Boschi in fiamme. Il caldo e la siccità di quest’estate africana stanno assestando colpi durissimi all’agricoltura ed al patrimonio arboricolo. La penuria d’acqua, causata dalla mancanza quasi totale delle piogge, ha messo in ginocchio le produzioni agricole, mentre gli scellerati attentati dei piromani stanno distruggendo polmoni verdi e paesaggistici. La proposta del presidente della Provincia di Caserta, Riccardo Ventre, di porre una taglia sui criminali che mandano in cenere i boschi interni e costieri della Campania va sostenuta senza dubbi e tentennamenti di sorta. Gli sceriffi non piacciono a nessuno. Tantomeno a Riccardo Ventre, politico di consolidata tradizione democratica, né all’Arga, l’Associazione dei Giornalisti che si occupa di Agricoltura, ambiente, turismo, ricerca scientifica e che ha condiviso l’idea. Purtroppo è la soluzione estrema per arginare una situazione che di anno in anno diventa più drammatica. Dispiace che il presidente della Provincia di Napoli, Amato Lamberti, da sempre in prima linea contro le ecomafie e gli attentatori dell’ambiente, si sia dissociato da una proposta realistica e provocatoria nello stesso tempo. Tutti amiamo la natura nel suo insieme globale. Ma le pie intenzioni non servono. Riteniamo che in questo periodo le forze dell’ordine, dall’Arma alla Forestale per finire alle Polizie provinciali e alle Guardie municipali, tra i loro compiti abbiano anche quelli di sorveglianza antipiromani. Ma, sino ad oggi, evidentemente, il loro impegno non è stato sufficiente a salvare macchia mediterranea e piante ultradecennali. Alcuni anni fa, quando Alfonso Pecoraro Scanio era ministro della Repubblica, pensò ad una task-force per impedire gli incendi in Costiera Amalfitana. Operazione di “intelligence” per scoprire gli artefici dei criminali focolai. Ma l’operazione si concluse con un nulla di fatto. E la “taglia” proposta non può fare sorgere dubbi sulla legittimità formale o addirittura ipotizzare “inquinamenti culturali”. Se non ci si scandalizza per i sostegni economici ai collaboratori di giustizia non vediamo quale possa essere l’ostacolo affinché altri collaboratori facciano scoprire gli assassini del verde e dell’ambiente. La Regione Campania, secondo una pubblicità, ha investito contro gli incendi boschivi quindici milioni di euro nell’ultimo anno. Su questo fronte sono impegnati tremila addetti tra Regione, Province, Comunità Montane e società mista Sma Campania, otto elicotteri per lo spegnimento e tre ricognitori per l’avvistamento; undici milioni di euro del Por Campania destinati all’acquisto di mezzi di contrasto e alla realizzazione di nuovi centri antincendio. Ma tutto ciò non è stato sufficiente ad evitare che pericolosissime fiamme si espandessero dalle colline del Casertano, alla Costiera Amalfitana, alla Penisola Sorrentina, ai Camaldoli e ai parchi del Cilento e del Vesuvio. A questo punto, meglio evitare le differenziazioni politiche e puntare al nocciolo del problema. Riccardo Ventre, un politico che ama l’agricoltura biologica, e che vede il cuore spezzarsi quando bruciano le colline e la macchia mediterranea della sua terra, ha lanciato una sfida che vuole essere un sensibile richiamo delle coscienze. Ci auguriamo che chi ha subito contestato abbia un attimo di riflessione e dia concretamente una mano. Diversamente sarà soltanto demagogia, oppure, un “essere contro” per comodità di parte. Ma mentre si discute, il patrimonio verde si trasforma in cenere. (Intervento di Francesco Landolfo, presidente Arga Campania, inviato alle Arga).


0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *