CIA – Confederazione Italiana Agricoltori Campania
Agia- Associazione giovani imprenditori agricoli

AGRICOLTURA: Assemblea elettiva Agia Camani. Antonella Ferrone eletta a capo dei giovani dall’Agia Campania – Cia, l’Associazione giovanile della Confederazione Italiana Agricoltori

“Siamo molto soddisfatti della due giorni dell’Agia/Cia- ha dichiarato Salvatore Ciardiello, Presidente della Cia Campania a conclusione dell’incontro di giovedi e venerdi scorso al Grand Hotel Europa di Napoli- sia per l’elezione di Antonella Ferrone, bravissima imprenditrice, come presidente dell’Agia Campania, sia per il rilievo nazionale che l’appuntamento ha apportato alla nostra regione, d’altro canto noi crediamo fortemente nei giovani per il contributo che potranno dare in associazione, e più in generale al futuro del nostro paese.”

L’appuntamento intenso e propositivo, per gli under 40 dall’Agia, ha visto la partecipazione di associati campani e di altre regioni italiane, intervenuti numerosi, all’assemblea, come opportunità di crescita professionale, con il supporto di esperti di settore per affrontare le questioni più delicate, raccontare la propria storia imprenditoriale ed individuare problematiche comuni a tutti i giovani imprenditori.
Per fare ciò hanno partecipato ai lavori, dalla assemblea elettiva, alla tavola rotonda al workshop di venerdi, oltre a Salvatore Ciardiello, Presidente della Cia Campania, Luca Brunelli, Presidente Nazionale Agia, Giuseppe Politi, Presidente nazionale Cia, Paolo Russo, Presidente della commissione Agricoltura della Camera, Alfonso Andria, Vice presidente della commissione Agricoltura e produzione Agroalimentare del Senato, e Pietro Foglia, presidente commissione agricoltura consiglio regionale della Campania.
Tutti concordi nell’affrontare il chiaro quadro dell’imprenditoria agricola giovanile che ha un gran bisogno di politiche che consentano di migliorare la competitività, come sostiene anche Antonella Ferrone, la neo presidente Agia Campania che ha dichiarato:
“Ringrazio coloro che hanno creduto in me dandomi fiducia con l’incarico accordatomi. Spero di poter esser in grado di soddisfare le aspettative che questo ruolo mi offre.

E che la passione nata nel mondo dell’agricoltura, mi porti in un lasso di tempo breve a risolvere eventuali gap che il sistema vive, attraverso la collaborazione non solo dei presidenti provinciali ma soprattutto dei presidenti regionali.
Cercherò di portare una ventata di concretezza permettendo sia ai giovani in fase di startup, che a coloro che hanno già anni di titolarità alle spalle di essere davvero i protagonisti del futuro attraverso le scelte imprenditoriali.”


Un ruolo non facile, ma supportato da tanta passione, iniziata per la Ferrone, avvicinandosi al mondo dell’agricoltura e poi successivamente, subentrando al nonno.
Dapprima curando solo l’aspetto burocratico, e poi occupandosi in modo più completo dell’azienda di famiglia, di circa 18 ettari di terreno legati alla coltivazione di seminativi, vigneto e uliveto.
Recentemente aperta anche ad attività didattiche che gli varranno a breve il riconoscimento come fattoria didattica e lavorando per la produzione con vendita diretta attraverso un proprio marchio.

Ufficio Stampa CIA Campania:
Annalisa Tirrito, cell. 335.5289607, annalisa.tirrito@tin.it
80143 Napoli – Via Pavia, 16 –
Tel. 081/5540590 Fax 081/5540882
e-mail campania@cia.it

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17 gennaio, ore 14,30
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Assemblea Congressuale dell’Agia della Campania/ ore 18,00 Tavola Rotonda “Giovani e agricoltura tra realtà e mito”

