ALL’ATTENZIONE DEI GIORNALISTI

Vi giro alcune domande che il gruppo parlamentare del M5S della Decima commissione al Senato della Repubblica (Industria, turismo e commercio) ha rivolto oralmente e per iscritto all’Ad del gruppo Eni, Paolo Scaroni.
Le domande sono tutte interessanti e atte a cercare di capire alcune grosse incongruenze che chiaramente si riversano negativamente sui cittadini, sulle famiglie e sulle imprese italiane.
Ancor di più sarebbero interessanti le risposte …. se mai arriveranno, ve le invierò.Un saluto,e.p.

SCARONI RISPONDI
Indagine conoscitiva sui prezzi dell’energia elettrica e del gas come fattore strategico per la crescita del sistema produttivo del Paese: domande per l’audizione di rappresentanti dell’ENI del 24 settembre 2013.
Premesso che l’Italia è geologicamente una terra sismica e piena di bacini idrici, intesi come aree di ricarica delle sorgenti dei fiumi e delle falde idriche, premesso che in Italia non esiste una legge sul conflitto di interesse, per cui spesso le relazioni tecniche per le società petrolifere sono di geologi che direttamente o indirettamente lavorano con le compagnie minerarie o lavorano con Università finanziate dalle società minerarie, le chiediamo:
01 – Secondo quanto riportato in “Politica e sfide nel settore dell’energia”, realizzato col contributo della Commissione al Consiglio europeo del 22 maggio 2013, i «prezzi del gas differiscono considerevolmente nei vari Paesi dell’Eu, a seconda del livello di concorrenza”. In Italia, nonostante la nazione vanti rispetto all’Inghilterra e al pari della Germania un dato positivo al di sopra del 2% dell’obiettivo intermedio nell’attuazione della direttiva Eu sulle energie rinnovabili (il 20% di energia rinnovabile entro il 2020 – l’Italia ha una quota di energia rinnovabile al 2010 del 10,4%, l’Inghilterra del 3,3%, la Germania dell’11%) e nonostante ancora la nazione vanti anche, al pari dell’Inghilterra, della Germania e del Belgio, un portafoglio diversificato di fornitori di gas e di rotte diversificate di approvvigionamento (in Italia arriva gas dalla Libia, dall’Algeria e dalla Russia alla frontiera orientale), i prezzi franco frontiera in Italia sono del 33% superiori al prezzo del gas franco frontiera di Inghilterra, Germania e Belgio.
Per rendere pratica l’evidenza, a pagina 25 del pdf del suddetto contributo Eu, si legge che il prezzo in euro/MWh, in Inghilterra, Belgio e Germania oscilla tra i 22,9 cent. e i 24,5 cent., mentre in Italia è di 34,6 cent., quasi uguale al prezzo del gas in Lituania e Bulgaria (37,9 e 43,9), che pero, a differenza dell’Italia, hanno un solo fornitore e una sola rotta di approvvigionamento.
Le domande che sorgono da questo quadro/premessa sono due:
A – come mai il prezzo medio franco frontiera del gas in euro/MWh è così differente tra noi e l’Inghilterra, il Belgio e la Germania, nonostante anche i meccanismi per la regolamentazione dei prezzi al dettaglio, sempre secondo la relazione della Commissione del 22 maggio 2013, siano sostanzialmente simili?
B – se, al pari dell’Inghilterra, abbiamo già tre differenti vie di approvvigionamento e di fornitori, che necessità abbiamo di realizzare altri gasdotti come il TAP e il South Stream?
C – al fine di ridurre i costi del gas, tenuto conto del calo della domanda dei consumi, non ritenete utile e necessario avviare con maggiore impegno la rinegoziazione dei contratti di approvvigionamento take or pay?
02 -Nell’ambito della vostra attività industriale, cosi come è stato fatto in Germania, avete elaborato analisi o studi sulle esternalità negative che vengono scaricate alla collettività, per quantificare i danni causati ad esempio dalle emissioni climalteranti e inquinanti?
03 – Il consumo finale di energia nell’Eu, nel 2011, suddiviso per settori, secondo la Commissione europea, vede un:
26% dell’industria;
33% dei trasporti;
25% delle abitazioni private;
13% dei servizi;
2% dell’agricoltura.
