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Finalmente ha visto la luce un’opera rivoluzionaria nel panorama scientifico italiano, ad opera del Dott. Francesco Sgambato e dei suoi validi collaboratori Dott.ri Sergio Prozzo ed Ester Sgambato.
Il titolo del libro è quasi una sorpresa anche per gli addetti ai lavori:
“L’ ABC dell’ equilibrio acido-base, umanizzato, senza i logaritmi” e va a semplificare per i Medici, i Biochimici e gli Scienziati in genere, un argomento trascurato perché ritenuto, in precedenza, “notoriamente ostico.”
Eppure l’equilibrio acido-base e quello idroelettrolitico rappresentano aree della Medicina “senza confini specialistici” e nessun Medico può affermare che questi argomenti siano fuori dei suoi interessi culturali, perchè la loro comprensione rappresenta un “fondamentale” nello studio e nel trattamento dei Pazienti, in particolare di quelli “critici e complessi”.
“L’uomo è eternamente in bilico alla perenne ricerca di un equilibrio” e ogni nostra funzione vitale è legata a quattro equilibri fondamentali:
1) l’equilibrio acido-base,
2) l’equilibrio idro-elettrolitico (ionico),
3) l’equilibrio osmolare,
4) l’equilibrio volemico,
inscindibili tra loro e materia basilare per la comprensione dei meccanismi fondanti preposti alla conservazione della vita.
L’equilibrio acido-base (E.A.B.) può essere definito l’equilibrio degli equilibri perché, alla fine di tutte le attività metaboliche, è quello che mantiene nella norma le funzioni più vitali e più indispensabili alla sopravvivenza.
La rivoluzione di questo testo dei Medici del Fatebenefratelli di Benevento è che, dopo circa 110 anni, viene accantonata, perché dimostrata inutile, una equazione chimica utilizzata da oltre un secolo per la didattica di questo tema scientifico.
Si tratta della famigerata equazione di Hasselbalch, contenente 4 logaritmi, che ha reso l’argomento ostico per tutti.
Sgambato ed i suoi Collaboratori hanno dimostrato chiaramente che tale equazione è superflua e può essere sostituita con quella di Henderson, senza logaritmi, molto più facilmente comprensibile e didatticamente semplice e accessibile a tutti, anche a quelli che hanno avversione per la matematica e la chimica.
Il testo di 308 pagine, tutte a colori, è già in distribuzione durante tutti i congressi scientifici nazionali di Medicina interna, Pneumologia, Nefrologia, Anestesiologia e Rianimazione, etc,.etc…
SINOSSI
Dalla quarta di copertina, ad opera degli Autori:
“…Questo libro non è rivolto ai Colleghi seduti in prima fila,
i quali sono più bravi di noi e se la cavano benissimo con o senza
Hasselbalch, con o senza i suoi logaritmi.
Il libro è dedicato ai Colleghi seduti dopo le prima fila (poco interessati ad “un argomento sempre ritenuto ostico e antipatico”)
i quali, durante gli studi universitari, al cospetto della famigerata equazione di Hasselbalch con i 4 logaritmi, usarono la identica espressione utilizzata anche da noi: “Oggi sono già stanco. Questo capitolo appare complicato. Me lo leggerò la prossima settimana”. Poi, non sono più tornati sull’argomento.
Questo è il momento buono per “ritornare”, perché il pericolo è svanito: “Hasselbalch non c’è più”, in quanto “Superfluo”, “Non indispensabile”, “Potenzialmente pericoloso”, “Finanche dannoso”.
Con l’approccio, “umanizzato”, “senza logaritmi”, il tema finisce di essere ostico e può essere appreso con grande facilità, in maniera
simpatica, con una impostazione finanche goliardica”.
