ZOOTECNIA. Filiera cunicola: quotazioni allarmanti. Subito Commissione prezzi

12 aprile 2012
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“La coniglicoltura italiana di nuovo in allarme: le quotazioni della Borsa merci di Verona – piazza di riferimento per il mercato nazionale – sono scese nuovamente al di sotto dei costi di produzione a causa del persistente meccanismo “di cartello”.
E’ urgente che il Mipaaf superi l’immobilismo dei precedenti governi, acceleri l’ avvio della Commissione Unica Nazionale (Cun) per definire quotazioni trasparenti non solo sulla carne ma anche sulle pelli dei conigli, come già accade in Francia, al fine di riequilibrare il valore aggiunto a favore degli allevatori” Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente dell’Anlac, Associazione nazionale liberi allevatori di conigli, aderente ad Agci/Agrital.
Le pelli, infatti, oggi rappresentano una fonte aggiuntiva di reddito appannaggio esclusivo dell’industria di macellazione che, grazie ad esse, ha potuto incamerare ricchi proventi (circa 30 milioni di euro nel 2011!), senza lasciare un centesimo agli allevatori italiani.
Il comportamento da parte dei grossisti-importatori tifosi del made in Italy (ma fatto in realtà nei paesi dell’ Est europeo o in Spagna e Francia) rischia di far morire un settore nazionale leader in Europa. Utilizzare strategicamente la leva import-export per tenere artificialmente bassi i prezzi alla stalla e affamare gli allevatori, costringendoli a chiudere è molto grave. Negli ultimi sei mesi sono anche aumentati i costi dei mangimi del 10% ed altri aumenti sono in arrivo nelle prossime settimane. Sono aumenti di costi che gli allevatori non possono assorbire aumentando il prezzo all’ origine dei loro prodotti, mentre l’industria di macellazione, l’industria mangimistica, i grossisti e la distribuzione continuano a determinare la maggiorparte della struttura del prezzo e ad accumulare profitti in una deriva monopolizzante che sta distruggendo l’economia degli allevamenti italiani.
Tutto ciò accade nonostante vi siano un piano nazionale di rilancio, approvato due anni fa in Conferenza Stato-Regioni, due risoluzioni unitarie alla Camera e al Senato e una mole di atti ispettivi parlamentari, tuttora disattesi, compresa l’ introduzione dell’ obbligo di etichettatura di origine.” Le denunce dell’ Anlac ha portato l’ Autorità Garante della concorrenza ad inviare al Governo una segnalazione che testimonia il cattivo funzionamento degli attuali meccanismi di formazione dei prezzi all’ origine. Tuttavia, a distanza di un anno dalla segnalazione, ancora nessun cambiamento.
“Il ritardo di attuazione del Piano è inaccettabile – aggiunge il presidente dell’ Anlac – e assume aspetti ancor piu’ drammatici ove si consideri la grave crisi economica in atto che vede gli imprenditori agricoli sempre più in difficoltà; l’offerta nazionale di conigli è di fatto sempre piu’ scarsa ed i prezzi alla produzione in discesa, mentre la domanda rimane pressocché costante ed i prezzi al consumo salgono, con buona pace dei consumatori italiani.” aderente AGCI AGRITAL
Associazione Nazionale Liberi
Allevatori di Conigli
Roma, 12 aprile 2012

Raffaella De Rosa Ufficio Stampa
AGCI Agrital da: anlac [info@anlac.it]
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20 ottobre 2011
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CRISI FILIERA CUNICOLA: DE BONIS (ANLAC), DOPO DUE RISOLUZIONI IL MINISTRO ROMANO AGISCA SUBITO PER IL BENE DEL SETTORE.
Prima il Senato poi la Camera. Ormai il Parlamento italiano si è pronunciato in modo chiaro su come affrontare la crisi del settore, con le due risoluzioni approvate.
A questo punto tutti i problemi sono stati ampiamente rappresentati e dibattuti, anche attraverso il coinvolgimento dell’Antitrust e della Commissione Petizioni UE.
Certamente gli allevatori cunicoli italiani non possono più stare alla finestra, guardando passivamente quello che accade.
I costi salgono alle stelle: per produrre un chilo di carne si spendono circa 2 euro, mentre i prezzi alla produzione continuano nelle nostre borse merci ad essere spinti al ribasso da manovre manifestamente speculative.
Prova ne è il fatto del forte dislivello – nell’ ambito di un mercato comunitario – tra i prezzi pagati agli imprenditori italiani (1,70/kg), che da diversi mesi sono inferiori di 0,40 centesimi rispetto a quelli pagati agli allevatori cunicoli spagnoli (2,10/Kg), e ciò nonostante in Spagna si consumino conigli più leggeri dunque meno costosi in termini alimentari.
