Si legge che un po’ ovunque c’è ripresa economica, che l’11 settembre ormai è solo un ricordo. Invece il mondo delle cooperative non vede all’orizzonte segnali di ripresa. Ad esprimere questa preoccupazione è stato il presidente di Coop Italia, Vincenzo Tassinari, nel convegno che ha concluso l’assemblea generale, che ha detto: “Il polso della situazione nei nostri punti vendita non indica segnali di ripresa. Il quadro richiede un’evoluzione strutturale: sul modello di distribuzione il sistema italiano deve recuperare efficienza e l’obiettivo di abbattere del 2% i costi di filiera è raggiungibile.Ribadisco la proposta di Coop di un patto con l’agricoltura italiana per valorizzare la produzione nazionale e renderla più competitiva. Lo scorso anno, sul fronte dei prezzi, Coop Italia ha registrato un’inflazione alimentare alla vendita dello 0,9%, di oltre due punti più basso del dato Istat (3,1%)”. Coop Italia ha annunciato l’apertura entro il 2007 di 107 nuove strutture (28 Ipercoop e 79 supermercati) con la creazione di 14.000 nuovi posti. La notizia da una parte non può che piacere, dall’altra si pensa alla situazione del Sud dove le Coop, è noto, non è che piacciano tanto. Più di un operatore, infatti, riflette su questo punto e lo ha detto a voce alta: se alcune di quelle 107 strutture arrivano anche qua, si spera che ci saranno più posti di lavoro, ma senza farli prima perdere dove già ci sono. Il campanello d’allarme, ovvio, viene dalla distribuzione spicciola, con i piccoli negozianti in prima fila.


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