Sulla base di queste percentuali medie, che più o meno trovano corrispondenza percentuale in Italia, non ritiene che sarebbe ora di ridurre la dipendenza energetica dal fossile investendo seriamente in energie rinnovabili che abbattano sensibilmente le elevate quote di consumo finale di energia nei settori che più di altri possano beneficiare di autonomia energetica. E ci riferiamo ai fabbisogni energetici dell’industria, delle famiglie, dei servizi e dell’agricoltura, che in totale comportano circa il 70% del consumo finale di energia?
04 – Se un corretto e studiato piano energetico rinnovabile ci portasse a risparmiare circa il 70% di consumo energetico da fossile, aumentando la quota di idrocarburi da destinare alla trazione motoristica, senza aumentare le estrazioni, che senso ha andare a perforare spasmodicamente in Italia, su terraferma e nel mare, per estrarre pessimo petrolio (è strapieno di zolfo) che non coprirà nemmeno il 10% del fabbisogno nazionale? È risaputo che in Italia, su terraferma, c’è un elevatissimo rischio di inquinare la catena alimentare umana contaminando le falde e le sorgenti dei fiumi perché è inevitabile perforare anche nei bacini idrici di ricarica di falde e sorgenti; e che le piattaforme marine, invece, oltra a sversare in mare circa 9 mila tonnellate di rifiuti all’anno, sono un rischio elevato per l’intero ecosistema del Mediterraneo, essendo il Mediterraneo un mare chiuso.
05 – Quali studi scientifici INDIPENDENTI la sua società mineraria può vantare per giustificare l’uso di sostanze tossiche, nocive e radioattive
(bario, polimeri, cromo, afnio, berillio, americio 241, ed altri -http://apocalisseitalia.blogspot.it/2008/12/trivelle-radioattive.html,http://dorsogna.blogspot.it/2013/09/acidi-foggia-pisa-adriatico-viterbo-e.html,
http://dorsogna.blogspot.it/2013/09/la-basilicata-acidizzata.html,http://dorsogna.blogspot.it/2013/09/lacidizzazione-dei-pozzi-hcl-e-hf-i.html) nel sottosuolo italiano, senza rischi al circuito dell’acqua e alla catena alimentare umana?
06 – Quali studi scientifici INDIPENDENTI la sua società può vantare a favore delle perforazioni e delle reiniezioni di acqua di strato (tossica e nociva) ad alta pressione, nel sottosuolo italiano, fino a diversi km nel sottosuolo, in aree sismiche o con faglie sismogenetiche, come ENI sta cercando di fare in Val d’Agri, col pozzo di reiniezione Monte Alpi 9 or, lungo la faglia sismogenetica del terremoto del 1857 di Grumento Nova, undicesimo grado della scala Mercalli?
07 – Il piccolo comune di Grumento Nova, in Basilicata, meno di duemila abitanti, si è opposto al pozzo di reiniezione Monte Alpi 9 or. Si è opposto per paura che possa essere sollecitato un sisma. Non ritiene che la potente Eni possa fare un gesto tranquillizzante e rinunciare a perforare il Monte Alpi 9 or vista l’estrema vicinanza alla faglia sismica, dato che per voi è solo una questione di costi?
08 – Analogamente alla domanda precedente, sempre in Basilicata dove attuate l’80% delle perforazioni nazionali, non ritiene un gesto di tranquillità sociale sospendere il pozzo Alli 2, che state realizzando a 3 km da un ospedale e a 300 metri dalle case del piccolo paese di Villa d’Agri, meno di 2000 abitanti e che tanta agitazione sociale crea nella gente? Come lei ben sa (Trecate in Piemonte, insegna) i pozzi possono anche esplodere o emettere (come il Gorgoglione 2, in Basilicata) alte concentrazioni del mortale idrogeno solforato.
