltivatori di nocciole del Vallo di Lauro(Av), sono in allarme perché i roditori stanno distruggendo il raccolto . L’assalto delle nocciole, purtroppo, è una realtà e l’appello dei coltivatori è preoccupante: si rischia di perdere l’intero raccolto di quest’anno sarà rovinato. L’attacco dei roditori non è una novità, tant’è che ogni anno si registra l’incremento, peraltro sproporzionato, di un fenomeno tanto antico quanto naturale: quello degli animali che rovinano le coltivazioni. Lo scoiattolo selvatico, comunemente conosciuto come caliro, da sempre vive in zone di coltura, cibandosi di erba e frutta secca, ma soprattutto cibandosi di nocciole. In tempi antichi il fenomeno era combattuto anche in maniera barbara, con la caccia tesa a sterminare i piccoli roditori. Oggi, però, si sta registrando un aumento smisurato dei roditori che sta impoverendo le colture di nocciole, in special modo nelle zone di Quindici e Moschiano. E la questione, che potrebbe portate alla perdita finanche del 40% del raccolto complessivo, è stato oggetto di riunioni tra gli agricoltori e la Coldiretti, il patronato che si occupa di risolvere vertenze in tale settore, con il consigliere comunale di Lauro Bruno Ronga e quello regionale, Mario Sena. L’appello è stato lanciato da diverso tempo e raccolto anche dall’assessore provinciale all’agricoltura, Vincenzo Alaia, cui è stata presentata una dettagliata relazione sul fenomeno con annessa una petizione, e si è proposto anche un tavolo di concertazione per studiare il fenomeno e trovare soluzioni utili per non danneggiare ulteriormente un settore come quello dell’agricoltura, primario nell’economia del Vallo di Lauro che dell’intera provincia. Giuste le preoccupazioni dei coltivatori che rischiano di rimetterci anche le spese di coltura oltre che del raccolto andato a male.
Parte da Roccamonfina(Ce), una denuncia di quelle forti: la castagna doc arriva dal Cile sollevando nei coltivatori proteste, preoccupazioni e polemiche. E’ stato scoperto, infatti, che la castagna doc arriva dal Cile ed è surgelata nella stessa Roccamonfina. Dopo le forti polemiche degli ultimi mesi sulla vendita di funghi porcini di provenienza estera (Giappone), spacciati a turisti e consumatori come colti sul posto, arriva questa novità in coincidenza con l’avvio della stagione della raccolta della castagna, prodotto simbolo di un intero territorio e dell’economia locale che comprende i comuni di Roccamonfina, Marzano Appio, Sessa Aurunca, Teano, Galluccio, Conca della Campania, Tora e Piccilli, Marzano Appio e Caianello. Il comprensorio, noto in Italia ed all’estero per il mercato internazionale della castagna che sis volge a settembre grazie alla precocità della varietà Tempestiva, è in ebollizione. In un documento diffuso in tutti i centri del vulcano, uno dei maggiori imprenditori del settore, Alessandro Pietrantuono di Conca della Campania, che ha uno stabilimento anche ad Avellino, denuncia infatti un gravissimo attacco all’economia dell’Alto Casertano grazie alla vendita avvenuta nei giorni scorsi di grosse quantità di castagne cilene. Nella nota si legge che “alcuni operatori del settore hanno immesso sul mercato, nella imminenza dell’inizio della raccolta del nostro prodotto, una quantità di castagne di origine cilena, della scorsa stagione e conservate in celle frigorifero. Questa operazione rappresenta un gravissimo attacco all’economia locale, perché si immette sul mercato nazionale ed estero un prodotto non italiano che presenta caratteristiche del tutto diverse e assolutamente inferiori alle nostre castagne, in grado però di disorientare il pubblico dei consumatori e di comportare sicuramente una perdita di valore del nostro prodotto e di conseguenza una sensibile diminuzione del prezzo di vendita. È auspicabile che a tale situazione si ponga immediatamente rimedio, anche con l’ausilio delle autorità competenti preposte ai controlli”.
I due casi, delle nocciole e delle castagne campane, pongono una serie di interrogativi sia sul ruolo di chi è preposto all’assistenza, controlli e vigilanza dei territori agricoli, sia in ordine al diffondersi di venditori-falsari internazionali che sempre più invadono i nostri mercati agro alimentari. A tutto ciò e come già detto, si aggiungano le improvvise quanto inopportune dimissioni dell’assessore regionale all’agricoltura Vincenzo Aita (imposte dal suo partito ma non condivise nel merito e nei tempi dall’assessore stesso) che di fatto bloccano ogni legittima iniziativa a sostegno delle richieste degli agricoltori, e soprattutto allontanano una pianificazione delle problematiche qui riportate.


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