Ha preso il via giovedì 1° luglio la campagna anticendi boschivi 2004 per la salvaguardia delle zone a rischio nell’intera provincia casertana. A distanza di un mese, i risultati non sono da sottovalutare. Come ha anunciato il presidente della Provincia di Caserta Riccardo Ventre, che aveva dato mandato all’assessore provinciale all’Agricoltura, Gaetano De Angelis, per la predisposizione di due squadre di pronto intervento oltre al presidio giornaliero delle colline di Terra di Lavoro ad opera del personale forestale. Inoltre, come ogni anno, istituito presso il servizio Foreste della Provincia il numero verde 800108899, ha offerto a tutti i cittadini un punto di riferimento cui rivolgersi in caso di avvistamento di incendi. Come si ricorderà, l’anno scorso lo stesso Ventre, avvilito dagli incendiari che avevano fatto del casertano la zona a più alta percentuale di incendi boschivi, aveva proposto una taglia sui piromani individuati. Da quel momento finirono i roghi.
A Positano, Na, esemplare e dura condanna ai tre piromani ucraini che hanno ricevuto una multa milionaria: devono risarcire lo Stato con 280mila euro a testa. Sono scattate, così, le prime sanzioni amministrative per il terribile rogo che la scorsa settimana, in appena due giorni, mandò in fumo circa venti ettari di bosco. Ad emetterle sono stati gli agenti della Guardia Forestale di Tramonti che, al termine delle indagini relative alla parte di loro competenza, hanno quantificato in un milione e 400mila euro il danno arrecato all’ambiente e all’erario in seguito all’incendio di giovedì. L’ammenda è per i cinque presunti responsabili, individuati poche ore dopo il rogo dai carabinieri della stazione di Positano e accusati di incendio colposo. I tre ucraini finiti in manette, scarcerati da qualche giorno con l’obbligo di firma, il proprietario del fondo agricolo da cui secondo l’accusa si sarebbero sviluppate le fiamme ed una quinta persona indicata come mandante dell’intervento di pulizia di quell’area, saranno costretti a risarcire lo Stato per l’importo di 280.000 euro ciascuno. Una sanzione pesantissima, contenuta in un voluminoso rapporto consegnato nelle mani del sostituto procuratore Sassano titolare dell’inchiesta. Oltre al danno arrecato al bosco ceduo, che finì per essere avvolto dalle fiamme sospinte da un forte vento di maestrale, nella relazione della Guardia Forestale, ci sarebbe anche il risarcimento delle lunghe operazioni di spegnimento. E cioè l’impiego dei tre mezzi aerei (due elicotteri del servizio regionale antincendio e un canadair della protezione civile) e quello del personale (Forestale, Vigili del Fuoco e operai della Comunità Montana) che operò nello spegnimento dell’incendio. Il rogo di giovedì scorso, partito intorno alle tre del pomeriggio a quanto pare nelle adiacenze di un fondo agricolo, finì per invadere l’intera montagna propagandosi addirittura tra i boschi a ridosso della strada che collega Positano a Montepertuso, mentre una fitta coltre di fumo avvolse letteralmente il centro urbano della cittadina. Un incendio vastissimo, alimentato per tutto il pomeriggio da un forte vento di maestrale che ostacolò non poco le operazioni di spegnimento iniziate qualche ora dopo.
Nel frattempo, i carabinieri della stazione di Positano, guidati dal maresciallo Giuseppe Flinio e coordinati dal capitano Emanulele Galtieri, iniziarono ad interrogare i tre giovani immigrati, fermati poco prima nei pressi della zona pare si fosse sollevata una colonna di fumo. Ad informare dell’episodio i militari dell’Arma furono alcuni turisti che a bordo di una barca ormeggiata al largo di Positano notarono la fitta coltre di fumo. Imboccata la pedonale per Gradillo, i carabinieri subito dopo si imbatterono nei tre che furono prima fermati e poi arrestati con l’accusa di incendio colposo. Con queste prime misure si spera che i piromani prima di appiccare fiamme ci pensino bene: se non hanno coscienza ecologica almeno avranno riguardo per le loro persone ele loro tasche.


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