EMANUELE CRIALESE ANNUNCIA IL SUO NUOVO FILM. ”E’ IL FILM DELLA MIA VITA. REALIZZO UN SOGNO. NON SARA’ RESPIRO 1”.
Le riprese di ‘The Golden Door’ inizieranno ad ottobre. E’ il racconto di emigrati dall’Europa che attraversano in nave l’Oceano e sbarcano nell’Isola della quarantena, Ellis Island, dove sono sottoposti ad esperimenti di eugenetica. ”Racconto il passaggio dall’uomo vecchio (il contadino succube della natura) all’uomo nuovo, che in America trova il ‘Paradiso’ in terra e diventa padrone della sua vita”.
CRIALESE PROMUOVE I GIOVANI GIURATI: ”IN QUESTI DUE ANNI MI HANNO FATTO LE DOMANDE PIU’ INTELLIGENTI E STIMOLANTI. SONO LORO LA MIA ISPIRAZIONE”
Giffoni Valle Piana – 20 luglio -. Inizieranno a fine ottobre e termineranno a fine gennaio 2005 le riprese del nuovo film del regista e autore romano Emanuele Crialese. Titolo provvisorio ‘The Golden Door’, raccontera’ i sogni degli immigrati, degli uomini ”antichi”, i tanti contadini del Vecchio continente desiderosi di andare a vivere nel nuovo Mondo, di diventare da mezzadri a padroni di un pezzo di terra, di conoscere e conquistare la felicita’ promessa dal ”Paradiso in terra” rappresentato dall’America di inizio ‘900. Il film sara’ girato su una nave, che partira’ con da un porto del Sud (Napoli o Palermo) e poi in una ricostruita Ellis Island, l’isola artificiale a due miglia da Manhattan dove chi arrivava dall’Europa veniva trattenuto in quarantena e studiato, sottoposto a snervanti visite mediche ma soprattutto a test psicologici, per scrutarne il grado di intelligenza e di affidabilita’ sociale (e politica). Nel cast certa la presenza di Charlotte Gainsbourg, di Donatella Finocchiaro, di Vincenzo Amato, della banda di Lampedusa (protagonista in ‘Respiro’) . ”Sara’ il film dei miei sogni” ha sottolineato Crialese, che stamane e’ tornato al Giffoni Film Festival, per annunciare il suo nuovo lavoro (una storia scritta di getto) ma soprattutto per ”parlare del Festival del cinema per ragazzi”, per ricordare il ”forte legame che mi lega ai giovani giurati, quelli che in due anni mi hanno fatto le domande piu’ intelligenti, quelle che mi aiutato a riflettere, mi hanno dato le ispirazioni giuste, le motivazioni per continuare”. Crialese ha messo le mani avanti dopo il successo di Cannes. ”Non faro’ Respiro 1 o Respiro 2… Questo film e’ un’altra cosa. E’ una sfida. Voglio raccontare un sogno, senza dare giudizi, senza entrare nelle polemiche sull’America. La mia intenzione e’ di descrivere l’umanita’ dell’uomo antico, che e’ completamente dipendente dalla natura, che per sopravvivere ha bisogno di stare in gruppo, sopravvive alle avversita’ grazie al sostegno della famiglia. Il film vuole raccontare il passaggio da questo uomo vecchio all’uomo nuovo, che diventa padrone del suo destino, proprietario in questa nuova terra promessa”.
Il film avra’ tra i protagonisti in viaggio verso Ellis Island una donna sola di origine anglosassone, che si prostituisce in un bordello di Napoli per riuscire a partire. ”Le donne da sole – racconta il regista – non potevano entrare in America. Percio’ scrivevano lettere, appelli nella speranza di trovare un uomo disposto a riscattarle, a sposarle. Solo cosi’ potevano entrare a New York. Diversamente venivano respinte e rispedite in Europa”. Il regista ha parlato dei ”terribili test psicologici” a cui gli ispettori dell’Immigrazione americana sottoponevano i contadini, le donne analfabete della Sicilia, persino i bambini. ”Solo chi superava l’esame poteva sbarcare a New York. Alle donne veniva mostrata un corpo femminile tagliato in 18 pezzi. La prima reazione istintiva era ‘Non sono stata io’. Agli uomini veniva mostrato un campo da tennis senza rete. Dovevano saper dire cosa mancava, loro che non sapevano nemmeno cosa fosse il tennis… I bambini venivano sottoposti a test di obbedienza, veniva chiesto loro di dare un ordine ad alcuni oggetti. Un ordine che rispecchiava una mentalita’ certamente lontana da quella della cultura contadina”.
Crialese ha preso ispirazione da numerose visite al Museo di Ellis Island, dove si possono ascoltare voci e testimonianze originali. A Ellis Island e’ nata l’eugenetica, lo studio sulla specie umana. Nell’Isola della quarantena ci sono stati 6mila suicidi. Perche’ chi capiva che non avrebbe superato l’esame, preferiva morire piuttosto che essere ricacciato in mare, diventando cosi’ di inciampo ai familiari che ce l’avevano fatta e che dovevano solo guardare avanti, al futuro. Un futuro – ha accoltato ancora Crialese con tono davvero sentito – che doveva essere a tutti i costi fulgido. Spesso si raccontavano un sacco di bugie ai parenti rimasti in Europa. Anche chi soffriva la fame diceva che andava tutto bene, che finalmente erano arrivati nel Paese dove tutto era piu’ grande… Ci sono al Museo delle cartoline del 1905 con un contadino che mostra un’enorme cipolla dentro la sua carriola. Un ortaggio enorme, immenso, come la speranza di chi era partito. Del resto, criticare l’America avrebbe significato negare il sgno. La gente partiva in nave per potere sbarcare e conquistare la terra della fantasia e dei sogni. Questo voglio tentare di raccontare. Emozioni profonde che ho provato visitando, studiando, leggendo le testimonianze”. Crialese ha infine distinto tra i vecchi emigranti e i nuovi. ”Oggi sono piu’ disincantati, sono piu’ consapevoli. Oggi c’e’ la Tv che spiega, che ti dice in anticipo le cose”. Il film si ferma a Ellis Island. ”I miei protagonisti non sbarcano a New York. La storia si ferma prima. Questo e’ il film del sogno americano, soprattutto, il film dei miei sogni”. Ufficio Comunicazione Giffoni Film Festival
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