18 gennaio, ore 9: Workshop “I Giovani agricoltori protagonisti dell’Italia del futuro”
Grand Hotel Europa, Corso Meridionale 14, Napoli
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Il 17 e il 18 gennaio, presso il Grand Hotel Europa di Napoli si terranno gli incontri annuali della Cia- Confederazione Italiana Agricoltori e dell’Agia- Associazione giovani imprenditori agricoli.
I lavori cominceranno giovedi 17 gennaio alle ore 14,30 con l’Assemblea congressuale dell’Agia della Campania, dove, dopo i saluti di Salvatore Ciardiello, Presidente della Cia Campania e l’inizio dei lavori si procederà alla elezione degli organi statutari e alle conclusioni di Luca Brunelli, Presidente Nazionale Agia.
Si entrerà nel vivo della due giorni dedicata agli under 40, dalle ore 18, con la tavola rotonda dal titolo
“Giovani e agricoltura tra realtà e mito” a cui parteciperanno
Alfonso Andria, Vice Presidente della commissione Agricola e produzione Agroalimentare del Senato,
Luca Brunelli, Presidente nazionale Agia,
Giuseppe Politi, Presidente nazionale Cia e
Paolo Russo, Presidente della commissione Agricoltura della Camera.

Il quadro è chiaro l’imprenditoria agricola giovanile ha un gran bisogno di politiche che consentano di migliorare la competitività anche attraverso la riduzione dei costi produttivi. Infatti, il sistema delle imprese agricole fatica molto a reggere il confronto con i costi produttivi dei partner europei. Nel campo energetico ad esempio si sostengono costi superiori del 40% della media europea; del 60% nelle infrastrutture e reti e dell’80% del credito e delle assicurazioni.
Accanto a questi dati espliciti che rendono impari la competizione dei giovani italiani con i colleghi comunitari esiste un fattore non quantificato che rende difficile la convivenza quotidiana: il sistema Burocratico che si contraddistingue spesso per carenza di cultura imprenditoriale, immobilismo e ostacolo all’intraprendenza imprenditoriale.
I giovani vogliono essere concretamente impegnati a costruire un sistema-paese che consenta la ripresa dello sviluppo e della crescita. E questa condizione potrà essere raggiunta solo se le istituzioni proseguiranno sulla via del risanamento economico e delle riforme strutturali.
Ad esempio attraverso livelli di rappresentanza e gestione della cosa pubblica semplificati e omogenei per quanto riguarda la popolazione e la capacità di produzione.
Solo se saranno realizzate “Riforme” che andranno in questa direzione il sistema paese diventerà più efficiente e quindi in grado di liberare risorse da utilizzare per gli investimenti e per la riduzione della pressione fiscale.

“I Giovani Agricoltori protagonisti dell’Italia del Futuro” è il titolo del workshop che si terrà il 18 gennaio dalle ore 9 nella stessa sede, con l’obiettivo di mettere i giovani agricoltori in condizione adeguate per compiere scelte imprenditoriali che possano renderli protagonisti del futuro.
Il format che viene proposto cerca di realizzare le migliori condizioni per far emergere l’intelligenza collettiva dei giovani che parteciperanno ai lavori innanzitutto dando loro la possibilità di esprimere i propri bisogni e in secondo luogo di motivare la propria presenza e disponibilità a lavorare insieme in Agia.
Agia avvalendosi degli esperti del sistema di consulenza della Cia (nazionale e territoriale), che si occupano delle problematiche del mondo giovanile, (ad esempio lo start-up aziendale, l’accesso al credito, la disponibilità del terreno, l’accesso ai beni demaniali, le problematiche del lavoro) metterà anticipatamente a disposizione dei partecipanti alcuni materiali che possono e debbono costituire un primo punto di orientamento per capire i punti di forza e di debolezza dell’impresa che ognuno di loro conduce.
Più precisamente verranno dati informazioni e supporti sia a quei giovani che si vogliono insediare o che si sono da poco insediati nella conduzione dell’azienda agricola (startup), sia a coloro che hanno assunto da alcuni anni la titolarità dell’azienda e che si trovano nella necessità di migliorare la conduzione. Durante l’incontro esperti/facilitatori scambieranno conoscenze ed esigenze consentendo così il confronto tra la domanda dei bisogni reali e l’offerta delle opportunità di cui potrebbero beneficiare, per lo Start-up, il consolidamento e lo sviluppo dell’azienda agricola.
Casi di successo aziendale verranno in supporto alle strategie imprenditoriali, testimonianze di giovani con idee forti e vincenti. Daniela Nugnes, Assessore all’Agricoltura, foreste, caccia e pesca Regione Campania interverrà al dibattito sottolineando l’attività e le politiche portate avanti in Campania a favore del ricambio generazionale.
Mentre concluderà i lavori Salvatore Ciardiello, Presidente regionale Cia, che illustrerà le iniziative professionali che la Confederazione Italiana Agricoltori persegue a favore dei giovani e del protagonismo che gli stessi potranno avere nel prossimo futuro nel ricoprire i ruoli dirigenziali dell’organizzazione.