“Il Ministro Romano ha il dovere di intervenire subito – ha dichiarato Saverio De Bonis Presidente dell’Anlac (Associazione nazionale liberi allevatori di conigli) – rendendo operativo il piano di settore e dando ascolto alle risoluzioni parlamentari per aiutare le imprese ad affrontare la crisi e a non subirla, confortato inoltre dal parere che l’Antitrust italiana gli ha inviato, dove si auspica un riesame in senso proconcorrenziale dell’attuale processo di formazione dei prezzi alla produzione, al fine di adeguare il sistema alla normativa posta a tutela della concorrenza”.
Raffaella De Rosa Ufficio Stampa
AGCI Agrital da: anlac [info@anlac.it]
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11 gennaio 2011
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ALLEVATORI DI CONIGLI (ANLAC): IL PREZZO ALL’ORIGINE SCENDE AL DI SOTTO DEL COSTO DI PRODUZIONE
Per il comparto è emergenza, mentre il Piano di settore rimane bloccato e si rafforza nel mercato il monopolio di poche aziende
Roma, 11 gennaio 2011. La Commissione Prezzi della borsa merci di Verona – che fa da riferimento per il mercato nazionale dei conigli – ha abbassato il prezzo di oltre 40 centesimi al kg nella sua prima seduta dell’anno. Il prezzo del coniglio vivo è così passato da euro 2,24 ad euro 1,81 al kg.
“Un fatto storico per le quotazioni del coniglio vivo che – secondo il Presidente dell’Anlac (Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli, aderente ad AGCI Agrital) Saverio De Bonis – non si era mai verificato prima; questa diminuzione fa gridare allo scandalo poiché riporta il prezzo all’origine sotto il costo di produzione, in un momento di agonia per i liberi allevatori italiani, rendendo sempre più evidente l’ ipotesi di un cartello sui prezzi d’acquisto, specie se si considerano due aspetti fra loro correlati. Il primo relativo al rapporto tra domanda e offerta, con il calo di quest’ultima derivante dalla chiusura di molti allevamenti italiani, e con il boicottaggio delle vendite da parte di grossisti-macellatori con rilevante potere di mercato. Il secondo aspetto è dovuto all’ incredibile aumento dei costi di produzione che durante il 2010 ha superato il 20% e che non giustifica, dunque, una diminuzione così forte del prezzo del coniglio all’origine. In questa situazione è anche scandaloso – continua De Bonis – che il Piano di settore, voluto da una risoluzione del Senato, predisposto dal Ministero con il consenso delle organizzazioni sindacali e approvato dalla Conferenza delle Regioni, non riesca ad essere varato; al suo interno tra le misure a costo zero vi sarebbe la riforma più importante: quella del sistema di rilevazione prezzi con l’attuazione di una commissione unica nazionale (cun); ma a quanto pare le organizzazioni non avrebbero deciso le designazioni dei rappresentanti, il che ci sembra unicamente un pretesto”.
Il settore non può tornare a crescere se il mercato prende il posto della politica, e quando il mercato prende il posto della politica vuol dire che pochi privati prevalgono sulla volontà pubblica; è quello che sta accadendo nella coniglicoltura italiana in cui non si riescono a fare nemmeno le riforme a costo zero, già approvate dalle istituzioni, per la volontà di qualche lobby che vuol monopolizzare il settore, senza produrre alcun vantaggio per i consumatori.
AGCI AGRITAL
ANLAC
Associazione Generale Cooperative Italiane Associazione Nazionale Liberi
Settore Agro Ittico Alimentare
Allevatori di Conigli
Raffaella De Rosa Ufficio Stampa
AGCI Agrital da: anlac [info@anlac.it]
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Roma, 7 dicembre 2010
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ANLAC, CRISI CUNICOLA:
LA COMMISSIONE PETIZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO INCONTRA GLI ALLEVATORI ITALIANI
La “Commissione per le petizioni” del Parlamento Ue, presieduta dall’ On. Erminia Mazzoni, ha incontrato in audizione l’Associazione Anlac (Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli), aderente ad AGCI Agrital (Associazione Generale Cooperative Italiane-Settore agro-ittico-alimentare) per aiutare l’Italia ad uscire dall’impasse politica in cui si trova il settore cunicolo. L’audizione della Commissione si è tenuta il 1 dicembre scorso in risposta alla petizione inoltrata dall’Anlac allo scopo di conoscere, da un lato, le ragioni che ritardano l’avvio di un’indagine antitrust nel mercato e, dall’altro, il ritardo nell’implementazione del Piano Nazionale di settore.
Alla presenza di numerosi MEP, sono intervenuti, accanto al presidente Anlac Saverio De Bonis , Claudio Menis in rappresentanza della Commissione Europea-Direzione Generale per la Concorrenza e la deputata francese Gruny Pascale (PPE) componente della Commissione per le Petizioni.