—-
Per informazioni: sgambatoester@gmail.com

Dr Francesco Sgambato
via Appia Antica, 356 81028 S. Maria a Vico (CE)
0824 – 771344 (Hosp)
0824 – 47935 (FAX)
sgambatof@gmail.com

AUTORI PREFAZIONI e INDICE

“Meglio accendere una piccola fi amma
che maledire l’oscurità”
Francesco Sgambato
Sergio Prozzo – Ester Sgambato
L’ABC DELL’ EQUILIBRIO ACIDO BASE
“UMANIZZATO” SENZA LOGARITMI
“La vita è una lotta, non contro il peccato,non contro il Potere del Denaro,
non contro il magnetismo animale
“maligno”,ma contro gli ioni di idrogeno”
H. L. Mencken, 1919 (1)

“Quando Dio creò il mondo,cominciò, presumibilmente, con l’idrogeno.
Esso è il primo elemento della tavola periodica…
In principio c’era il caos e l’idrogeno,
alla fi ne, tra gli altri risultati della creazione,rimase…l’equilibrio acido-base e il medico spesso confuso”
Elkinton J. R., 1962 (2)

“Sfortunatamente, l’equilibrio acido-base viene dimenticato tutte le volte che viene insegnato”.
L. Gattinoni, 2009 (3)

“Perché molti si ostinano ancora
ad insegnarlo con l’equazione di Henderson-Hasselbalch che contiene appena 4 logaritmi.
Cecco Gambizzato, 1992

Prefazione del Prof. Vito Cagli
Prefazione del Prof. Alberico Borghetti
Prefazione del Prof. Dario Manfellotto
Introduzione del Dott. Francesco Sgambato

Capitolo 1 L’equilibrio acido-base non è un tema ostico.
Introduzione (dalla persona alla chimica e non viceversa)
I concetti “fondamentali”
Il ruolo degli idrogenioni e la produzione di acidi
Il ruolo dei tamponi ed il razionale dei sistemi di controllo
Il ruolo del polmone e quello del rene
Capitolo 2 La “fondamentale” (ma poco famosa) equazione di Henderson
(artefi ce della formula cruciale, ma oscurato da Hasselbalch).
L’ equazione di Henderson-Campbell
Capitolo 3 Il teorema di Sgambatalch in contrapposizione ad Hasselbalch
Capitolo 4 Il concetto dei compensi attesi fi siologici (o “adattamenti” previsti)
Capitolo 5 La storia della fi losofi a e quella della fi siologia aiutano a capire
i “fondamentali” dell’equilibrio acido-base?
Capitolo 6 Leggere solo gli idrogenioni (o il solo pH) è da principianti (o pivellini).Il pH
da solo non basta a far capire, anzi può anche ingannare.
Capitolo 7 Ma che c’entra la storica stretta di mano della pace di Oslo, con l’equilibrio
acido-base? C’entra, c’entra!
Capitolo 8 Dalla semplicità di Henderson alla complessità di Hasselbalch
Indice
Capitolo 9 L’equazione di Henderson-Campbell è “magica” o “divina”?
Il numero magico “40”
Capitolo 10 A Cesare quel che è di Cesare. Elogi e critiche alla equazione di Henderson-
Campbell
Capitolo 11 Un banale errore nella stampa di un cognome può compromettere una
reputazione e far fallire una ottima idea?
Capitolo 12 La legge di azione di massa: la madre di tutte le reazioni
Capitolo 13 Quale motivo spinse Sorensen a inventare il pH?
Capitolo 14 Quale metodo di misurazione fu adottato da Sorensen?
Capitolo 15 Che cosa signifi ca la lettera “p” del pH?
Storia della nascita e del signifi cato di questo simbolo
Capitolo 16 Approfondimento su “quantità idrogenionica”,
“concentrazione idrogenionica” e “attività degli ioni idrogeno”
Capitolo 17 Qualche precisazione sui logaritmi, sul pH e sulle acrobazie da effettuare
per calcolarlo ed interpretarlo.
Capitolo 18 Ma, in Medicina, è proprio indispensabile utilizzare i logaritmi negativi per
misurare gli idrogenioni?
