A Montecorvino Rovella, in provincia di Salerno, è scoppiata la protesta che avevano preannunciato i residenti, che proprio non ne possono più dei miasmi che continuano ad invadere il territorio dove insiste la discarica Parapoti che il commissario ai rifiuti ha fatto riaprire. Discarica che è stata raggiunta da pochi automezzi perché il blocco immediatamente si è attivato e nessuno più è passato. Non solo, ma i cittadini hanno bloccato la ferrovia che unisce il sud al resto d’Italia e così tutto s’è bloccato: al sud, al centro e al nord. Tutto questo perché proprio non si riesce a trovare una soluzione per i rifiuti che piaccia a tutti. Nemmeno gli spot del commissario per far capire come è utile la raccolta differenziata, che i termopvalirazzori sono innocui, che i cdr sono indispensabili, a questo punto non si capisce come faranno a convincere gli occupanti. Il risultato, per ora, è che i treni sono stati fermati in nome della guerra all’immondizia da centinaia di persone che hanno occupato la stazione di Montecorvino Rovella Bellizzi dalle 16.15 di venerdì pomeriggio. Stop a più di venti treni, mentre più di cinquemila viaggiatori sono rimasti intrappolati nei convogli, sotto il sole, nelle stazioni di Salerno, Napoli, Agropoli e Battipaglia. Oltre il Garigliano è accaduta la stessa cosa. I convogli diretti al sud sono stati fermarti a Roma e là sono scattate le linee automobilistiche sostitutive e soccorsi i passeggeri con acqua e cibo da parte dei volontari della protezione civile. Una storia incredibile con una sola vera vittima, i cittadini incolpevoli ai quali non restava che protestare. E loro hanno promesso che lo faranno all’infinito, occupando anche le autostrade, in nome della guerra alla mondezza. Naturalmente non sono mancate le critiche: si può tagliare in due l’Italia per dire no a una discarica? La risposta è immediata: siccome era accaduto nei mesi scorsi già a Villa Literno, e prima ancora a Scanzano per bloccare il sito delle scorie nucleari, non si capisce perché non si doveva protestare a Montecorvino. Il commissario Catenacci non è che si sia lasciato intimorire, una risposta l’ha data: in Campania tre termovalorizzatori invece di due. Una svolta, perché bisognerà modificare il piano regionale: il primo impianto, Acerra, partirà subito e servirà Napoli e provincia e da lunedì il via allo spot di 45 secondi con immagini e notizie per informare sul funzionamento della struttura. Il secondo impianto, Santa Maria La Fossa, seguirà a ruota il primo e servirà Caserta e Benevento. Il terzo è completamente nuovo anche se se ne parla da mesi: un termovalorizzatore nel Salernitano per Salerno e Avellino.L’area è da scegliere, e a realizzarlo potrebbe essere la Fibe. La località resta segreta, anche se è probabile che la scelta ricada su uno dei comuni che si sono fatti avanti. Il nodo resta l’avvio di Acerra. Uno spot preparato da una azienda specializzata in comunicazione d’intesa con Commissariato, assessorato all’ambiente della Regione, Fibe, che sarà mandato in onda dalle tv regionali. Un piano ampio di informazione che farà comprendere meglio la legge all’esame del Consiglio regionale. Ci saranno multe per i comuni che non fanno raccolta differenziata. Il terzo termovalorizzatore potrebbe rappresentare in qualche modo la chiave di soluzione del contenzioso che si è aperto tra il commissariato e Fibe, appaltatrice del servizio in Campania e che fa parte del gruppo Impregilo, azienda leader nella costruzione di inceneritori con una serie di partner tedeschi: l’ultimo appalto in Cina, 20 impianti realizzati da Impregilo, altrettanti in programma. I tre termovalorizzatori dovrebbero venire incontro all’esigenza di una gestione su base provinciale. Catenacci ammette la difficoltà del momento nei rapporti con la Fibe ma dice che, viste le reciproche buone intenzioni, si potrebbe arrivare solo come estremo rimedio a una rescissione del contratto. Rescissione chiesta invece dal presidente della Bicamerale ecomafie, Paolo Russo, che propone quattro termovalorizzatori anziché tre, e attacca gli spot che non sarebbero improntati ad una informazione giusta. Insomma, la vicenda rifiuti è in pieno caos e non sono certe dichiarazioni che possono contribuire a portare chiarezza e calma. Specie quando vengono da uomini delle istituzioni.


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