L’appuntamento è per giovedì prossimo 8 luglio, alle ore 17,30, presso il Teatrino di corte della Reggia. È qui, in uno scenario di grande suggestione culturale e ambientale, che è stata fissata la presentazione di un volume destinato a colmare una lacuna in termini di conoscenza e curiosità su una delle più importanti risorse agroalimentari di Terra di Lavoro. Si intitola «Mozzarella di Bufala Campana – Storia, tradizioni e immagini di un formaggio nato all’ombra del mito della Magna Grecia», ed è il primo e complesso tentativo di ricostruire su basi scientifiche e filologiche la storia del bufalo e della mozzarella in Italia e nel Mezzoggiorno. Il libro, edito su iniziativa del Consorzio di tutela presieduto da Francesco Serra, è frutto di un lavoro di équipe. Ccoordinati dal giornalista Nico Pirozzi e da Vincenzo Oliviero, direttore del Consorzio, hanno lavorato fianco a fianco Francesco Addeo, docente di Scienze alimentari alla facoltà di Agraria di Portici (Università di Napoli Federico II), Giuseppe Campanile, associato di Scienze zootecniche alla facoltà di Veterinaria dell’ateneo federiciano e Luigi Zicarelli, ordinario di Scienza dell’allevamento bufalino alla facoltà di Veterinaria e tra gli scienziati più ascoltati in campo nazionale. Introdurrà i lavori il presidente del Consorzio tutela Francesco Serra, seguiranno gli interventi del sindaco di Caserta Luigi Falco, del presidente della Provincia ed europarlamentare Riccardo Ventre, seguito dagli assessori regionali all’agricoltura della Campania, Vincenzo Aita, e della regione Lazio, Antonello Iannarilli. Le conclusioni sono affidate al Ministro per le politiche agricole e forestali Gianni Alemanno. Alla presentazione interverranno gli autori. Il volume, edito dal Consorzio grazie ad un contributo del ministero delle politiche agricole, è il frutto della ricerca storica di più ampia portata mai realizzata sul tema mozzarella. In particolare, ne esce rafforzata l’ipotesi dell’origine meridionale del bufalo mediterraneo italiano: un bufalo tipo river, che presenta un corredo di 50 cromosomi, e che quindi dovrebbe essere giunto sulle sponde italiane – secondo l’ipotesi di Zicarelli – dall’India o dall’Egitto. Ma non è l’unica chicca. Le ricerche per questa pubblicazione hanno attinto a fonti inedite, a partire dagli archivi dei caseifici e da collezioni private di stampe e foto d’epoca. Un viaggio nel gusto e nella storia che non passerà inosservato. Una riprova della credibilità del consorzio di tutela anche sul piano della proposta culturale, un campo che non molti forse erano disposti a riconoscergli. (Nando Santonastaso, Il Mattino)

Categorie: Eventi

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