Capitolo 19 Citazioni a favore delle tesi di Sgambatalch
Capitolo 20 Spulciando in letteratura abbiamo anche rintracciato una “gambizzata
danese” ed un “gambizzato friulano”
Capitolo 21 Il cloro, l’elettrolita sottovalutato, che incide molto nella valutazione
dell’equilibrio acido-base.
Capitolo 22 L’importanza del bicarbonato come “trait d’union”
Capitolo 23 Come si legge l’emogasanalisi (proposta). I piccoli trucchi del mestiere.
Capitolo 24 Non solo PaO2 e Saturazione d’ossigeno.
Rapporto PaO2 / FìO2 e differenza alveolo-arteriosa dell’ossigeno.
7
Capitolo 25 L’acidosi respiratoria
Capitolo 26 L’insuffi cienza respiratoria. Gli aspetti clinici
Capitolo 27 L’insuffi cienza respiratoria – aspetti fi sio-patologici e terapeutici
Capitolo 28 La vitale importanza della alcalosi metabolica in pneuomologia,
in corso di insuffi cienza respiratoria cronica.
Capitolo 29 Viva la ventilazione e “cave ventilationem”.
Attenzione alla ventilazione meccanica “frettolosa”
Capitolo 30 Corollario terapeutico al nuovo teorema sull’equilibrio acido-base
Capitolo 31 Il “fondamentale” principio di elettroneutralità e l’equilibrio
idro-elettrolitico
Capitolo 32 L’importanza del gap anionico (o divario o delta anionico)
Capitolo 33 L’ acidosi metabolica
Capitolo 34 Bicarbonato-mania o bicarbonato-fobia?
Capitolo 35 Storia dell’utilizzo dei bicarbonati
Capitolo 36 La vendetta della “bicarbonata effervescente”, ovverosia,
l’equilibrio dei tradimenti. Chi li fa, li aspetti.
Capitolo 37 L’alcalosi respiratoria.
Capitolo 38 L’alcalosi metabolica
Capitolo 39 La formula di Loeb
Capitolo 40 Le interrelazioni fra i sistemi
Capitolo 41 Scacco matto al pH in cinque mosse
Capitolo 42 Sodio, Cloro, Idrogeno e Bicarbonato. Il ballo della quadriglia.
Capitolo 43 Michelangelo aveva la visione olistica.
Se avesse deciso di fare il Medico, di sicuro sarebbe stato un Internista
8
Capitolo 44 Don Chisciotte e l’equilibrio acido-base. Le reazioni del mondo
scientifi co-goliardico e le integrazioni al teorema di Sgambatalch.
Capitolo 45 La storia dell’equilibrio acido-base
Capitolo 46 Conclusioni

***
“In equilibrio stat virtus”
“Non vi può essere salute
senza l’equilibrio e la pace interiore”
Cecco Gambizzato

Prefazione del Prof. Vito Cagli
Libero Docente nell’Università degli studi di Roma, La Sapienza
Questo libro di Franco Sgambato è imprevedibile,suggestivo,fantasioso,
“fulminante”. È, insomma,un perfetto ritratto del suo autore.Prendiamo, ad esempio, i titoli di alcuni capitoli.
Cap. 6 – Ma che c’entra la storica stretta di mano della pace di Oslo,con l’equilibrio acido-base? Ricordiamo che si sta trattando di uno dei capitoli
più ostici di tutta la medicina: quello dell’equilibrio acido-base, dominato dal concetto di pH che è «L’inverso della concentrazione degli ioni idrogeno espresso sotto forma del suo logaritmo».
Quel logaritmo a Sgambato non va proprio giù e dimostrerà in questo suo libro che se ne può fare a meno.
Ma cosa c’entri tutto questo con l’accordo di Oslo del 1993 tra Rabin e Arafat, non è possibile capirlo a prima vista. Bisogna leggersi quelle pagine e non vogliamo togliere al lettore
il gusto di farlo, svelando qui il piccolo mistero.
