E’ il giorno della memoria. La festività cristiana di tutti i santi invita, almeno per ventiquattr’ore, a delle profonde riflessioni. Nessun requiem, per carità, per i viventi, ma soltanto un invito a guardarsi intorno e a cercare di trovare la forza per ricomporre i brandelli di Napoli e dintorni. Il degrado che regna sovrano ha invaso anche i cimiteri. Il camposanto luogo di culto è diventato terra di predazione. Cappelle spogliate degli antichi arredi di famiglia, lapidi frantumate, mentre c’è chi va a rubare anche i fiori nei vasi. E non lo fa perché non può permettersi di acquistare qualche fiore per i suoi morti. Soltanto sfregio o sadico gusto. Povera Napoli, griderebbe il principe Totò. Sì, i defunti senza alcuna colpa, sono, loro malgrado, lo specchio di questa società. Siamo tutti bravi a lamentarci, ma nessuno a correre ai ripari. La gente chiede sicurezza e invoca una presenza massiccia delle forze di polizia sul territorio; mentre sull’altro versante i vertici delle forze dell’ordine, giustamente, si lamentano che delinquenti tradizionali, tossici, rapinatori e spacciatori riacquistano la libertà con estrema facilità. E chi ha paura, allora, cosa fa nelle zone a rischio? Si rivolge direttamente a pistoleri e killer, affinché facciano attenzione a non colpire gli innocenti quando fanno fuoco. L’iniziativa sarebbe partita dalle disperatissime mamme dei Quartieri spagnoli ove è in atto una sanguinosa guerra tra i clan.
Napoli, disgraziata. Potresti essere la regina del Mediterraneo, invece, sei costretta a vivere uno dei periodi più oscuri della tua esistenza. Neppure la Napoli raccontata ne “La pelle” di Curzio Malaparte scese, probabilmente, così in giù. Se ne sono accorti anche gli intellettuali. C’è voluta un’impennata di Aldo Masullo per scuotere tutti coloro che servilmente si erano adagiati sulla fantascientifica tesi rinascimentale. Ne hanno preso atto finanche a Santa Lucia e a Palazzo San Giacomo. Miracolo di “tutti i santi”? Ora si è aperto un dibattito sul manifesto “Salviamo Napoli”. Dopo il confronto, però, ci vuole l’azione. Diversamente, come sosteneva la Scuola medica Salernitana, “mentre si discute, l’ammalato muore”. E da Salerno, in questa torre di Babele, si inserisce anche l’ex sindaco Vincenzo De Luca che si prepara con Paolo Cirino Pomicino, Aldo Loris Rossi e il geologo Franco Ortolani a varare un “manifesto di undici punti” per il riscatto di Napoli e della Campania. La rottamazione dei quartieri degradati tra gli obiettivi da centrare. Un progetto che non riuscì al comandante Achille Lauro negli anni Cinquanta. Siamo, probabilmente, sull’intuizione giusta. Anche se ciò comporterà un esodo quasi biblico. E, non solo dal capoluogo. Un mano, però, potrebbe darla lo “sterminator Vesevo”. Ironia a parte, è il giorno dei Santi mentre il pensiero corre alle persone care che non ci sono più. E’ proprio il caso di chiedere il loro aiuto presso Colui che sta lassù per lenire gli affanni quotidiani di noi umani dolenti.Tra falsità, inganni, arrivismi la vita sembra che non sia degna di essere consumata in questo spazio tempo. Ma c’è un Dio della Luce per tutti. Quello che dovrà illuminarci e traghettarci nella dimensione dove prevarrà la civiltà dell’amore. Che lo faccia presto, però.
Francesco Landolfo, presidente Arga della Campania


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