LA LINGUA NAPOLETANA ALLE MEDIE
La presidente del Consiglio regionale, Sandra Lonardo e il vicepresidente Salvatore Ronghi, in un incontro con il consigliere provinciale Luigi Rispoli e di docenti, storici e cultori della lingua napoletana, si sono impegnati a sollecitare la VI commissione cultura del Consiglio, ”affinché venga approvata, in tempi brevi, la legge per l’insegnamento della lingua napoletana nelle scuole medie”.

L’iniziativa partita del capogruppo di Alleanza Nazionale, Luigi Rispoli fu presentata il 22 marzo scorso al Consiglio Provinciale ottenendo il massimo consenso dell’assemblea. Dal mese di maggio è ferma a Palazzo di Santa Lucia.

“La lingua napoletana – ha dichiarato Rispoli – è una grande opportunità ed un grande patrimonio culturale che va salvaguardato, al di là delle appartenenze politiche. Nella Regione Lazio sono stati più tempestivi di noi, approvando all’unanimità una legge per la tutela e la valorizzazione dei dialetti laziali con particolare riferimento al romanesco”.

I convenuti hanno rappresentato alla Presidente “che, al pari dello studio di lingue ‘morte’ come il latino ed il greco, di cui giustamente nessuno contesta la validità dell’impegno perché rappresenta un modo per avvicinarsi alle civiltà di cui quei sistemi linguistici erano espressione e di cui noi oggi siamo eredi, allo stesso modo lo studio della lingua napoletana può rappresentare un modo per fare riscoprire, soprattutto ai nostri giovani, le nostre radici”.

La Presidente Lonardo si è impegnata, come accennato all’inizio, a portare l’argomento all’attenzione della Conferenza dei Capigruppo al fine di far giungere il provvedimento all’esame dell’aula sin dalle prossime riunioni del Consiglio Regionale.

Nel convegno svoltosi, nell’autunno scorso a Santa Maria La Nova, il presidente della Provincia Dino di Palma, ricordò come “i nostri emigranti, con tutte le contaminazioni dei vari casi specifici, continuano a parlare in dialetto napoletano e non italiano, conservandone la musicalità”. Nel cordiale incontro la delegazione formata da Silvana Capuano, Umberto Franzese, Franco Lista, Carlo Iandolo, Maurizio Cuzzolin, Mario Carillo la presidente Lonardo non ha escluso un seminario con la partecipazione di una nobile napoletana trasferita negli Stati Uniti dove ha costituito un’Accademia del dialetto napoletano. L’editore Cuzzolin, ha rilevato come i libri sulla napoletanità, rispetto a quelli di altre regioni, sono i più venduti a livello nazionale. Iandolo, autore della grammatica napoletana ha ricordato che in molte università italiane esistono cattedre di lingua partenopea.

Nel progetto di legge, è prevista l’istituzione dell’Accademia della Vicaria Vecchia, punto di riferimento per la conservazione di elaborati, ricerca storica e linguistica, percorsi formativi, preparazione di una grammatica e un vocabolario, archivi sonori e videocinematografici.

La Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici, per il quarto anno consecutivo, ha approvato un piano d’interventi e di finanziamenti per la realizzazione di progetti nazionali e locali nel campo dello studio, delle lingue e delle tradizioni culturali. Rientrano in questo piano, la lingua sarda, friulana, arbereshe, croata, ladina, slovena, germanica, francese-occidentale-franco/provenzale, un ricco patrimonio a rischio estinzione.

L’auspicio degli intervenuti, come per la lingua arabesche che si parla a Greci in provincia di Avellino e molti paesi del Molise, anche per la lingua napoletana la Regione Campania, approvi al più presto, una legge per la difesa dell’idioma partenopeo.
Da: Mario Carillo [mcarill@tin.it]


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