In una breve nota dell’Unione Nazionale della Cooperative Italiane della Pesca e dell’Acquacoltura, c’è tutta la situazione drammatica della pesca italiana alla luce delle decisioni dell’Unione europea. Un pericoloso campanello d’allarme anche per un settore, quello della pesca, che da sempre ha fatto da sé. Ma ora che la misura è colma, i pescatori italiani si sentono non solo abbandonati a sé stessi ma indignati per il modo in cui si guarda alla pesca come alla cenerentola dei settori produttivi interni alla penisola. L’augurio è che presto si svegli almeno il governo e faccia sentire la sua voce a difesa del settore che risulta il più sviluppati in ogni parte d’Italia, visto che la penisola per tre quarti è toccata dal mare. Ecco il testo inviatoci dalla collega Katiuscia Laneri:
28 ottobre 2005 . “La mobilitazione dei pescatori. Nel ribadire che tutti i malanni della pesca nazionale si riconducono alla dissennata antieconomica e antisociale politica attuata nel settore dalla UE, l’UNCI Pesca, con le lettere dei suoi pescatori, chiede al sottosegretario On. Paolo Scarpa Bonazza Buora che in questi anni si e’ sapientemente mosso nella difesa degli interessi reali dei pescatori italiani, di rappresentare con la sua solita determinazione, al Presidente della Commissione UE, la indignazione di tutti i pescatori per l’attuale drammatica situazione senza sbocchi nonostante l’impegno continuo del governo italiano che non ha lesinato risorse per lo sviluppo della pesca italiana.

Categorie: Mare e Pesca

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