MARINI & MASIELLO AL FESTIVAL RIDERE
di Laura Caico
Una coppia straordinaria. Ha riscosso molto successo l’esibizione al Maschio Angioino, all’interno del Festival Ridere 2018, dell’affascinante Francesca Marini e del coinvolgente Massimo Masiello, protagonisti di “’A Terra mia”, la sceneggiata moderna in due atti di Massimo Abbate e Gaetano Liguori, diretta da quest’ultimo con l’aiuto
regia di Maria Autiero e prodotta dal Teatro Totò. Scarne ma efficaci le scene di Tonino Di Ronza, vivificate dalle luci by Service Esposito, dalle videoproiezioni di Alessio De Francesco, dalle foto di Salvatore Liguori e dalla ricerca musicale di Gaetano Liguori e R. Criscuolo: interessanti i costumi di Marco Palmieri indossati dal team di attori fra cui Ciro Liucci, Antonio Spiezia, Maria Rosaria Cafiero, Patrizia Doria.
La trama verte su un piccolo nucleo familiare napoletano che si dibatte fra bollette e preoccupazioni, senza soldi per tirare avanti e senza prospettive di occupazione per i suoi componenti: la trama si dipana in un ambito estremamente moderno e attuale che vede la gente del popolo attratta dal miraggio di facili guadagni, con l’ombra della malavita alle spalle in un continuo dualismo fra la tentazione del male e la difesa di valori morali come l’onore, la dignità, il rispetto del prossimo, la sacralità della vita. Particolarmente incisivo il richiamo al mondo camorristico i cui codici di accesso e i linguaggi cifrati vengono svelati da seguitissime fiction televisive che illustrano a forti tinte la città di “Gomorra” e da film che non esprimono però una condanna esemplare o la certezza della pena per chi delinque ma dipingono i criminali – forse oltre ogni loro intendimento – come degli eroi negativi sì, ma pur sempre eroi che giovani esaltati tendono a emulare con atteggiamenti, smargiassate e spregio della legalità, sognando di accumulare a loro volta favolosi patrimoni illeciti.
“’A terra mia” è una commedia musicale allegorica che riporta in auge la grande Sceneggiata, una formula teatrale modulata da Cafiero e Fumo nei primi anni del Novecento, una tradizione importante che non va persa, un’arte secolare e sanguigna che fa vibrare corde remote dell’animo e che sa toccare il cuore e di cui oggi si torna a parlare grazie a spettacoli come questo e grazie all’erede di Mario Merola, l’intenso Antonio Ottajano che ne rappresenta l’alfiere.
Molto bravo il duo Marini & Masiello nel delineare le dinamiche emotive che si adombrano dietro un’apparenza serena, negando a voce quanto dilania l’animo: le loro fenomenali voci – dispiegate con bravura e slancio in brani di toccante passionalità – tessono il fil rouge di sentimenti potenti, in grado di fermare sull’orlo dell’abisso chi sta per perdersi nel vortice di scelte sbagliate e può ancora tornare indietro se solo ascolta la voce della coscienza, rappresentando la metafora di una città che vuole e può salvarsi.

Categorie: Eventi

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