Napoli, torna Piedigrotta con la festa, ecco il programma dal 7 al 12 settembre.
Il 7 settembre la chiesa di Piedigrotta torna ad aver un momento di notorietà riprendendo, sia pure in piccolo, gli usi e la tradizione di una festa rimasta sempre nel cuore dei napoletani veraci. In attesa che il Comune di Napoli rilanci alla grande questo evento come il festival della canzone napoletana, ecco il programma della festa che prende il via domani, 7 settembre, con l’inaugurazione delle due mostre fotografiche, e si concluderà nella giornata di domenica. Il prossimo appuntamento è fissato per venerdì, nella Basilica di Santa Maria di Piedigrotta, con una serenata alla Madonna e una Messa che sarà celebrata da monsignor Vincenzo Pelvi, vescovo ausiliare di Napoli. Sabato e domenica, poi, visite guidate alla Crypta Neapolitana, tunnel costruito in epoca romana dal grande architetto Cocceio e antro di culti misterici e dionisiaci che si ricollegano alla Piedigrotta. Domenica molta attesa per il gran finale della festa, organizzato in Villa Comunale, con una parata di bimbi in abiti di carta, una «Piedigrotta Viviani, Piedigrotta Cangiullo» – nella Cassa Armonica alle 21 a cura di Libera Scena Ensemble – che rievoca l’incontro tra due grandi protagonisti del Novecento napoletano (don Raffaele, spettatore della Piedigrotta futurista messa in scena alla Galleria Sprovieri, fu chiamato sul palco a furor di popolo) e «’o ffuoco a mmare», lo spettacolo pirotecnico conclusivo alle 23 a Mergellina.
Amarcord in bianco e nero, doppia mostra sulla tradizione
Era il 10 ottobre 1935 quando per la prima volta il Comune di Napoli e l’ente per il turismo, dopo aver indetto un concorso a tema, assegnarono il primo Premio fotografico dedicato alla Festa di Piedigrotta. Rito cristiano e pagano al tempo stesso, caratterizzata da processioni, parate, carri allegorici, la festa viene, così, fatta oggetto per la prima volta di un premio legato al suo nome.
Nel 1935 un ragazzo con una vera e propria passione per l’obiettivo, vince quel premio cui tanti napoletani ambivano. Il ragazzo si chiamava Giulio Parisio e legò il suo nome alla storia della fotografia in modo indissolubile, tanto che oggi un archivio prestigioso lo ricorda, custondendone l’opera preziosa e sagace. Parisio, per la Piedigrotta del ’35, aveva scattato ben duecentocinquanta fotografie, delle quali da ieri sera è possibile ammirarne una parte nella doppia mostra a cura dell’Archivio fotografico Parisio, dal titolo «Piedigrotta ’35. La festa nelle immagini di Giulio Parisio». L’esposizione è divisa in due. Una parte è allestita da ieri sera all’Archivio Parisio in piazza Carolina, un’altra, che ne è la logica continuazione, ha come sede un luogo atipico, la Stazione di Mergellina, i cui spazi sono stati concessi dalla società Centostazioni. Le foto che compongono la doppia esposizione sono in tutto cinquanta, la loro ricerca iconografica è stata fatta da due allieve dell’Accademia di Belle Arti, Valeria Storia e Imma Esposito. Entrambe le mostre restano aperte al pubblico fino al 5 ottobre.
«Era importante una mostra storica per risvegliare la memoria della città sull’evento», spiega Stefano Fittipaldi, che dieci anni fa ha rilevato l’Archivio Parisio. «I luoghi per la mostra sono stati scelti con il criterio di chi vuole renderla fruibile a tutti. Così, delle cinquanta immagini, venti di grandi dimensioni, 70×100, sono state montate su pannelli al vivo alla Stazione di Mergellina», spiega Fittipaldi. «Poi, all’Archivio, ne ho allestite un’altra trentina di quelle che io definisco sperimentali».
Infatti, all’Archivio Parisio, la Piedigrotta fotografata dal giovane Giulio rivive in trenta immagini incorniciate con passepartout, formato 30×40, in cui l’autore più che documentare si concentra esclusivamente sulla composizione dell’immagine. In queste trenta foto sperimenta tecniche nuove, come la tecnica flou, ed esprime la sua creatività attraverso un ridotto numero d’immagini interamente costruite in studio. Così, l’ingegnoso, giovane mago dell’obiettivo sintetizza il significato della festa senza alcuna imposizione da parte della realtà, così come si svolgeva sotto i suoi occhi per i vicoli e le piazze che si snodano dal Castello Angioino a Marechiaro. «Non saprei dire quale di queste foto sia in assoluto la più bella – dice Stefano Fittipaldi – Ma, di sicuro, molto particolari sono le composizioni fotografiche su spartiti e strumenti musicali. Questa che ritrae un gruppo di bambini che fanno un corteo con le trombette, sullo sfondo delle bancarelle, è forse la più bella in assoluto». ( Costanza Falanga, Il Mattino)

Categorie: Eventi

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