Presentata la richiesta di registrazione della DOP “Soppressata del Vallo di Diano”
E’ stata inoltrata al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dopo istruttoria regionale, la richiesta di registrazione per la “Soppressata del Vallo di Diano” DOP, presentata dall’omonimo comitato promotore che ha sede a Padula presso la Comunità montana locale.
La proposta fà riferimento al tipico e noto salume ottenuto in un’area composta da 16 comuni del Vallo di Diano e alcuni comuni limitrofi del Bussento e della Lucania. Le carni lavorate sono quelle ottenute da razze tradizionali adatte alla produzione del suino pesante. Tutte le fasi di macellazione, lavorazione e confezionamento avvengono nella stessa area di origine e produzione delle carni.
Viene così a completarsi la fase preliminare per la messa a punto della documentazione attestante i requisiti di tipicità e di notorietà della denominazione di origine protetta, cui ha contribuito anche l’Assessorato regionale all’agricoltura attraverso i Settori Sesirca e Stapa-Cepica di Salerno, ed ha inizio l’iter procedurale che prevede una prima istruttoria nazionale e poi quella comunitaria a cura dei servizi tecnici della Commissione UE.
Salgono a 26 le proposte di registrazione di prodotti DOP/IGP/STG campani attualmente in istruttoria che vanno ad aggiungersi ai 15 marchi già riconosciuti dalla UE
Salume principe della produzione Salernitana, famosa è quella che prende il nome dalla cittadina di Gioi, situata a pochi chilometri dalla costa tirrenica, in collina, a circa 600 metri di altitudine, si produce nella stagione fredda, nel territorio di questo comune e nei paesi limitrofi, prodotto antichissimo, secondo testimonianze risale all’XI secolo. Purtroppo la sua produzione è quasi esclusivamente familiare, mentre questo salume potrebbe rappresentare una risorsa importante per il territorio. Si ricava dalle parti pregiate del suino (filetto, coscia, lombo e spalla) accuratamente private di tutte le cartilagini e dei nervetti. La carne è tritata finemente a punta di coltello, condita con sale, pepe e, in certi casi, peperoncino e finocchietto. Amalgamato con cura, l’impasto deve riposare per una decina di ore. Quindi si insacca nel budello naturale, inserendo al centro un filetto di lardo lungo quanto il budello stesso. Inizia poi la fase della stagionatura, che può essere preceduta da una leggera affumicatura. La soppressata di Gioi ha la forma di una pagnottella divisa in due, il colore (della buccia e dell’impasto) rosso bruno, profumo molto aromatico, gusto lungo, ricco, con una sfumatura finale di castagna. Tradizionalmente si conserva sotto sugna o sott’olio.
Nando Cirella


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