BENEVENTO. IL REPORT SUL SEMINARIO DI IDEAS, Cooperativa Sociale Infant Brides: Non è facile essere donna

La cultura, tra tradizione e rispetto
Gli spunti di riflessione del seminario.

“Cos’è la cultura di un popolo?” si chiede Bogaletch Gebre, attivista etiope per i diritti delle donne. Domenica 27 marzo a Benevento ci siamo lasciati interrogare (io come ascoltatore, chiamato a introdurre i testimoni e gli studiosi) dalle sue parole grazie al seminario nato dalla mente della cooperativa Ideas – Istituto Demo Etno Agriculturale del Sannio – per presentare il documentario del performer Antonio Pizzicato dal titolo Infant Brides (Spose Bambine), realizzato a partire dalle immagini da cui il fotografo freelance Achille Piotrowicz ha creato il reportage Early Marriage.
Ampia e variegata la platea che ha affollato il Centro di Promozione del Territorio, dalla gente comune ai responsabili delle associazioni, ai docenti, agli attivisti.
Molte donne, tanti giovani, comune la voglia di conoscere e confrontarsi.
La relazione introduttiva dell’antropologo Mario De Tommasi, direttore di ideas, ha mosso le sue fila dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 per tracciare un ragionamento sull’incontro possibile tra la tradizione e i diritti umani.
Con l’attivista e ricercatrice Titti Coretti si è poi ragionato su alcuni casi esemplari della tradizione nepalese, dove si passa dalla venerazione della dea bambina al rifiuto della stessa e l’assimilazione alle altre donne (ritenute ovviamente impure) al sopraggiungere del primo ciclo mestruale.
Antonella Brita, assegnista di ricerca per gli studi sull’Etiopia presso l’Università “L’Orientale” di Napoli ha invece delineato un percorso intenso dalla mitologia religiosa cristiana all’attualità geografica per la quale il fenomeno delle spose bambine rappresenta per la famiglia un’ottima riuscita sociale.
Emblematico e ricco di spunti il caso di Indro Montanelli che, nel corso della campagna d’Africa, sposò una giovane vergine con sole 500 lire.
«Per molti uomini – sostiene la Brita – possedere una vergine è ben più gratificante che pagare una prostituta».
Ecco dunque profilarsi lo spettro del madamato, operazione ancora oggi diffusissima che sfrutta le credenze tradizionali per assecondare gli istinti pedofili di molti occidentali.
Ogni anno le spose bambine sono nel mondo 14 milioni, di cui almeno il 90% nei Paesi in via di sviluppo.
Le adolescenti già sposate sarebbero invece in totale 51 milioni, sfiorando addirittura il 50% dell’intera popolazione giovanile etiope di sesso femminile.
Il 98,69% delle bambine viene sposato tra i primi mesi e i 9 anni di vita e il dato più sconcertante è che tale età media si sia abbassata notevolmente nell’arco di una generazione, a causa delle condizioni di vita sempre più disperate che portano le famiglie a vedere in questa soluzione l’unica via di speranza per non morire di stenti. Secondo la Coretti tali dati sono addirittura sottostimati, in quanto in molte nazioni le donne non sono neppure dichiarate all’anagrafe.
E se «la cultura della tradizione non si sceglie – come afferma Antonella Brita – mentre quella del rispetto si compra a caro prezzo attraverso un processo di deculturazione interno alla comunità», non ha dubbi Federica De Nigris, responsabile del progetto Desc (Diritti Economici Sociali e Culturali) di Amnesty International Campania, secondo la quale «la cultura del rispetto non può essere posta sullo stesso piano di quella della tradizione».
A sostegno dell’ideologia di Amnesty, che patrocina il video di Pizzicato, la De Nigris parla di come il matrimonio precoce sia una delle principali cause di analfabetizzazione e come in Italia, in nome dell’onore familiare legato al comportamento delle donne, si siano giustificati fino a tempi recenti i delitti d’onore.
Secondo Amnesty International, le tante denunce di violenza delle spose bambine rappresenterebbero solo il 5% dei casi reali, in quanto la stragrande maggioranza di esse trova da parte della società e delle istituzioni il muro di gomma della vita nelle mura domestiche.
Il parallelismo tra la modernissima Europa e l’arcaica realtà delle “infant brides” non è poi così fuori dal reale. La giornalista e poeta Dora Celeste Amato, in un dialogo privato, mi ricordava infatti di come in un convegno sulle pari opportunità tenutosi a Sparanise, paese in provincia di Caserta, lo scorso anno, le donne ritenessero indiscutibile la supremazia del maschio e l’uso della forza per fare valere la propria virilità.
In chiusura dell’incontro poi le parole hanno lasciato spazio alle immagini. Introdotto da Achille Piotrowicz che ha vissuto in Etiopia per circa due mesi, il lavoro di Antonio Pizzicato, performer della voce e acclamato uomo delle nuove frontiere del teatro, si dipana per poco più di sei minuti di immagini accompagnate da testimonianze scritte delle spose bambine.
“Ricordo solo che quando avevo otto anni fui sposata e la mia famiglia ricevette in cambio due mucche e una capra”, si legge nelle didascalie della proiezione.
«Sono pieno di dubbi – conclude Pizzicato – e la tentazione più grande è quella di ricorrere alla preghiera senza confini religiosi, levando le mani e lo sguardo al cielo».
La forza della fotografia comunica con ancora maggiore enfasi il nodo cruciale del seminario e da lì tutti usciamo con ancora più dubbi su quanto e quando sia giusto intervenire (lo ribadisce De Tommasi, salutando gli intervenuti) sulla cultura tradizionale per far valere quelli che, per noi uomini d’Occidente, sono i diritti violati dell’umanità.
Antonio Puzzi
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BENEVENTO. IDEAS Cooperativa Sociale presenta
Infant Brides – Non è facile essere donna
27 marzo ore 18
presso il Centro di promozione del territorio
via Sandro pertini, area Terminal
Benevento
Seminario di approfondimento sul tema delle spose bambine con un focus sullo scontro tra la Cultura della Tradizione e quella del Rispetto in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Benevento
con il patrocinio di Amnesty International