Ancora più diffi cile da spiegare è il titolo del Cap.44 Don Chisciotte e l’equilibrio acido-base. E qui
possiamo soltanto ricordare i “mulini a vento” di cui parla Cervantes e che sono – anche essi – un obbiettivo delle ironie di Sgambato. Se si è avuta l’opportunità di ascoltare Sgambato
quando espone i problemi dell’equilibrio
acido-base, non si fatica a comprendere quanto sia aderente al suo modo di scrivere di cose scientifi che quel titolo L’ABC dell’equilibrio acido.base: “umanizzato” e senza logaritmi. Un titolo che potrebbe far arricciare il naso a qualche scienziato duro e puro.
Ma uno dei grandi meriti di Franco Sgambato è stato quello di cercare la chiarezza e la massima semplicità possibili, in omaggio ad un concetto,
che Egli ha ripreso e fatto suo, espresso da un grande clinico del passato, Cesare Frugoni (1881-1978), il quale voleva che tutto partisse dal malato e al malato ritornasse. Questa
centralità del malato, Sgambato ha raccolto attraverso Sergio Vulterini, (1921-2003), Primario medico dell’Ospedale Fatebenefratelli Isola
Tiberina di Roma, che di Frugoni fu allievo.
Il sodalizio, tra i due Primari medici Fatebenefratelli,produsse quegli
«Incontri al Fatebenefratelli» di cui le numerose edizioni degli Equilibri in
medicina interna, che si tengono a Benevento,sono stati i momenti più signifi cativi.Incontri non di pura medicina di laboratorio, ma sempre di Medicina clinica, secondo i dettami di
quella Scuola romana, cui Sgambato si è
spontaneamente e meritatamente affiliato.
Ed ecco allora i capitoli del libro squisitamente clinici, come il cap. 23 Come si legge l’emogasanalisi e poi il Cap. 26 su L’insufficienza respiratoria,
dove si dimostra l’ “anima” internista di Sgambato, medico “della persona”, prima ancora che della malattia.
Perciò questo libro appartiene a quelle
rare opere che non servono solo come serbatoi di notizie utili, ma che sono libri di formazione. Insegnano non soltanto un metodo nel senso tecnico, ma
soprattutto un tipo di approccio al paziente. Quel modo fatto insieme di tecnica e di umanità,di riflessione e di azione, di intervento pratico
guidato da una sicura competenza teorica.
Solo chi molto a lungo ha frequentato un problema,in laboratorio e nelle corsie d’ospedale, nei dibattiti congressuali e nelle esposizioni sulle riviste di medicina, chi, insomma lo ha vissuto, elaborato e digerito, può regalare agli altri un libro
come questo, in cui la piacevolezza dell’esposizione si sposa con la chiarezza e l’autorevolezza delle informazioni.
Poche parole ma che vogliono esprimere i Valori che, per la Medicina Interna e per la Clinica, sono derivati dall’impostazione originaria e dall’opera propria di Sgambato, nello sviluppo e nella resa degli Incontri di Benevento.Essi, sin dall’inizio, hanno colpito il segno nel finalizzare la “visita clinica” alle valutazioni fondamentali fisico-chimiche, che Egli richiama nella analisi degli
“Equilibri”, con specifico riferimento
al sistema acido basico.
Valutazioni ed analisi che in questo libro sono raccolte in maniera organica.
Gli Incontri di Benevento hanno sempre avuto come base tale impostazione, superando sempre più gli aspetti della
“settorializzazione nella clinica”,
con richiamo continuo alla necessità di
una valutazione complessiva in quel paziente, in quella sua Storia.
Nasce proprio da questa impostazione la necessaria integrazione tra i termini
“fisico chimici – fisiologici – patologici”, che Sgambato ha sempre
portato avanti come base necessaria per “essere clinico”.
Personalmente ho partecipato sin quasi dall’inizio a molti dei Suoi Incontri di Benevento nei quali, tramite la Sua impostazione, sono state affrontate condizioni cllniche che erano base di
continua riproposizione, discussione e valutazione conclusiva.