Ufficio Stampa CIA Campania:
Annalisa Tirrito, cell. 335.5289607, annalisa.tirrito@tin.it
80143 Napoli – Via Pavia, 16 –
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IL WORKSHOP
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“I GIOVANI AGRICOLTORI
PROTAGONISTI DEL FUTURO”
“Memorandum”
Napoli 17 e 18 gennaio 2013
“Se non apriamo ai giovani
la possibilità di un’occupazione e di una vita dignitosa,
la partita del futuro è persa,
non solo per loro ma per tutti”.
(Giorgio Napolitano)

1 – Premessa.
Noi giovani vogliamo tornare al centro dell’agenda politica di questo nostro paese perché da molto tempo ne siamo stati fuori.
Negli ultimi trenta anni abbiamo assistito attoniti e inerti a un invecchiamento incipiente e a un ampliamento delle disuguaglianze intergenerazionale.
La bassa natalità è stata insufficiente a garantire l’equilibrio demografico, il ricambio generazionale e il giusto peso che i giovani avrebbero dovuto avere nella società italiana.
Le diverse politiche pubbliche adottate hanno mostrato insufficiente attenzione per la mobilità sociale e per la funzione sociale dell’impresa.
Noi giovani, così, abbiamo dovuto affidarci alle nostre famiglie o, quando questa condizione non viene accettata, a rifugiarci all’estero alla ricerca di un lavoro professionalizzante impossibile da trovare in Italia.
Il costante contatto con i colleghi giovani imprenditori delle altre associazioni imprenditoriali giovanili ci conferma che il de-giovanimento imprenditoriale italiano è altrettanto intenso e preoccupante anche negli altri settori produttivi diversi dall’agricoltura e nondimeno poco apparente se non ignorato.
Da tempo mancano strategie robuste e continue di sostegno all’imprenditoria giovanile capaci di generare feconde attività innovative; al loro posto, nei migliori casi, abbiamo avuto deboli e complessi incentivi finanziari.
I decisori politici mirano a difendere le loro funzioni del passato, ancorati ai vecchi paradigma in un mondo invece ormai profondamente cambiato dalla globalizzazione.
Noi crediamo che questo circolo tende a deprimere la propensione all’innovazione e alla crescita.
Non è esagerato affermare che lo Stato, nelle sue diverse articolazioni si è comportato da soggetto politico conservatore, chiuso al nuovo, al ricambio generazionale!
Questo contesto socioeconomico ha determinato un decrescente interesse dei giovani per le imprese e comunque un prevalente succedersi di nuove generazioni imprenditoriali dentro le famiglie, riducendo così ai minimi termini la “mobilità sociale” verso l’alto.
Tutto questo avviene nonostante la consapevolezza che un giovane è intrinsecamente più predisposto a intraprendere vie nuove, a sperimentare nuovi approcci e specializzazioni, a cercare nuovi mercati, poiché è in media più istruito e incastrato nella modernità e nelle sue immense opportunità di cambiamento.
Un giovane in azienda, tanto nella forma di nuovo imprenditore o di coadiuvante familiare, porta con sé cambiamenti a volte piccoli ma comunque significativi, altre volte cambiamenti radicali, che destrutturano gli assetti aziendali pregressi.

