Alle Bermuda c’è un triangolo nautico, definito “maledetto”, perché spesso i natanti e aerei che vi si sono trovati sopra sono misteriosamente scomparsi e non se ne sono più trovate le tracce. Ora, il Corpo forestale dello Stato ne ha trovato un altro, in Campania, e l’ha definito «Il triangolo dei veleni». Il vescovo di Nola, più ironico, l’ha appellato “discarica abusiva dell’Italia ricca e industrializzata”. Il sito, per niente misterioso, è situato tra Nola, Acerra e Marigliano; cioè l’area, le cui periferie sono diventate un unico, immenso sversatoio di tutto il possibile e l’impossibile. Le aree sequestrate raggiungono il totale di un milione e 200mila metri quadrati ma, come hanno ammesso gli stessi inquirenti, la superficie concimata coi rifiuti tossici, è assai più estesa. Il degrado non salva i centri limitrofi ma si inoltra nel Casertano. I cumuli di scorie che spuntano come funghi ad ogni metro, ormai caratterizzano una zona una volta nota come la terra dell’oro rosso. Una vocazione agricola, quella dell’hinterland Nolano-Acerrano, che ha recepito malvolentieri l’arrivo delle industrie e dei grandi centri di distribuzione. Una accettazione necessaria per i tanti disoccupati ma anche una caotica radicale trasformazione senza controlli, senza regole. E così i terreni fertilissimi, sacrificati in nome di uno sviluppo atteso da sempre, non è mai decollato: intorno al Cis, all’Interporto, alla Montefibre e all’Alenia è tutto uno scempio. Sui grafici disegnati dal Corpo Forestale sono stampate cifre inquietanti: i rifiuti rinvenuti sul territorio sono pari a 277.500 metri cubi. Ma sono dati provvisori, destinati a crecere, purtroppo, e l’allarme continuo non facilita le cose perché qualcosa al controllo sfugge sempre. E poi c’è l’aspetto della salvaguardia della salute umana: la paura della popolazione è palpabile ad ogni intervista, in ogni conversazione si parla solo di questo. Come non farlo quando il registro tumori della Asl 4, pur non avendo elementi a sufficienza per mettere in relazione cause ed effetti, evidenzia un dato inquietante: a Nola, ad Acerra e Marigliano, in quella che ormai viene definita la discarica abusiva d’Italia, ci si ammala e si muore di più che nel resto del Paese. Il quadro è desolante: Regi Lagni inquinati e chilometri di terra distrutti, pozzi sequestrati, greggi interdette al pascolo e latte sequestrato per i livelli alti di diossina. Individuare chi pagherà per tutto ciò, già sarebbe qualcosa, e per far tornare in vita uomini e bestie ci vorrebbe solo Gesù Cristo. Ma lui ha già dato e l’uomo innocente paga pegno.


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