In definitiva il richiamo di “Benevento Sgambato” è sempre stato quello della
“valutazione del percorso in quel malato”, nel confronto dalla fisiologia
alla clinica, dagli equilibri-disequilibri, mantenendo una visione unitaria.La impostazione metodologica, dai basali adattamenti-disadattamenti fisico-chimici-fisiologici
alla espressione patologica, richiama proprio il “valore della clinica in quel malato” nonostante gli “aspetti specialistici”, in un periodo in cui risulta nettamente predominante la
“settorializzazione”.
Negli Incontri di Benevento è stata valorizzata la discussione con molti medici di differente professionalità clinica, esaltando la potenzialità
di confronto tra esperienze cllniche diverse, che non conducono alla
“settorializzazione” ma la superano, con l’unitarietà della valutazione fi siopatologica clinica.
I “Seminari di Benevento”, creati e condotti da Sgambato, hanno veramente costituito una riproposizione continua della “valutazione unitaria in quel malato”, nel contesto fi siopatologico clinico,come base della sua operatività ed effi cacia.In essi ha assunto sempre particolare importanza la capacità del Medico, nei rapporti con l’uomo malato che ha di fronte, di riconoscere il valore unitario della complessità, base per le sue scelte operative.
Nel suo operare clinico, nella sua impostazione metodologica e di valutazione scientifi ca, e nella
impostazione elettiva dei Seminari di Benevento, Sgambato ha saputo dare a tutti noi un valore che ci è rimasto dentro e che ci insegna ad operare
e di cui tutti noi lo ringraziamo.
Prefazione del Prof. Alberico Borghetti
Emerito di Clinica Medica dell’Università di Parma
Sono tanti o forse anche troppi i libri di Medicina.Molti nascono per caso o quasi per “dovere”.Altri sono frutto di vere e proprie operazioni commerciali.
Altri, ma pochi, sono frutto di una lunga e vissuta esperienza clinica che viene trasformata in un’opera da mettere a disposizione di medici e
studenti. È il caso di questo libro di Franco Sgambato, a lungo Primario Medico del Fatebenefratelli di Benevento,ben noto al pubblico degli Internisti e non solo. La storia personale di Franco si è, quasi sempre,
fi n dall’inizio, incrociata con quella di chi scrive. A partire dalla devozione per il comune Maestro, il
professor Sergio Vulterini, tante volte richiamato in queste pagine, che ci aprì la strada, oltre che della Clinica, anche del mondo meraviglioso e
appassionante dell’equilibro acido base e idroelettrolitico. Forse l’inizio di questa storia comune può risalire
al 1982. Avevo conosciuto Vulterini nella redazione del Policlinico sez. pratica, vero cenacolo di grandi clinici (ne facevano parte, solo per citarne alcuni, anche Costantino Iandolo, Vito Cagli,Nino Stocchi) dove ero stato ammesso come giovane
“uditore”. Riferii di un famoso editoriale del New England Journal of Medicine intitolato “Is pK OK?” (NEJM, 1982, 306, 864) nel quale si parlava della necessità di “misurare” e non
“calcolare” i bicarbonati nella famosa (o famigerata?) equazione di Henderson-Hasselbalch. Di qui nacque una discussione molto tecnica con
Vulterini, che mi portò a frequentare e poi a lavorare nel reparto di Medicina Interna da lui diretto,al Fatebenefratelli, Isola Tiberina di Roma.Ci sono storie che segnano una vita, percorsi comuni che attraversiamo casualmente, ma sembrano rispondere ad un disegno preciso.Un anno prima, Sgambato aveva dato inizio agli
Incontri al Fatebenefratelli di Benevento, dei quali Vulterini divenne negli anni un riferimento fondamentale, e organizzò un primo seminario
dedicato all’Equilibrio Idro elettrolitico.
Sgambato cominciò con le sue originali elaborazioni sul tema, ponendosi domande su domande,analizzando gli aspetti più profondi dell’equilibrio
con lo scopo, tutto clinico e pratico, di trasformare in semplici le cose diffi cili, di spiegare al meglio
l’arcano di equilibri che arcani non sono, ma che stanno alla base della fi siopatologia umana. E infatti dalla domanda “Is pK OK?”, Sgambato è arrivato al suo ABC dell’equilibro acido base “umanizzato” senza logaritmi, abbandonando tutti i tecnicismi.