2 – Fare impresa.
L’Istat con il VI° Censimento dell’Agricoltura ha evidenziato che i giovani agricoltori con meno di 40 anni sono il 9,9% del totale di cui solo la metà ha meno di 35 anni !!
Inoltre il rapporto tra giovani e imprenditori over 55 è pari a 0,08 ovvero un giovane ogni otto imprenditori con più di 55 anni !!
Un indice che rende facile comprender cosa accadrà nei prossimi 10 anni quando gli over 55 saranno in pensione!
Il motivo principale per cui pochi giovani scelgono l’agricoltura è dovuto al “reddito agricolo” che in media è più basso di quelli derivanti da altri settori.
Nei paesi sviluppati l’iniziativa imprenditoriale dei giovani e le loro idee hanno bisogno di essere stimolate per migliorare e poter crescere!
Nel nostro paese gli slanci vitali degli intraprendenti si consumano spesso nella turbolenza della nati-mortalità delle microimprese marginali o di necessità, ossia di minute iniziative autonome forzate dalla rarefazione delle opportunità di lavoro dipendente. Naturalmente, esistono anche casi di imprese innovative e di successo avviate e condotte da giovani come abbiamo dimostrato durante le iniziative territoriali di “Agriyou” e con il Bando del Mipaaf sui “Nuovi fattori di Successo”.
Più che altrove, nel nostro Paese domina un circuito di produzione di imprenditori a mezzo di famiglie imprenditoriali. In agricoltura l’azienda è il cuore dell’attività agricola e la famiglia il centro di gravitazione delle attività aziendali e sociali in primis riserva di forza-lavoro, progetto per il futuro.
In Italia da alcuni lustri ai giovani che vogliono intraprendere un’iniziativa imprenditoriale si presentano all’entrata quattro gigantesche categorie di barriere: economiche, di mercato, informative e culturali, legate allo “sviluppo dei territori” che deprimono la “volontà del fare”.

2 – 1 Barriere Economiche
Da un indagine condotta dalla Rete Rurale Nazionale circa il subentro su scala familiare dei giovani emerge che circa il 48% del totale non sceglie l’agricoltura perché giudica “insufficiente il reddito derivante dall’attività agricola” rispetto agli altri settori.
La differenza tra le aspettative di reddito agricolo rispetto a quelli dei servizi e dell’industria è maggiore al nord del paese rispetto al cento e al sud.
In secondo ordine più del 20% dei giovani percepisce in modo “negativo” la vita rurale e in terzo ordine un altro 20% “aspira a svolgere una diversa professione”
Da questi dati ne discende che solo il 29% dei giovani è “interessato in futuro a subentrare nella conduzione dell’azienda agricola” mentre il 61% rifiuta questa prospettiva e il restante 10% non ha ancora deciso.

2 – 2 Barriere di Mercato
Fare impresa in agricoltura è più difficile che negli altri settori produttivi perché agli ostacoli generali si somma il vincolo più stringente della disponibilità della terra, la cui mobilità da noi è molto bassa a causa di fattori socio-culturali e normativi. I proprietari, quasi sempre over ‘55 non sono disponibili a cederla, anche se male utilizzata, incoraggiati da un perverso sistema di incentivi, tra cui il Premio Unico, che rafforza le convenienze al mantenimento della proprietà.
Per uscire da questa paralizzante e penalizzante rigidità fondiaria che danneggia l’agricoltura e il Paese abbiamo promosso e sostenuto l’idea di istituire legalmente la “Banca della terra”; purtroppo il tentativo ben avviato al Senato della Repubblica non è giunto a compimento.
Di fatto per i giovani, il canale aperto, in netta prevalenza, è quello della terra di famiglia, della trasmissione da padre a figlio, dell’integrazione nell’azienda preesistente; questa condizione rappresenta uno svantaggio per la collettività in termini di equità delle opportunità e di allocazione ottimale del capitale umano.
Più che in altri settori, in agricoltura dunque conta molto l’accumulo fatto dai padri e dalle famiglie; questa condizione influenza pesantemente le scelte future, i gradi di libertà produttivi, organizzativi, gestionali.
Un’altra frequente barriera di carattere economico è rappresentata dall’ accesso al credito che rappresenta lo strumento principale per finanziare a breve e a medio termine sia le esigenze di crescita dimensionale che quelle d’innovazione tecnologica in particolare per i primi insediamenti.
Nel medio e lungo termine il credito consente ai giovani agricoltori di realizzare ill passaggio da politiche assistenziali a logiche e comportamenti imprenditoriali; all’affermazione cioè di un modello d’impresa più strutturato e competitivo.
Il lavoro rappresenta un’altra barriera economica!
In primo luogo vi è un problema di costo del lavoro : nella classifica “Taxing wages” stilata dall’Ocse a luglio del 2012, l’Italia è al sesto posto con il 47,6%. Tuttavia, se al dato attribuito dall’Ocse si aggiungono l’Irap, il Tfr e la trattenuta Inail, il cuneo fiscale in Italia balza al 53,5% portandoci al secondo posto, subito dietro il Belgio (55,5%) e prima di Germania (49,8%), Francia (49,4%) e Austria (48,4%). Anche in agricoltura le aliquote contributive di previdenza e assistenza sociale a carico del datore di lavoro agricolo italiano – per quanto riguarda il lavoro a tempo indeterminato – pari a circa il 35 per cento, sono di gran lunga superiori a quelle in vigore negli altri Stati membri. Il divario con gli altri Paesi europei , poi, si accentua ulteriormente se si considerano le aliquote applicate in caso di lavoro stagionale, posto che in molti Stati membri, segnatamente in Germania, Spagna, Francia, Belgio ed Olanda, il lavoro stagionale agricolo è assoggettato ad un particolare regime previdenziale basato su una contribuzione ridotta.
In secondo luogo vi è un problema di flessibilità : la normativa Italiana sui rapporto di lavoro non tutela il lavoro stagionale ma soltanto il lavoro a tempo determinato e ciò fa si che le regole da applicare ai rapporti di lavoro di breve durata, saltuari, che si ripetono più volte nel corso dell’anno siano particolarmente complesse ed onerose.
Da ultimo, gli incentivi previsti dalla legge per l’ingresso dei giovani non sono adeguati. L’apprendistato in agricoltura , date le caratteristiche del lavoro agricolo, è una fattispecie poco utilizzata. Occorre rafforzare gli incentivi all’occupazione dei giovani, anche al di là di tale fattispecie, ed applicare norme di decontribuzione e di defiscalizzazione anche ai rapporti a tempo determinato (all’interno di soglie predeterminate di durata in analogia a quelle contrattuali).

