Il limone di Procida cerca il marchio Igp per dare una spinta al consumo di un agrume che non uguali nel bacino del Mediterraneo. L’agrume, infatti, a Procida ha caratteristiche speciali, uniche, non rinvenibili in nessun’altra varietà coltivata nei limoneti. E’ di questo parere l’agronomo Francesco Mattera, che spiega come l’albero bianco, carnoso e dolce, l’endocarpo estremamente profumato, dà ai limoni procidani, grossi come cocomeri, un sapore e una flagranza che, dal punto di vista gastronomico, lo esaltano nel consumo fresco. Infatti se ne fa anche un uso gastronomico: per un paio di giorni, a Procida, gli isolani e i turisti hanno potuto assaggiare la classica insalata o zappetta di limone a base di limone con cipollotto fresco condito con sale, olio extravergine, e con una mentuccia fresca e peperoncino. Una delizia che hanno gustato nelle cinque piazze dell’isola di Arturo. Un limone di cui si sta prendendo cura l’Istituto Sperimentale per l’Agrumicoltura di Acireale per attivare un programma di selezione clonale e risanamento dalle malattie virali. Il limone prociano, però, è inserito tra i prodotti regionali a caccia dell’Igp, individuazione geografica protetta, con un Comitato promotore che ne sorveglia tutti i passaggi.Ed è stato lanciato un messaggio ai residenti:”Procidani, salvaguardate e proteggete i vostri limoneti; sono una risorsa da valorizzare nell’ambito di un turismo ecologico e culturale”. Sotto l’ombrello di favorevoli norme di una legge regionale voluta da un amante della limonicoltura, Gerardo De Prisco, che la fece approvare quando era consigliere regionale.


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