Mettendo da parte soprattutto gli odiati logaritmi,e quell’approccio troppo complesso di Hasselbalch,
contro cui Sgambato ha da sempre
combattuto, perché ha reso ostico un tema affascinante,che, come egli scrive, “può essere appreso con molta più facilità, senza l’utilizzo dei
logaritmi, che hanno solo contribuito a complicare la materia ed il relativo apprendimento”.La prosa di Sgambato è semplice e accattivante.I suoi giochi di parole, le sue locuzioni, le sue domande retoriche sono ormai diventate un lessico comune ed un appuntamento imperdibile per i tantissimi Medici che dagli anni Ottanta frequentano i suoi incontri al Fatebenefratelli di Benevento.
Come dimenticare “la madre di tutte le reazioni?”,oppure l’elogio del Cloro,
“l’elettrolita sottovalutato”?
O ancora “bicarbonato-mania o bicarbona-
Prefazione del Prof. Dario Manfellotto
Direttore U.O.C. di Medicina Interna – Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina – Roma to-fobia?, o la straordinaria storia della “bicarbonata
effervescente, ovverossia l’equilibrio dei tradimenti”?
Per arrivare infine alle elaborazioni ispirate dai disegni di Michelangelo “che aveva la visione olistica e che, se avesse deciso di fare il medico, di sicuro sarebbe stato un internista.” Oppure alle
rifl essioni sulla struttura della melagrana, simbolo dei Fatebenefratelli, che contiene tanti chicchi separati ma strettamente uniti, proprio come unitaria deve essere la visione del Malato, composto, ma non diviso, da tanti organi e apparati.
Anche il suo alter ego letterario, quel Cecco Gambizzato, pseudonimo non troppo immaginifi co, che fa da controcanto alle teorie scientifiche più complesse, con poesie e sonetti in rima che richiamano ad alcuni principi fondamentali dell’etica medica e a quella personale di Sgambato.
La Clinica, poi, il suo richiamo all’esperienza ed alle competenze mediche, la cultura, gli insegnamenti
del Medico all’antica. Insomma
tutto quanto viene troppo spesso dimenticato dagli specialisti del nulla, che si affi dano alle
tecnologie, dimenticando di usare le mani, gli occhi, le orecchie e ovviamente il cervello.
Tutto con uno spirito da Commedia dell’Arte che non sminuisce, ma anzi esalta il valore degli argomenti
affrontati.Con questo approccio, Sgambato ha creato un club di esperti e cultori degli “equilibri”, un gruppo
di amici che condividono cultura e goliardia. Tutti gli interventi, le discussioni, le elaborazioni sono
diventate questo ABC umanizzato, che avrà sicuramente un grande successo.
Avevo proposto a Sgambato di intitolare il libro “La Divina Commedia dell’equilibrio acido base”,proprio perché sono tre le parti che lo compongono. Una parte più tecnica e dura, defi nita “non indispensabile”,
una specie di Inferno delle regole e
delle formule aride e respingenti, nel quale capitano tutti coloro che si avvicinano al tema.
Poi una seconda parte meno scientifica, firmata Cecco Gambizzato, che aiuta ad affrontare e comprendere meglio gli argomenti. Una specie di Purgatorio di preparazione alla conoscenza.
Infine il testo scientifico
“fondamentale”, indispensabile,
il Paradiso della conoscenza e delle
spiegazioni semplici, al quale alla fi ne si arriva per comprendere,
finalmente, le basi teoriche e
soprattutto cliniche dell’equilibrio acido-base.