2 – 3 Barriere informative e culturali.
Per quanto riguarda le barriere informative nonostante che viviamo nell’epoca della conoscenza il 60% dei giovani agricoltori non conosce le principali “misure a sostegno” dell’agricoltura. Oltre alla mancanza di accesso ad internet un’altra causa dell’insufficiente informazione dei giovani è riconducibile alle carenze del ”sistema della conoscenza” che nel corso degli ultimi 15 anni, nelle diverse regioni, è stato fortemente depotenziato.
Le barriere culturali dei giovani agricoltori italiani sono rappresentate da un “portfolio formativo” in media carente rispetto alla formazione di base e/o superiore dei colleghi degli altri paesi comunitari.
Permane quindi, nonostante i rilevanti progressi fatti negli ultimi lustri, un livello di “formazione scolastica” inferiore rispetto alla media.
Molti giovani cercano di superare questo gap formativo attraverso una domanda esplicita e forte di “formazione continua” incentrata su alcuni temi produttivi e imprenditoriali come le tecniche produttive, l’innovazione tecnologica, la commercializzazione dei prodotti, la gestione aziendale e il credito.
Infine si deve segnalare che permangono, da parte dei giovani che vivono nelle aree urbane, alcuni pregiudizi atavici, sulla qualità della vita nelle aree rurali, circa l’”isolamento per la vita in famiglia dei giovani agricoltori” e l’ “ambiente chiuso che rende difficile costruire relazioni sociali e di comunità”

2 – 4 Barriere di accesso ai territori rurali.
Le aree rurali mediamente presentano un’ insufficiente dotazione di servizi.
I servizi ospedalieri sono inferiori rispetto a quelli delle aree urbanei, la qualità e quantità di offerta della scuola dell’obbligo rappresenta un altro fattore di inferiorità dei territori rurali rispetto alle aree urbane.
Le banche, le poste e i trasporti pubblici sono carenti, altrettanto vale per le grandi infrastrutture come le vie comunicazione e la rete internet.

