Emergenza rifiuti: Acerra, continua il braccio di ferro tra Comune e Commissario per il termovalorizzatore. Questa mattina il sindaco e i concittadini hanno occupato i terreni dove si deve aprire il cantiere per il termovalorizzatore. La polizia ha ricevuto l’ordine di sgombrare i manifestanti e tutti sono stati portati lontani dal cantiere.Nei giorni scorsi si preanunciava un
Ferragosto di passione per i cittadini di Acerra: il commissario Corrado Catenacci determinato, ormai, ad atuare le procedure per l’apertura del cantiere per la realizzazione del termovalorizzatore di Acerra, ha confermato la volontà di procedere alla costruzione, liberando i dieci ettari che in località Pantano sono occupati da un anno e mezzo dai gruppi che contestano la scelta di Acerra. L’annuncio è stato ripetuto a Napoli dopo le nuove dimostrazioni dei cittadini acerrani, sindaco in testa poi ricevuto da Guido Bertolaso capo della Protezione civile, venuti a urlare le loro ragioni ancora una volta sotto la prefettura.. La notizia dell’imminente apertura del cantiere, nel giro di poche ore, nei giorni scorsi aveva fatto il giro di Acerra, dove il Comune si oppone sin dall’inizio al progetto, tant’è che il sindaco aveva emesso ordinanza di divieto dell’utilizzo dell’area dove si vuole costruire l’impianto. Sindaco contro Commissario? Sì, ma solo per poche ore, perché l’ordinanza è stata revocata dal commissario. Catenacci, che è sostenuto anche dal governatore della Regione che non ha mai smesso di fornirgli tutta la collaborazione per dargli modo di completare il ciclo degli impianti, ha invocato un’azione forte per andare avanti nelle decisioni prese, ma anche per sollecitare tutti ad una maggiore sorveglianza per impedire che vengano ancora smaltiti in Campania rifiuti fuorilegge, tossici e nocivi, provenienti da altre regioni, sollecitando, altresì, gli interventi di bonifica delle vecchie discariche. Il commissario infatti, già nel giugno scorso, oltre e dire le cose qui scritte, aveva evidenziato come traffico di rifiuti e sversatoi abusivi fossero effetti della mancanza dell’anello finale del sistema di smaltimento in Campania: i termovalorizzatori. Val la pena ricordare, a questo punto, che in Campania ne sono previsti due, il primo ad Acerra, il secondo a Santa Maria La Fossa, per bruciare e trasformare in energia elettrica le balle di combustibile da rifiuti prodotte dai sette impianti Cdr e che ora sono accumulate un po’ dovunque, stanno generando proteste, tensioni e malcontento. L’impiego di reparti speciali ad Acerra per presidiare e tenere l’area che oggi non è recintata si è mostrata, però, operazione difficile, che desta non poche preoccupazioni. Negli ultimi sei mesi, si sono svolte ai ministeri dell’Interno e dell’Ambiente, riunioni per preparare l’intervento e proteggere i lavori. Probabilmente saranno impegnati ininterrottamente operai e imprese provenienti da fuori regione fino a quando non sarà sicura l’area. La Fibe, appaltatrice della costruzione e del servizio di smaltimento in Campania, è da mesi che si dichiara pronta e attende il via libera. L’azienda ha vinto tutti i ricorsi amministrativi e giudiziari. Da parte del Comune di Acerra sembrava esserci stata la decisione del dialogo ma i fermenti di questi giorni non lasciano presagire nulla di buono anche se la data del 12 agosto, fissata per la posa della prima pietra del termovalorizzatore ad Acerra, ha subito un rinvio. Ma fino a quando? Gianpaolo Necco


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