Lo scorso 26 aprile, in una riunione a Frattamaggiore, in provincia di Napoli il consigliere provinciale uscente, assessore alla pesca e al controllo del territorio della provincia di Napoli, annunciava l’imminente stanziamento di fondi per il recupero dei laghi le cui acque, preda di eutrofizzazione continua, erano ormai il cimitero di pesci di ogni specie. Ma anche delle piante acquatiche. Nei giorni scorsi il lago Patria ha vissuto l’ennesimo episodio di eutrofia e purtroppo a farne le spese sono stati quintali di pesce che l’Asl del luogo sta cercando ancora di recuperare, mentre la polizia e la guardia di finanza stanno setacciando i ristoranti che potrebbero avere riciclato, senza saperlo, i pesci magari acquistandoli al mercato ittico dove irresponsabili avrebbero potuto vendere il pesce morto per asfissia.E anche il mercato, infatti, è oggetto di accurate ispezioni. La domanda è d’obbligo: dove sono i fondi per i laghetti flegrei? Ecco quanto scrivemmo lo scorso 26 aprile in proposito:”La denuncia-allarme della situazione dei cinque laghi flegrei e delle paludi, nonchè delle oasi lacustri naturali e artificiali della zona ha sortito l’effetto voluto. L’assessore alla pesca e al controllo del territorio della Provincia di Napoli, Vincenzo Lombardi, infatti, nel corso di una riunione svoltasi nell’aula consiliare di Frattamaggiore, ha annunciato che verranno utilizzati fondi europei per la realizzazione dei primi laghetti da pesca nell’area metropolitana di Napoli. Parte, quindi, il piano di recupero e valorizzazione produttiva degli specchi d’acqua flegrei, ora abbastanza abbandonati e degradati da un inquinamento che ha più cause. Si comincia dai 5 laghi costieri, attrezzando le sponde per le attività turistiche dell’Averno, Fusaro, Lucrino, Miseno, Patria. Complessivamente si passerà alla bonifica e alle attrezzature turistiche di 16 laghetti, paludi e invasi, nonché alle miniere abbandonate. Di tutto ciò si occuperanno i progettisti di Acquaprogram, Stefano Salviati, di Sviluppo Territoriale, Raffaele Romano, il geologo Antonio Vallario, i responsabili di Arci-Pesca, Giorgio Montagna, e di Libera Pesca, Luigi Morelli”. Uomini a favore, dunque, ma dove sono andati a finire? Ora, mentre è d’obbligo ricordare che l’anno scorso, proprio di questi tempi, accadeva la stessa cosa nel lago Fusaro e che i politici si impegnarono solennemente a fare qualcosa scopriamo che non è stato fatto nulla. Epidemia, moria, eutrofia sono parole che spaventano solo acque e pesci non più l’uomo, evidentemente.

Categorie: Mare e Pesca

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