3 – Richieste per superare le principali barrire all’insediamento
Accesso al fattore produttivo “terra”.
Riteniamo che l’istituzione della “Banca delle terra” sul modello francese porterebbe a facilitare l’incontro tra chi è in uscita e dal settore e chi invece vuole accedere. Proponiamo quindi che la costituzione della Banca della Terra possa iniziare dalla costituzione del “Registro pubblico dei terreni agricoli” così come previsto dall’Articolo 66 della Legge 27/2012 (Liberalizzazioni).
Riteniamo inoltre particolarmente importante approvare al più presto una legge per difendere il territorio e l’agricoltura dalla cementificazione.
Crediamo che la costituzione della “Borsa dell’ Affitto” possa incrementare la disponibilità dei terreni a favore dei giovani considerando che questa forma di conduzione interessa in Italia il 40% dei terreni a fronte dell’’80% di altri paesi comunitari.
Chiediamo che il ricambio generazionale sia accompagnato anche da significative agevolazioni fiscali.
Crediamo che occorra rendere più flessibili le regole di accesso agli incentivi del primo insediamento attraverso l’ampliamento ad altre forme come le “giovani coppie” le “forme associative“
Chiediamo che venga reso possibile personalizzare il “Pacchetto giovani multi misura”
Infine rinnoviamo la richiesta di semplificazione amministrativa a partire dalla unificazione dei controlli amministrativi di competenza regionale.
A riguardo particolarmente utile potrà essere l’ ”Agenda Digitale” che grazie alle opportunità offerte dalla tecnologia ci può mettere in condizioni di aumentare la trasparenza e la velocità di risposta alle richieste inoltrate. Siamo convinti che affrontare con incisività questo ritardo, eliminare il digital divide, che è particolarmente presente nelle aree rurali, espandere la cultura digitale con l’obiettivo di liberare le potenzialità di Internet e delle tecnologie, costituisca una delle principali opportunità di sviluppo, con benefici economici e sociali per l’intero Paese.

4 – Lo startup.
Noi di Agia negli ultimi anni abbiamo fatto raccontare a molti giovani le proprie storie professionali in modo da fare emergere i motivi e le modalità della loro scelta imprenditoriale. Ne è emerso che nella maggior parte dei casi, alla base della scelta, esistono solidi legami parentali e/o spaziali; in rari casi l’assoluta estraneità al mondo agricolo.
L’Unione Europea già dalla metà degli anni ’80 l’Unione Europea ha iniziato ad adottare provvedimenti per invertire un trend che anche allora, come oggi, vedeva una netta preponderanza degli imprenditori over 55 sugli under 40.
Si iniziò in maniera indiretta con il Reg.797/85, passando poi per i Fondi Strutturali 2328/91 (Ob. 5b), la Riforma Mc Sharry (1992) e ai successi regolamenti comunitari 950/97 e 1257/99.
Solo con Agenda 2000 e i relativi Piani Regionali di Sviluppo Rurale l’insediamento dei giovani agricoltori assume una connotazione strutturale e integrata con altre misure del piano: “Pacchetto Giovani”.
Nei due periodi di programmazione susseguenti 1999-2006 e 2007-2013 i Piani Regionali di Sviluppo Rurale hanno avuto una specifica Misura rivolta al I° insediamento di giovani con meno di 40 anni che si è sostanziata nel settennio 1999-2007 con un aiuto unico in conto capitale: Nel secondo periodo che si chiuderà il 31 dicembre p.v. quasi tutte le regioni hanno istituito il Pacchetto Giovani che ha sommato al premio d’insediamento la possibilità/necessità di fare miglioramenti aziendali e diversificazione produttiva con un sostegno in conto capitale minimo del 50%.
Tuttavia la spesa per il ricambio generazionale dei diversi Stati membri ha avuto quote di risorse modeste dai propri Psr a tale emergenza. Nel complesso, infatti, alla Misura 112 relativa al primo insediamento vengono destinate in media da tutti i Paesi Europei il 3,3% delle risorse comunitarie complessive dei piani per lo Sviluppo rurale. In Italia, le Regioni hanno programmato di destinare al premio di primo insediamento, nell’attuale programmazione, circa 700 milioni di euro. Questo stanziamento rappresenta il 4,3% dell’intera spesa pubblica programmata (1 punto percentuali in più rispetto alla media europea).

