Emergenza rifiuti in Campania e piccole storie di furbizie locali.
La Guardia Forestale dice che sono oltre duecento gli impianti abusivi e la differenziata non va come dovrebbe. Bacoli, carta di identità per depositare i sacchetti. In Campania sono 225 le discariche abusive censite. Il 5% delle 4866 registrate nell’intero territorio nazionale, e occupano una superficie pari a 1,655,479 metri quadrati. Questo il dato sulla regione, in base a quanto emerge dall’ultimo censimento delle discariche abusive realizzato dal corpo forestale dello Stato nel 2002, che poi è anche la data dell’ultimo censimento. Mettendo a confronto i nuovi dati con quelli dell’86, emerge una progressiva diminuzione del numero delle discariche abusive, compensata da un cospicuo aumento della loro superficie. La situazione della raccolta differenziata appare diversificata, passando da una macroarea geografica all’altra: infatti, mentre il Nord con un tasso di raccolta differenziata pari al 28,6% raggiunge e supera, nei tempi previsti, l’obiettivo fissato dalla normativa, il Sud, pur raddoppiando nel 2001 i quantitativi raccolti nel precedente anno, si colloca ancora a valori percentuali bassi (4,7%). Il Centro, infine, attestandosi al 12,8% fa registrare un ulteriore incremento della raccolta differenziata rispetto al 2000. Ma in Campania non è facile provvedere alla raccolta differenziata dei rifuti. Un esempio delle difficoltà ad attuarla viene da Monte di Procida, in provincia di Napoli. Accade che nella vicina Bacoli, per versare i rifiuti nei cassonetti, è richiesta la carta d’identità e bollettini della Tarsu in regola, solo così si possono depositare i rifiuti. È quanto è stato disposto dal Commissario Prefettizio in un’ordinanza emanata giorni fa. Il motivo di tanto rigore? Semplice, i cassonetti sono strapieni a qualunque ora del giorno, e poi perché, al poco senso civico dei cittadini, si aggiungono i sacchetti dell’immondizia di Monte di Procida dove, per l’appunto, c’è la raccolta differenziata, che però non tutti amano e così in tanti preferiscono fare due passi e depositare i sacchetti nella vicina Bacoli. Da qui l’ordinanza del Commissario che chiede documento di riconoscimento per i bacolesi, gli unici a essere autorizzati a buttar via i rifiuti nei cassonetti del Comune. Il tutto potrebbe essere semplificato, attivando la raccolta differenziata anche a Bacoli, ma siccome non c’è l’amministrazione ordinaria, se ne riparla quando verrà eletto il prossimo sindaco. Eppure, del sindaco mandato a casa si diceva un gran bene. Era quello che voleva chiamare Cuma la sua città, visto che Cuma come città non esiste più dal tempo dei romani, ma è solo la località dove si trovano gli scavi archeologici. Ma era anche quello che, per portare un po’ di tranquillità nel centro balneare, aveva imposto la tassa agli automobilisti che transitavano da lì per recarsi al mare. Ed era quello che stava per introdurre la raccolta differenziata. Guarda un po’ che scherzi ti fa il destino…


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