Per me è stato un onore che Sgambato mi abbia chiesto di scrivere una delle prefazioni, “al posto” del professor Vulterini, del quale occupo,
trent’anni dopo, il posto, con meriti sicuramente inferiori.Il libro è pieno di riconoscenza. Per la famiglia, per
i Maestri, per gli Amici, per i Colleghi dell’ospedale,per i Fatebenefratelli. La riconoscenza è un
sentimento non facile e diffi cile da vivere. Come dice Seneca, “…per uno spirito meschino è un peso. Solo gli animi generosi riescono ad essere
riconoscenti, da poter ammettere che tutto quello che sono non è solo merito loro, ma anche degli aiuti ricevuti e ne conservano memoria”.
Grazie Franco.

L’Equilibrio Acido-Base non è un tema ostico, ma è stato reso tale, ed i Medici vi si avvicinano con grandi diffi coltà, determinate dalla errata impostazione nell’approccio iniziale durante la formazione giovanile.
Il modello finora adottato per la didattica di questo importantissimo capitolo della Medicina ha sempre scoraggiato anche quelli animati da buona volontà, in quanto il tema è stato reso complicato dalla famigerata equazione di Henderson-
Hasselbalch (utilizzata per l’insegnamento) e dalla conseguente presenza dei 4 logaritmi, che hanno reso difficile la iniziale comprensione, creando la ben nota avversione.Questo argomento, invece, può essere appreso,con molta più facilità, senza l’utilizzo dei logaritmi,che hanno solo contribuito a complicare la materia ed il relativo apprendimento. In effetti nell’organismo non ci sono i logaritmi
della concentrazione idrogenionica, ma ci sono solo gli idrogenioni, né l’organismo sa calcolare i logaritmi (come la maggior parte di noi Medici).
I nostri reali “nemici”, quindi, sono gli idrogenioni e dobbiamo imparare ad affrontarli con padronanza
culturale, perché il loro mantenimento nel range normale costituisce uno degli obiettivi più importanti ai fini della conservazione della vita,tanto da far dire che l’equilibrio acido-base
rappresenta “l’equilibrio degli equilibri”, la cui conoscenza è indispensabile nella clinica
medica pratica, specie nelle situazioni acute,critiche e complesse.
Inoltre, l’equilibrio acido-base e quello idroelettrolitico
rappresentano aree della medicina
“senza confi ni specialistici” e nessun Medico può affermare che questi argomenti siano fuori dei suoi interessi culturali, perchè la loro
comprensione rappresenta un
“fondamentale” nello studio e nel trattamento dei Pazienti.
I capitoli del libro sono presentati in tre vesti tipografiche diverse (a, b, c):
a) il testo scientifico
“fondamentale”, indispensabile,
è trascritto in maniera standard ed è conveniente leggerlo integralmente.
b) il testo meno scientifi co, prodotto e raccolto dal collega Cecco Gambizzato, è inscritto in una
cornice tratteggiata “semi- permeabile”. Essi sono capitoli, apparentemente “goliardici”, ma che
possono aiutare a comprendere meglio gli argomenti cui si riferiscono.
Questi capitoli non sono molto adatti per le persone troppo serie, ma anche a loro consigliamo di leggerli con attenzione, perchè potrebbero
risultare molto utili non solo per capire i fondamentali
dell’equilibrio acido-base, ma anche per
ritrovare l’equilibrio “interiore”, indispensabile per affrontare meglio la vita ospedaliera e non solo.
c) il testo molto scientifi co “non indispensabile” è inscritto in una cornice lineare più spessa, quasi
a rappresentare una parete
“impermeabile”.
Si tratta di capitoli molto istruttivi, ma che possono anche essere saltati senza rimpianti. La loro “ignoranza” non compromette le nostre conoscenze
realmente necessarie nella pratica clinica né la buona salute dei nostri Pazienti, ma siamo convinti che essi saranno letti dalla maggioranza
dei lettori.Alla fine, chi ama ancora utilizzare i logaritmi può sempre continuare a farlo, perpetuando il suo
masochismo biochimico-matematico, ma, almeno,eviti alle nuove generazioni il suo involontario sadismo didattico in Medicina.
Introduzione del Dott. Francesco Sgambato già Direttore U.O.C. di Medicina Interna – Ospedale Fatebenefratelli di Benevento

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