Finalmente al via la bonifica nel porto di Baia: spariranno i ponti dei relitti galleggianti nello specchio d’acqua di Baia, che erano diventati loro malgrado un punto d’osservazione turistico. Dopo quasi due decenni dal loro abbandono, la bonifica del cimitero della navi sta per diventare realtà, dunque. Una spinta decisiva alla bonifica è arrivata dalla Prefettura e dall’assessorato regionale all’ambiente con l’accordo tra Ministero dei Trasporti, Commissario di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque, Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, che hanno reperito le risorse finanziarie per dare il via alla rimozione e alla demolizione delle navi affondate nella zona portuale. L’annuncio l’ha dato all’assessore all’ambiente della Regione, Ugo de Flaviis comunicando anche che la cifra messa a disposizione è di 1,6 milioni di euro. Sarà la Capitaneria di porto a sovrintendere la rimozione attraverso le ditte aggiudicatarie della gara per il ripristino ambientale della linea di costa che da punta Epitaffio arriva sotto al Castello di Baia. Le operazione di bonifica sono di grande complessità, perché interventi di questo tipo non sono molto frequenti. Ed è anche per questo il costo dell’intervento è lievitato con il passare degli anni. Sono almeno cinque i relitti abbandonati sotto-costa: i nomi sono cancellati dalla salsedine, ma basta spulciare le carte della Guardia Costiera per scoprirli. Così il mare, a pochi metri di profondità, sta facendo rinascere sulle carcasse adagiate sul fondale sabbioso, gli organismi marini da tempo assenti. Ma non si può più perdere tempo, bisogna togliere quelle navi arrugginite, che sorgono a pochi passi dal parco sommerso di Baia. Per la bonifica, fino ad ora, non si è speso nulla, perché la ditta che doveva cominciare i lavori è fallita prima ancora di cominciarli. Le lungaggini processuali e burocratiche hanno fatto il resto rovinando uno degli specchi d’acqua più interessanti del mondo, almeno dal punto di vista degli archeologi che hanno esplorato le sue profondità. E se si è evitata una catastrofe ambientale, lo si deve solo agli automatismi del mare, che si autopulisce a dispetto di chi lo inquina. Baia riacquisterà così, il titolo di località turistica, avendo tutte le strutture e i mezzi per aspirare a rientrare nel circuito del turismo che conta..


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