(Da Planet Psr n° 5 – Camillo Zaccarini)
La proposta del Commissario Ciolos sulla Pac 2014-2020 prevede per i giovani agricoltori che si insediano per la prima volta l’istituzione di un “Premio supplementare” sul I° pilastro della Pac fino al 2% delle risorse attribuite a ciascun stato membro. Questo provvedimento se verrà approvato incrementerà in media il pagamento unico da 944 a 1.112 euro a secondo del tipo di regionalizzazione che verrà adottata.
Le misure per i giovani nelle proposte sul II° pilastro della nuova Pac prevedono di poter realizzare nei singoli Psr degli appositi “Sottoprogrammi”, vale a dire misure coordinate tra loro e finalizzate ad affrontare il tema del ricambio generazionale.
Durante la fase di I° insediamento e subito dopo il giovane molto spesso ha, bisogno di effettuare investimenti aziendali per cercare di rendere l’impresa più redditizia. Ha quindi la necessità di avere disponibili risorse finanziarie adeguate ai bisogni.
I giovani reperiscono con diverse modalità e da diversi fonti le risorse necessarie; in alcuni casi il giovane viene dotato dai genitori o parenti delle risorse necessarie.
Più spesso deve richiedere finanziamenti al sistema bancario e finanziario; talvolta si avvale di un finanziamento pubblico che copre solo parzialmente il costo dell’investimento. In questo caso spesso ha necessità di avere un finanziamento dal sistema finanziario per cofinanziare il progetto approvato dall’ente pubblico.
Il “Piano di sviluppo rurale” è stato il principale strumento di finanziamento per i giovani agricoltori.
Più raramente hanno beneficiato di altri finanziamenti nazionali soprattutto da parte di ISMEA, con l’ex “proprietà Contadina” e con il “subentro” . Quest’ultima opportunità consente ai giovani imprenditori agricoli, anche organizzati in forma societaria, di subentrare nella conduzione di un’azienda presentando un progetto per lo sviluppo o il consolidamento dell’azienda oggetto del subentro attraverso iniziative nei settori della produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
Questa opportunità è molto interessante anche se molto complessa e quindi difficile da concretizzare.
In altre rare occasioni i giovani hanno beneficiato di fondi regionali di diversa natura.
Anche il Premio Unico della PAC in alcuni casi è stato utilizzato dai giovani per avere anticipazioni dalle banche per effettuare gli investimenti.
Molti giovani sono stati beneficiari di “misure agroambientali”, di indennità compensativa, di misure forestali dei Psr che hanno dato liquidità alla gestione aziendale e quindi consentito talvolta di realizzare piccoli investimenti.
Non conosciamo invece l’entità delle domande di finanziamento pubblico presentate dai giovani che sono state bocciate o non finanziate nell’ultimo periodo di programmazione comunitaria iniziato nel 2007e tutt’oggi aperto.
Di conseguenza non si conoscono le motivazione delle partiche presentate e non finanziate!

5 – Le proposte per superare le principali difficoltà derivanti dal “sistema paese”.
L’imprenditoria agricola giovanile ha un gran bisogno di politiche che consentano di migliorare la competitività anche attraverso la riduzione dei costi produttivi.
Anche il sistema delle imprese agricole fatica molto a reggere il confronto con i costi produttivi dei nostri partner europei.
Ad esempio nel campo energetico sosteniamo costi superiori del 40% alla media europea; del 60% nelle infrastrutture e reti e dell’80% del credito e delle assicurazioni!
Accanto a questi dati espliciti che rendono impari la competizione dei giovani italiani con i colleghi comunitari esiste un fattore non quantificato che rende difficile la convivenza quotidiana: il sistema Burocratico che si contraddistingue spesso per carenza di cultura imprenditoriale, immobilismo e ostacolo all’intraprendenza imprenditoriale.
Non è più assolutamente possibile che l’Amministrazione pubblica abbia dei tempi di risposta delle istanze che durano molto più dei 180 giorni previsti dai diversi regolamenti procedurali.
Anzi chiediamo di diminuire realmente i tempi di risposta a 90 giorni.
L’imprenditore agricolo giovanile del II decennio del 2000 ha bisogno di risposte veloci, chiare e risolutive sia rispetto alle opportunità a cui chiede di accedere che ai problemi che deve risolvere!
Denunciamo altresì l’affanno finanziario cronico e crescente in cui gli Enti Pagatori liquidano i premi.
Noi giovani siamo concretamente impegnati a costruire un sistema-paese che consenta la ripresa dello sviluppo e della crescita.
Crediamo che questa condizione potrà essere raggiunta solo se le istituzioni proseguiranno sulla via del risanamento economico e delle riforme strutturali.
Ad esempio siamo convinti che occorrano livelli di rappresentanza e gestione della cosa pubblica semplificati e omogenei per quanto riguarda la popolazione e la capacità di produzione.
Se verranno realizzate “Riforme” che andranno in questa direzione il sistema paese diventerà più efficiente e quindi in grado di liberare risorse da utilizzare per gli investimenti e per la riduzione della pressione fiscale.

