La difesa dell’ambiente secondo i cittadini
Vertenza importante è quella che riguarda i rifiuti e gli impianti di smaltimento nonchè le centrali eoliche. Proteste a Casalbore(Av)e Torraca(Sa) per le centrali eoliche, a Fuorni(Sa), per la centrale elettrica, e a Giffoni(Sa), per il termovalorizzatore: tutti in piazza per il no. In Campania continuano i tempi duri per gli impianti di fonti alternative energetiche e per i rifiuti. Ecco gli ultimi casi, dopo Acerra, ovviamente, che resta un caso tutt’altro che risolto.
1) Centrale eolica a Casalbore. Nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame di Avellino ha deciso il dissequestro del cantiere di Casalbore, in località Piano di Nicola, per la costruzione della centrale eolica, dopo che il Tribunale di Ariano Irpino aveva disposto il sequestro del cantiere. A chiedere il dissequestro è stata la ditta esecutrice dei lavori, la Saim. Felice per il provvedimento del Tribunale del riesame di Avellino, il sindaco di Casalbore ed assessore provinciale, Eugenio Salvatore, da sempre favorevole all’installazione dell’imponente centrale eolica. (Nella rubrica sottostante, Nero, continua la disamina delle varie situazioni rispetto alla difesa dell’ambiente che si consiglia di leggere per la singolarità delle situazioni). Ma alla soddisfazione del primo cittadino del centro ufitano, posto al confine con la provincia di Benevento, per il dissequestro del cantiere di Piano di Nicola, fa da contrasto l’amarezza di Vincenzo Ignelzi, sessantenne ambientalista, da sempre contrario all’installazione della centrale eolica sulla parte alta della cittadina irpina che intende continuare la sua battaglia in difesa dell’ambiente, con la speranza che anche altri cittadini di Casalbore prendano a cuore le problematiche ambientali e si decidano a scendere in strada per protestare. Ignelzi non intende arredersi, vuole che la montagna di Monte Calvello rimanga così com’è, e non con pale eoliche che gli deturpano il paesaggio. Una vicenda che comunque non è destinata a placarsi qui, oltre che a Vincenzo Ignelzi, infatti, a dare battaglia ci sarà anche Legambiente. E ad opporsi al provvedimento del Riesame saranno anche gli esponenti del Gruppo di “Studio Cultura e Ambiente” di Casalbore, un gruppo che già in passato si è rivolto direttamente al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, e che non resterà certamente alla finestra.
2) Parco eolico di Torraca, Cilento. Il comitato nazionale del paesaggio, le associazioni “Valorizziamo Caselle” e “Buxesentum” di Caselle in Pittari, “Laika” di Sanza, “Parco Marinella” di Vibonati e il WW.F locale, hanno avviato una petizione popolare contro la centrale eolica, l’impianto industriale che dovrebbe sorgere nel comune di Torraca. L’installazione di 15 torri d’acciaio, alte fino a 100 metri, ha avuto parere favorevole dalla Commissione Valutazione Impatto Ambientale nonostante l’opposizione dei Comuni limitrofi e della Comunità Montana del Bussento. Gli ambientalisti guidati dal tedesco Rolf Muller e Maurizio Tancredi, contro la devastazione del paesaggio, sono decisi a lottare. Tancredi, presidente della Buxentum speiga che è disposto anche al picchettaggio della zona per evitare un meccanismo irreversibile. Il Consigliere regionale Vito D’Agostino, in disaccordo con il parere dato dalla Commissione, ha presentato un’interrogazione al presidente Bassolino. Intanto il presidente della Comunità Montana Romeo Esposito, ha annunciato l’avvio di un’ azione nei confronti dell’Enipower, la società che gestisce la diga Sabetta e la centrale idroelettrica del fiume Bussento. Si vogliono assicurazioni sulla qualità delle acque che vengono immesse nel fiume, dopo la raccolta nella diga, e il minimo deflusso vitale dello stesso canale, fra il lago Sabetta e la Rupe.
3) Centrale termoelettrica a Fuorni. E’ ancora polemica e si susseguono le riunioni e le manifestazioni di protesta per la probabile localizzazione dell’impianto al confine tra il comune di Pontecagnano e quello di Salerno. L’area per il momento prescelta dovrebbero essere quella dei suoli dell’ex Ideal Standard, ma non è esclusa qualche altro colpo di scena. Sere fa, intanto, si è tenuto un altro incontro promosso dai coordinamenti dei Comitati di Salerno e Pontecagnano di Legambiente in via Monticelli, proprio presso la piazza adiacente alle poste di Fuorni. Alla riunione hanno preso parte anche rappresentanti di diverse forze politiche, accomunate dall’unica e ferma volontà di non far sistemare la centrale lì dove la vogliono piazzare. C’è stato un incontro con il presidente della Provincia Angelo Villani e con l’assessore alle Politiche Ambientali Angelo Palladino che hanno rassicurato sulle prossime mosse Raffaele Ciancio, componente il comitato di quartiere di Fuorni, che si è fatto portavoce dei residenti che sono spaventati dalla decisione di localizzare a Fuorni lo stabilimento e temono per la loro stessa salute. Paolo Longo, responsabile della sezione di Pontecagnano di Legambiente, ha riferito che ha saputo che hanno commissionato uno studio apposito per mettere nero su bianco le perplessità scientifiche legate a questa vicenda. Proprio per facilitare il compito ai politici, Legambiente ha avviato una raccolta di firme durante la scorsa primavera e continua a raccogliere sottoscrizioni per bloccare il provvedimento.
4) Termovalorizatore a Giffoni. Sull’argomento è intervenuto anche il sindaco di Giffoni Valle Piana, Ugo Carpinelli che ha inteso rassicurare il sindaco e i cittadini di Pontecagnano che si sta individuando una nuova area, lontana dalla città picentina, dove potrà sorgere il termovalorizzatore, precisando che questo tipo di impianti, altamente tecnologici, sono sicuri per la salute e per l’ambiente. Lo aveva già sostenuto lo stesso ministro della salute pubblica Gerolamo Sirchia quando ci fu la prima protesta ad Acerra. Quanto all’impianto di Tritovagliatura di Sardone, dal 23 febbraio 2004 la competenza per la gestione del sito è stata trasferita a Dario Barbirotti, presidente della Ge.Sco. e gli è stato chiesto di intervenire per i cattivi odori che fuoriescono dal sito, pena la chiusura dell’impianto stesso.
Insomma, la questione rifiuti e quella energetica dimostra solo una cosa: che gli uni e gli altri sono indispensabili, non eludibili, ma nessuno vuole gli impianti né per lo smaltimento e né per la produzione. E al nord si incazzano, perché là già lo fanno da decenni! A margine di questa nota và detto che la commissione attività produttive della Regione Campania si è convocato l’8 settembre per esaminare il piano energetico della giunta…


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