Presepi Napoletani del Settecento
Inaugurazione mercoledì 7 dicembre 2011 ore 17, Sala Dione

7 dicembre 2011- 8 gennaio 2012, Galleria del Mare, Stazione Marittima di Napoli

Ingresso libero e orario continuato dalle 10.00 alle 20.00

L’arte presepiale rappresenta la forma artistica più significativa del ‘700 napoletano, ma anche un importante documento della cultura e della vita quotidiana della città.
Ecco perché il Centro Ricerche e Studi sul Presepe Napoletano, un istituto di nuova costituzione, ma di vecchissima tradizione, sotto la direzione artistica di Umberto Grillo, da anni riunisce studiosi ed esperti del Presepe, studiando questo fenomeno in tutti i suoi aspetti: antropologico, religioso, e culturale.
In collaborazione con il Museo ARCA di Napoli (Museo d’Arte Religiosa Contemporanea) con cui è stato stipulato un protocollo di collaborazione, si inaugura mercoledì 7 dicembre alle ore 17 in Galleria del Mare, una singolare mostra con l’obiettivo di far conoscere alle nuove generazioni l’arte presepiale, che non si deve considerare solo come artigianato locale, ma un grande patrimonio per la cultura di Napoli.
Alla mostra saranno esposte circa 30 opere, tutte di grande pregio realizzate da illustri artisti tra cui Luciano Testa, Gianluca Buonocore, Susi Gatto, Luigi Baia, Vincenzo Ammatura. La Galleria è location accattivante, glamour e innovativa al centro di Napoli dove lo shopping è la parola d’ordine, con oltre 50 negozi e outlet del Consorzio Commercianti, qui in Sala Dione del centro congressi, si terrà la conferenza sul presepe napoletano del ‘700 dal titolo “Origini storia e cultura”, alle ore 17 del 7 dicembre, per presentare l’evento, con gli interventi di Nicola Coccia, Presidente Terminal Napoli spa, Umberto Grillo Presidente Centro di ricerche e studi sul Presepe Napoletano, Giuseppe Reale, ordinario di Storia dell’Oriente Mediterraneo Università di Salerno, il Professor Pasquale Giustiniani Ordinario Storia dell’Oriente Mediterraneo Università di Filosofia Salerno, e Mimma Sardella, storico dell’arte Soprintendenza di Napoli. Mentre in collegamento skipe, interverranno lo scrittore Marcello D’Orta ed il rabbino della comunità ebraica napoletana Pierpaolo Punturello.
Contemporaneamente, altre mostre gemellate con l’esposizione di Napoli ed organizzate sempre dal Centro Studi sul Presepe Napoletano si terranno a Ercolano, in Villa Campolieto e a Fisciano, presso le sale dell’Ateneo salernitano.

SCHEDA
Titolo Evento: ”Presepi Napoletani del 700”.
Curatore Evento: Centro Permanente di Ricerche e Studi sul Presepe Napoletano direttore artistico Umberto Grillo.
Inaugurazione: mercoledì 7 dicembre 2011 ore 17.
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 20.
Periodo: 7 dicembre 2011- 8 gennaio 2012.
Location: Galleria del Mare Stazione Marittima di Napoli Molo Angioino
UFFICIO STAMPA
Daniela Ricci, cell. 347.0824165,
mail: d_ricci@libero.it
Annalisa Tirrito, cell. 335.5289607, mail: annalisa.tirrito@tin.it

La Stazione Marittima dove è stata recentemente inaugurata la Galleria del Mare fu realizzata 75 anni fa ad opera dell’architetto Cesare Bazzani per sostituire la vecchia stazione del Pisacane.
Un impianto funzionale con un ruolo importante al centro di scambi culturali e turistici tra i vari paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Un luogo fruibile, sicuro in cui si gioca la sfida dello sviluppo. Una struttura capace con funzioni di indiscusso valore sociale come quello di essere al servizio di una città e di un territorio molto vasto, e che continuamente ricerca e propone nuove attrazioni ed occasioni per rilanciare la sua funzione turistica.

Cenni Storici presepe del 700
Un fattore determinante dell’impulso e della fama incondizionata avuti dal presepe napoletano nel Settecento fu senza dubbio il forte interesse manifestato da Carlo e Ferdinando di Borbone, che fecero allestire grandiosi presepi nella Reggia di Caserta e nel Casino di San Leucio.
A realizzare i numerosi capolavori di arte presepiale dell’epoca contribuirono molti artisti con le più diverse competenze (architetti, pittori, scultori, modellatori di cera e di terracotta, sarti, ecc.) e specializzati nella produzione dei vari finimenti (ovvero, i particolari scenografici e accessori).
Oltre ad alcune modifiche tecniche apportate già in precedenza, si sostituirono nel Settecento le testine modellate in terracotta o in cera, la cui duttilità sicuramente consentì una maggiore finezza formale ed un’eccezionale plasticità espressiva. Ma l’aspetto che meglio connota il presepe settecentesco è la grandiosità della scenografia che fa da sfondo ai principali quadri tematici della Natività, dell’Annuncio ai pastori e della scena della Taverna, sulla quale in particolare si espresse l’immaginario artistico dei presepianti e degli esecutori.
Questi presepi, che costituirono un vero e proprio passatempo alla moda per l’alta e media borghesia napoletana, messi in mostra annualmente e visitati da tutta la popolazione, si avviarono al declino nei primi decenni del secolo successivo.
In questa epoca di liquidazione, le grandi collezioni furono vendute e le composizioni sceniche smembrate.
Le mutate condizioni politiche e sociali, lo spegnimento dello spirito illuminato, avevano indirettamente avviato il presepe verso un diverso destino, con la produzione di forme ripetitive del passato, ancorate manieristicamente ai costumi e all’ambiente settecentesco e incapaci di adeguarsi ai tempi.
Il presepe napoletano del secolo d’oro scompariva, o più propriamente cambiava spirito e dava spazio a quell’universo di rappresentazioni da tempo esistente che privilegiava il genere popolare e la parodia. I successivi presepi allestiti nelle case furono in genere di più modeste dimensioni, caratterizzati dal dominio scenico del quadro della Taverna e dal proliferare di figure affaccendate nei propri mestieri e a vendere ogni sorta di bene, che ridussero notevolmente lo spazio d’importanza della scena della Natività.
Il presepe napoletano è un gioco per il quale la nobiltà pagò orafi, intagliatori e ceramisti perché creassero scenari sempre più complessi. La scena della Natività vera e propria restava idealmente al centro, ma la rappresentazione comprendeva ormai altri episodi biblici, scene di vita quotidiana e di guerra: il mondo girava vorticosamente intorno al mistero della nascita di Cristo.
Voli d’angeli, pastori e agnelli, cavalcate fantasmagoriche dei Magi, mandriani, contadini, borghesi, mercanti in vesti settecentesche, botteghe, mercati e taverne, il tutto in una varietà di pose e di espressioni di stupefacente intensità.
Non mancavano le rappresentazioni di principi e re, una celebrazione, questa, voluta dagli stessi committenti.
Chiesa, nobiltà e borghesia napoletana si fecero vanto dei loro presepi arricchiti di generazione in generazione e divenuti oggetti di prestigio, ma passata la moda, i presepi finirono dispersi e distrutti. Oggi si trovano alcuni esemplari di presepe napoletano presso il Museo di San Martino e nella Reggia di Caserta, dove è custodito il più grande in Italia.

UFFICIO STAMPA
Daniela Ricci, cell. 347.0824165,
mail: d_ricci@libero.it
Annalisa Tirrito, cell. 335.5289607, mail: annalisa.tirrito@tin.it


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