6 – Il passaggio dal “Primo insediamento” a status di “Impresa vitale”
Molte delle imprese agricole italiane hanno piccola dimensione, tra cui anche quelle dei giovani anche se in percentuale minore, che non gli consente molto spesso di raggiungere livelli soddisfacenti di reddito. La presenza di mercati sempre più globali impone ai titolari di ripensare la loro attività cercando di renderla competitiva.
I giovani agricoltori si mostrano, rispetto alla media, quasi sempre in grado di introdurre e governare le innovazioni che il mondo della ricerca produce anche perché in possesso di competenze evolute sul piano delle conoscenze teoriche e in merito alla capacità di comunicazione.
I giovani agricoltori sono stati tra i principali protagonisti dell’ agricoltura multifunzionale che ha consentito di disaccoppiare il vantaggio di essere apprezzati dalla società e ricavare dalla propria attività un buon reddito.
La sfida di oggi è quella di realizzare un modello produttivo ancora più evoluto che sia capace di coniugare gli obbiettivi della crescita sostenibile, intelligente e inclusiva (Europa 2020)
Un imprenditore giovane che sceglie di indirizzare la propria azienda verso il modello multifunzionale si pone quindi nella necessità di effettuare la “Pianificazione” della propria azienda agricola.
La tecnica che più facilmente consente di determinare la capacità di competere e sopravvivere in ambiente concorrenziale è rappresentata dall’Analisi SWOT. Come ai più è noto consente di definire i “Punti di forza” e i “Punti di debolezza” nonché le “Opportunità” e i “Rischi” che possono provenire dall’ambiente esterno.
Le questioni relative all’ambiente esterno possono essere di natura politica, economica, sociale e tecnologica nonché eventuali fattori demografici e di protezione dell’ambiente.
Anche la concorrenza deve essere presa in considerazione, includendo concorrenti, clienti, fornitori e nuovi prodotti di mercato
E’ del tutto evidente che la gestione di un’impresa che effettua pianificazione è proiettata in un arco temporale di almeno 5 anni!
In queste condizioni il giovane ha quasi sempre bisogno di “consulenza” e si trova quasi sempre nella necessità di adeguare i fattori della produzione al variare delle condizioni esterne.
Per questi motivi crediamo che il premio di primo insediamento una tantum sia insufficiente e se volete anacronistico.
Per renderlo adeguato al contesto attuale occorre quindi che il prossimo Piano Strategico Nazionale dello sviluppo rurale, preveda una modalità di aiuto molto più flessibile e finalizzato al contesto della singola azienda e/o dell’azienda che opera nella logica della filiera produttiva
Da questa condizione dovrà discendere l’adozione da parte delle singole Regioni di Programmi Regionali e Misure diverse dall’attuale 121 o anche dal “Pacchetto Giovani”

7 – Il processi per il passaggio dalla “Vitalità” al “Successo aziendale”
Nelle recenti attività (Agriyou) svolte abbiamo sperimentato come la presentazione di “Casi di Successo” da parte di giovani Agia abbia avuto grande attenzione, da parte di altri giovani e dei media, in ragione del riconoscimento della forza del confronto delle conoscenze e delle esperienze.
Abbiamo constatato che molti giovani vivono contemporaneamente la sensazione di poter rinascere e di temere il futuro!
Troppo spesso si pensa che molto dipenda dalle risorse disponibili in realtà l’esperienza ci insegna che sono le idee-forza a muovere i processi di sviluppo e di crescita.
Insomma siamo convinti che per ripartire siano necessarie risorse ma ancora più talenti, classe dirigente, trasparenza e comportamenti etici.
Per questo crediamo che i casi di successo, che gli anglosassoni chiamano “best practices” , possano rappresentare per i giovani agricoltori e per il nostro paese un patrimonio comune a disposizione dell’intero sistema economico.
Chiediamo che i nuovi PSR contengano una Misura di “premialità” per i giovani che attuano “buone prassi”

8 – Conclusione
Il rinnovo generazionale in Italia è un’ emergenza non più rinviabile e quindi deve essere assunta dal prossimo Governo del paese come la sfida prioritaria.


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