09 – Quali studi scientifici INDIPENDENTI la sua società possiede, che documentano che perforare nelle aree di ricarica delle sorgenti dei fiumi, come accade nella Concessione Val d’Agri, dal 1997, è una pratica che non inquina irreversibilmente le circa 650 sorgenti del fiume Agri sottese dall’area di ricarica da voi perforata? Nella concessione Val d’Agri ci sono ben tre bacini idrici di ricarica con diversi pozzi minerari al loro interno, sono l’Alli, Molinara/Bocca dell’Acqua e Peschiera Pedale. Mentre diversi pozzi insistono a poche centinaia di metri da ben altre 8 aree di ricarica e molti di questo pozzi hanno una perforazione in orizzontale, e, infine, ben 14 pozzi sono realizzati o da realizzare intorno alla diga del Pertusillo, di recente interessata da diverse morie di pesci oltre al fatto che analisi indipendenti dimostrano una concentrazione di idrocarburi e metalli pesanti addirittura nei sedimenti della diga, lungo la sponda interessata dalla presenza di pozzi minerari.
10 – La tecnica di reiniezione di liquidi ad alta pressione, con la quale iniettate acqua di strato (fanghi, acidi, polimeri) nel sottosuolo per aumentare il pescaggio del petrolio, oltre ad essere a rischio elevato di sisma (affermazione del professore Leonardo Seeber, sismologo di chiara fama), può essere considerata anche una maniera per smaltire illecitamente i fanghi che producete?
11 – Ci sono prove che in Italia avete usato acidi tossici, l’HCl, acido cloridrico, e l’HF, acido fluoridrico, sin dal 1999, in Basilicata, e dal 2000 a Trecate in Piemonte, e poi anche a Foggia, vicino Parma e a Viterbo, oltre che in una imprecisata area del mar Adriatico. Gli acidi servono a dissolvere la roccia e a liberare gli idrocarburi. Insieme agli acidi avete anche sperimentato una perforazione orizzontale che ricorda molto la tecnica del fracking, non legale in Italia in quanto non normata. Al di là dell’elevata nocività e tossicità verso l’uomo e la sua catena alimentare di queste sostanze rilasciate ad altre concentrazioni e ad alta pressione nel sottosuolo, abbiamo anche trovato uno studio che dimostra la correlazione tra l’HCl e la moria di pesci nei laghi e nei fiumi. Lei può escludere che in Val d’Agri, nel lago del Pertusillo, dove dal 1999 usate HCl, le diverse morie di pesci non abbiano una vostra responsabilità, proprio legata all’HCl e alle altre sostanze che usate, in maniera diretta o in maniera indiretta, tramite l’eutrofizzazione del lago?
12 – Avete un registro delle quantità dei fanghi e dei rifiuti petroliferi prodotti nei vostri pozzi estrattivi in Italia? Lei sa bene che c’è una correlazione diretta tra quantità di rifiuti e barili estratti. Non per sfiducia in ciò che dichiarate in tema di quantità di barili estratti, ma avere un report indiretto, come possibilità di verifica, è segno di trasparenza.
13 – Una piattaforma marina in dieci anni emette ben 90 mila tonnellate di rifiuti tossici e fanghi. È sicuro che non viene gettato tutto in mare? Ci può dire come fate per evitarlo?
14 – Ritiene giusto che le società minerarie tengano secretati i piani ingegneristici? Lei sa bene che i piani ingegneristici sono l’esatta descrizione di cosa si perfora, di come si perfora, di cosa si incontra durante la perforazione (che può raggiungere anche i 7 km di profondità) e, soprattutto, di cosa si inietta nel sottosuolo che le ricordo è pubblico e non privato. Non ritiene inopportuno trincerarsi dietro il segreto industriale, poiché non si vuole sapere in che concentrazioni usate le vostre oramai note e micidiali miscele, ma solo quali sostanze usate e cosa incontrate nel sottosuolo. Lei sa bene che nel sottosuolo si forma il circuito dell’acqua, primaria fonte diretta e indiretta della catena alimentare umana.
15 – Ci sono 6 pozzi in Basilicata, nella concessione Cugno le Macine, in Val Basento, che sono dichiarati come pozzi estrattivi a gas, ma hanno prodotto inquinamento da idrocarburi pesanti, come da relazione ufficiale dell’ARPA di Basilicata.
In merito è lecito chiederle: cosa fa ENI, estrae petrolio e dichiara gas? È un errore? Costituisce in tal modo fondi neri? Fa contrabbando di petrolio al mercato nero?
Senatore Petrocelli, Castaldi, Girotto, Santangelo
Gruppo Parlamentare Movimento 5 Stelle
enzo [enzopalazzo56@alice.it]


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