PIANO DI SVILUPPO RURALE: A RISCHIO L’APPLICAZIONE DI IMPORTANTI MISURE IN PROVINCIA DI NAPOLI
Per quello che è attualmente noto, il Piano strategico per lo Sviluppo Rurale della Campania 2007-2013 avrà particolari difficoltà di applicazione in provincia di Napoli, con il deleterio effetto di veder negata l’opportunità di un importante contributo per la difesa, il consolidamento e la riqualificazione degli equilibri territoriali attraverso il significativo ruolo svolto dalle aziende agricole.
A richiamare l’attenzione sulla questione nell’imminenza dell’invio del Piano a Bruxelles per l’approvazione definitiva, è la Coldiretti napoletana, che evidenzia i condizionamenti legati alla programmata applicazione del Piano Strategico di Sviluppo Rurale sulla base del Piano Territoriale Regionale.
Il primo nel richiamare rigidamente il secondo, quale principale strumento di riferimento per l’impostazione della programmazione dello sviluppo locale, produce scelte penalizzanti per i territori dove proprio la conurbazione soffocante, la forte pressione della presenza umana e le diffuse situazioni di degrado ambientale e socioeconomico, dovrebbero suggerire, per il ruolo di baluardo di presidio territoriale svolto e espressione di un patrimonio inestimabile di valori, l’incentivazione di chi coraggiosamente e con importanza crescente rispetto all’aggressiva urbanizzazione intende continuare a fare agricoltura nelle sue molteplici valenze economiche, ambientali e sociali – sottolinea il presidente di Coldiretti Napoli, Filomena Caccioppoli.
Le misure escluse sono quelle relative all’Asse 3 del PSR – Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale (2.4.).
Specificamente, la misura 3.1 esclude interventi per la ristrutturazione di volumetrie aziendali, nonché acquisti di attrezzature ed arredi da destinare ad attività di accoglienza, alloggio e sala ristorazione (tipologia a1) nella Macroarea A1, comprendente, insieme a parte del territorio provinciale, il Parco del Vesuvio, e di attività didattiche e sociali espressioni del patrimonio culturali e di competenze dell’attività agricola (tipologia a2, a3), nella Macroarea B1, ignorando a torto le forti potenzialità di sviluppo sostenibile e salvaguardia ambientale con esse attivabili proprio nelle aree dei Campi Flegrei, delle Isole, della Penisola Sorrentina e dei Monti Lattari, oltre che nei comuni vesuviani, nell’area nolana e nella restante provincia di Napoli.
Altrettanto dicasi per le misure 3.2.-“Sostegno alla creazione e allo sviluppo delle microimprese” (2.4.1.2.), 3.3 – “Incentivazione delle attività turistiche” (2.4.1.3.), 3.4 – “Servizio essenziali alle persone che vivono nei territori rurali” (2.4.2.1.), 3.5 – “Sviluppo tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” (2.4.2.2.), 3.7 – “Formazione e informazione” (2.4.3.1), 3.8 – “Acquisizione di competenze e animazione” (2.4.3.2) che non sono attivabili per l’intero territorio del Parco del Vesuvio e il Nolano.
In particolare, la riproposizione nelle loro dominanti identificative dei quadri territoriali previsti dal PTR che si fonda sull’identificazione dei Sistemi Territoriali di Sviluppo, aggregati in provincia di Napoli in Macroaree con criteri “rispondenti ad omogeneità diffuse di tipo rurale ed agroalimentare”, segue un percorso metodologico basato essenzialmente su indagini e informazioni di natura statistica quantitativa poco rispondenti al reale e molteplice valore specifico della realtà agricola e rurale presente sul territorio provinciale napoletano.
Una metodologia che ha prodotto la sostanziale caratterizzazione della provincia di Napoli in Aree urbanizzate con spazi agricoli residuali (A1), con forti preesistenze agricole e diffuse situazioni di degrado ambientale (A2) e a forte valenza paesaggistico-naturalistica, con potenzialità di sviluppo integrato (B1), nelle quali non è possibile applicare le citate misure.
Nicola Rivieccio

Da: Nicola Rivieccio [nicola.rivieccio@coldiretti.it]


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