“Cos’è la cultura di un popolo? Qualcosa che costantemente cambia.
In Europa, bruciavate le streghe: la cultura è cambiata.
Ogni donna possiede il senso della propria dignità.
Io sapevo di non essere un animale, un oggetto, e non volevo essere trattata così.
Nessuna vuole essere rapita o infibulata: a qualsiasi nazione appartenga.
La cultura di un popolo è in movimento.” [Bogaletch Gebre]

Indirizzi di saluto
Annachiara Palmieri
Assessore alle Politiche Sociali per la Provincia di Benevento

Modera
Antonio Puzzi – Press Officer Fabbrica delle Arti Presidente Associazione Culturale LOA
Interventi
Mario De Tommasi – Demologo
Direttore dell’Istituto demo etno agriculturale Sannita
Titti Coretti – Dottore di ricerca presso l’Università La Sapienza
Attivista per i diritti umani
Antonella Brita – Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi e Ricerche su Africa e Paesi Arabi de “L’Orientale”
Federica De Nigris – Coordinatrice del Coordinamento DESC di Amnesty Campania -Diritti Economici Sociali e Culturali
Achille Piotrowicz – Fotogiornalista freelance Autore del reportage fotografico “Early marriages”
Antonio Pizzicato – Regista, compositore e performer della voce
Autore del filmato “Infant Brides”- patrocinato da Amnesty International
Programma
Il progetto si sviluppa in un pomeriggio di studio e approfondimento sul tema delle spose bambine, argomento che deflagra nello scontro di due culture: la cultura della tradizione contro la cultura del rispetto. L’incontro è aperto dal dottor Antonio Puzzi che introduce il tema e presenta gli ospiti.
Conseguentemente il demologo Mario De Tommasi, nonché direttore della cooperativa sociale IDEAS, offre all’uditorio una visione accurata dei contesti socio-culturali in cui si perpetua l’eterno incontro-scontro tra tradizione e rispetto dei diritti umani.
Una sua breve digressione riguarderà i parallelismi possibili tra le culture che verranno analizzate dai partecipanti al convegno e il passato prossimo dei luoghi che viviamo abitualmente.
Alle sue spalle, sul grande schermo di proiezione, scorrono alcune slide che accompagnano le sue parole.
Segue l’intervento dell’attivista per i diritti umani Titti Coretti, dottore di ricerca de “La Sapienza” di Roma che, nel raccontare la sua esperienza in Nepal, parla delle difficoltà di essere bambina e donna in una delle società più povere dell’Asia.
Matrimoni combinati, sfruttamento del lavoro e generale sottomissione all’uomo nel rispetto delle tradizioni della casta di appartenenza.
Alle sue spalle, alcune fotografie scattate dalla stessa Coretti, durante la permanenza in India.
L’attenzione si concentra quindi sull’intervento dell’Etiopista Antonella Brita, assegnista di ricerca presso “L’Orientale” di Napoli, che introduce il tema delle “spose-bambine” in Etiopia attraverso un percorso storico-culturale che, muovendo da richiami di carattere mitico e religioso, porterà ad affrontare l’evoluzione del fenomeno e il suo attuale significato nella società etiopica in una prospettiva di rispetto della tradizione e di libertà individuale di scelta.
La sua esperienza conclude idealmente la prima parte dell’incontro.
L’intervento del fotogiornalista Achille Piotrowicz apre così la seconda parte.
Il suo racconto è punteggiato dalla proiezione delle fotografie che ha scattato nelle zone rurali dell’Etiopia del nord – dove ha assistito a diversi matrimoni – e nella capitale, Addis Abeba, presso il quartiere “Mercato”, dove le prostitute affittano baracche a 10 dollari al giorno per consumare i rapporti con i clienti.
Molte di queste sono le stesse bambine, ora cresciute, fuggite dai villaggi e giunte alla capitale con la speranza di sostenersi con un lavoro onesto.
Ci avviciniamo al momento conclusivo dell’evento: la visione sul grande schermo del piccolo film fotografico documentario Infant Brides, patrocinato da Amnesty International.
Antonio Pizzicato, regista, compositore e performer delle voci che compongono l’originale colonna sonora del film ne introduce la visione.
Dopo la proiezione del video, si apre uno spazio al confronto con la platea che completa con le sue domande e considerazioni il proficuo pomeriggio di studio.
Al termine, piacevolmente, ci si avvia verso il buffet sulle note del celebre musicista etiope Mulatu Astatke.

foto di Achille Piotrowicz

ideas Scarl
800.800.824 – 349.7451656
www.ideasannio.it
info@ideasannio.it

da: Antonio Puzzi
a.puzzi@alice.it;


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