“SCUOLA INVENTA UN SISTEMA PER STAMPARE PROTESI IN AFRICA SU MISURA CON STAMPANTI 3D e USANDO COME MATERIA PRIMA I TAPPI DI BOTTIGLIA IN PLASTICA”
INVITO ALL’ EVENTO presentazione crowfunding su EPPELA il 4 Marzo a Roma
“Crowd4Africa daremo “una mano a chi non ce l’ha” www.eppela.com/Crowd4Africa ( attivo dal 4 Marzo)
Informazioni e interviste Media Crowd4Africa: Renato Reggiani ( Media ) – Ing. Claudio Becchetti Promotore – Giovanni La Manna s.j. Rettore Istituto Massimo
Per i giornalisti/operatori media/blogger è possibile accreditarsi con una email a: mediaram@gmail.com
Alla cortese attenzione del Caporedattore/Direttore Responsabile/Blogger
Con il progetto Crowd4Africa, degli studenti della scuola romana “Il Massimo”, due Ospedali Africani riceveranno un sistema composto da stampanti 3D, tritatori, estrusori, computer etc.
Il sistema, messo a punto per il progetto Crowd4Africa, consente di trasformare tappi e contenitori di plastica in pezzi di ricambio essenziali e in protesi: i tappi di plastica vengono triturati, dalla poltiglia viene estruso il filo di plastica, si sceglie il disegno dell’oggetto da stampare, lo si stampa con la stampante 3D.
E necessario però raccogliere con un crowfunding 22900 Euro, per la raccoltà è stata scelta la piattaforma Eppela che grazie ad un accordo con Poste Italiane ( che ha selezionato questo progetto per tale beneficio) raddoppierà quanto raccolto fino a 5000 €.
Per esempio, sarà possibile stampare una protesi per un bambino come quella della figura che segue direttamente in Africa ed in poco tempo rispetto alle costose, scomode e difficili da spedire protesi tradizionali.
Venerdì 4 marzo dalle 8.30 alle 9.40 presso l’Auditorium dell’Istituto Massimo daremo avvio della campagna di crowdfunding Crowd4Africa.
Attraverso Crowd4Africa daremo “una mano a chi non ce l’ha”: due ospedali africani saranno in grado di produrre autonomamente protesi di arti e ricambi vitali utilizzando tappi e contenitori plastici riciclati con la stampa 3D.
Di seguito, il link al servizio di un minuto realizzato dal TG1 sul progetto che coinvolge oltre 100 persone (studenti e professionisti-docenti volontari). www.youtube.com/watch?v=xUe4WzP4kk8&feature=youtu.be
L’evento di lancio è strutturato in rapidi interventi. Si spiegherà come la stampa 3D e il crowdfunding cambieranno anche la nostra vita. Durante l’evento, ci collegheremo in diretta con le due realtà africane coinvolte nel progetto. Di seguito il programma dell’evento ed una sintesi del progetto.
PROGRAMMA DELL’EVENTO
8.00 – 8.30 Pre – evento informazioni e demo nel foyer dell’auditorium
8.30 Apertura dell’evento: Saluto del Padre Rettore Giovanni La Manna Sj.
Lo spirito del progetto: le potenzialità degli studenti
I finanziamenti nell’era del crowdfunding
La stampa 3D che cambierà la nostra vita
L’Onu: la stampa 3D e gli interventi umanitari
Vivere e curarsi in Uganda Congo e in Italia
6000 parti l’anno: il Lacor Hospital
Un chirurgo per 5000 km2 : Chiara Castellani
Il riciclo sostenibile: come ottenere protesi dai tappi
La campagna di crowdfunding Crowd4Africa
9,40 Conclusione e fine dell’evento
9,40 – 10.00 Post evento informazioni e demo nel foyer dell’auditorium
SINTESI DEL PROGETTO
Il problema
Secondo uno studio Onu dell’Agosto 2015, crescono annualmente le difficoltà nell’invio degli aiuti umanitari in Africa; in particolare, il costo del trasporto dei materiali assorbe il 60% – 80% del budget complessivo.
L’ONU raccomanda quindi di sperimentare la produzione diretta dove serve degli oggetti di prima necessità abbattendo così costi, rischi e tempi di approvvigionamento.
Inoltre, 20 milioni di disabili nel mondo hanno difficoltà ad avere una protesi a causa degli elevati costi (pari anche a 10 anni di risparmi nelle aree disagiate). Con le stampanti 3D, i costi vengono abbattuti fino a 100 volte.
Il progetto
Con il progetto Crowd4Africa, due Ospedali Africani riceveranno un sistema composto da stampanti 3D, tritatori, estrusori, computer etc.
Il sistema, messo a punto per il progetto Crowd4Africa, consente di trasformare tappi e contenitori di plastica in pezzi di ricambio essenziali e in protesi: i tappi di plastica vengono triturati, dalla poltiglia viene estruso il filo di plastica, si sceglie il disegno dell’oggetto da stampare, lo si stampa con la stampante 3D.
Per esempio, è possibile stampare una protesi per un bambino come quella della figura che segue.
Risorse coinvolte nel progetto
Il crowdfunding è organizzato da 15 ragazzi dai 15 ai 17 anni del corso gratuito “For 3D world”. I ragazzi sono assistiti da 20 professionisti volontari provenienti dal mondo dell’industria, dell’università, della scuola, della sanità.
Il corso si svolge all’interno dell’Istituto M. Massimo di Roma, scuola dei padri Gesuiti fondata nel 1873, frequentata da 1000 studenti distribuiti dalla scuola di infanzia fino ai licei scientifico e classico.
La campagna è supportata anche dal corso gratuito “Making 3D Printers” finalizzato ad insegnare la progettazione in 3D e la costruzione di una personale stampante 3D. Il corso è frequentato da 69 ragazzi dagli 8 ai 15 anni e da 40 genitori.
Da quattro anni il team di volontari dell’Istituto Massimo realizza corsi avanzati: nel 2014-2015, 60 ragazzi dall’età di 8 anni hanno costruito droni professionali con forte eco da parte dei media (400 testate giornalistiche italiane straniere, link a Rai 1 Video e Tg1, Facebook ).
Destinatari degli aiuti
Gli apparati sono destinati:
• all’Ospedale di Lacor Hospital , Uganda, la più grande realtà no-profit dell’Africa equatoriale (250.000 pazienti/anno). In questa zona, il trasporto dall’aeroporto all’ospedale dei materiali, peraltro estremamente insicuro, è pari allo stipendio di 7 mesi di una infermiera.
L’efficienza dell’ospedale di Lacor è ridotta periodicamente a causa della mancanza di pezzi ricambi che potrebbero essere realizzati a costi irrisori dal nostro sistema di stampa 3D.
• al centro Caritas congolese che agirà da Hub logistico producendo pezzi di ricambio e protesi per gli ambulatori distribuiti sul territorio di Kenge (Congo). Il referente del progetto è Chiara Castellani.
da: Renato Reggiani [direttore@universinet.it]


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