La presidente Erminia Mazzoni al termine degli interventi ha deciso di tenere aperta la petizione e di sollecitare le autorità italiane affinché vengano avviate le indagini nel settore relative a presunte violazioni del diritto della concorrenza europeo.
Una risposta doverosa e incoraggiante, data la gravità della situazione in cui versa la filiera.
Secondo il presidente Anlac De Bonis, che si ritiene soddisfatto del risultato raggiunto, “se per qualcuno il vincolo normativo europeo viene vissuto come un limite, per noi, invece, rappresenta un’ ancora di salvezza; infatti, al di là del dovere di non ingerenza da parte della Commissione esecutiva europea, la stessa Commissione non solo non mancherà di cooperare con le autorità italiane ma, nel merito, ha rilevato che ci sono dei problemi da indagare nella filiera cunicola italiana rispetto a presunte violazioni della normativa europea sulla concorrenza e che sarebbe utile e giusto intervenire in tempi più rapidi da parte delle medesime autorità ”.
Ricordiamo che la Commissione per le petizioni, è un importante strumento di partecipazione che consente a qualsiasi cittadino europeo di esercitare il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo, individualmente o in associazione con altri, ai sensi dell’articolo 194 del trattato CE.
AGCI AGRITAL ANLAC
Associazione Generale Cooperative Italiane. Associazione Nazionale Liberi.
Settore Agro Ittico Alimentare.
Allevatori di Conigli
LA NOTA
trasmettiamo in allegato il comunicato stampa dell’Anlac (Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli), aderente ad AGCI Agrital (Associazione Generale Cooperative Italiane-Settore agro-ittico-alimentare) sulla risposta positiva della Commissione Petizioni del Parlamento Ue riguardo alla crisi della filiera cunicola italiana
grazie, cordiali saluti
Raffaella De Rosa Ufficio Stampa
AGCI Agrital da: anlac [info@anlac.it]
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25 maggio 2010
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ANLAC, CONIGLI: SUBITO LA COMMISSIONE PREZZI UNICA NAZIONALE
Roma, 24 maggio 2010. Gli allevatori di conigli sollecitano il Governo a procedere senza ulteriori dilazioni, con l’urgenza imposta dalla gravità della situazione, alla istituzione della Commissione Prezzi Unica Nazionale per risolvere le distorsioni del mercato del settore cunicolo.
“L’ istituzione di una Commissione Unica Nazionale – secondo il presidente dell’Anlac (Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli) e responsabile del comparto cunicolo per AGCI Agrital, Saverio De Bonis – restituirebbe quella trasparenza richiesta da anni dalla nostra associazione e prevista dal piano di settore appena approvato, oltreché da una risoluzione parlamentare.
Tale trasparenza dovrebbe garantire l’assenza di condizionamenti, obiettivo raggiungibile con un regolamento che preveda o le sedute a porte aperte o la videoconferenza, al fine di monitorare i dati di importazione, esportazione, consumo e produzione, variabili strategiche per rilevare correttamente l’andamento del mercato”.
La rilevazione dei prezzi del coniglio avviene attraverso le Borse Merci, che sono sempre più inadeguate.
Il loro ordinamento istitutivo risale ad un Regio Decreto del 1913, cui seguirono numerosi provvedimenti legislativi che distinsero nettamente le competenze delle Borse Merci e delle Borse Valori precedentemente raggruppate nelle Borse di Commercio. I principi base che regolano il funzionamento delle Borse Merci rimangono ancora quelli istituiti in quei lontani anni, e risultano ormai assolutamente carenti ed inadeguati.
“Le commissioni prezzi provinciali – afferma De Bonis – sono diventate luoghi in cui i prezzi non vengono accertati ma fissati, perciò, spesso, sono prezzi collusivi e non concorrenziali, che aggravano la crisi degli allevatori italiani.
Occorre dunque riformare il sistema e renderlo moderno, imprimendo quella evoluzione che hanno invece subito le borse valori.
Confidiamo per questo in un intervento risolutivo del Ministro Galan, che eviti una deriva monopolistica del comparto che andrebbe a danno dei consumatori e di tanti allevatori italiani ”.
AGCI AGRITAL ANLAC
Associazione Generale Cooperative Italiane Associazione Nazionale Liberi
Settore Agro Ittico Alimentare Allevatori di Conigli
Raffaella De Rosa Ufficio Stampa
AGCI Agrital da: anlac [info@anlac.it]
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27 aprile 2010
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Zootecnia. Settore cunicolo, alla crisi si aggiunge la guerra dei prezzi falsati
In tre settimane le quotazioni della Borsa Merci di Verona hanno subito un nuovo tracollo con una perdita per gli allevatori di oltre trenta centesimi al chilo, in presenza di un offerta nazionale sempre piu’ rarefatta e consumi invariati.
Alla base di questa spinta al ribasso, ancora una volta, le irrisolte distorsioni del mercato italiano. Peggiora anche il già grave stato dell’ interscambio commerciale, favorendo il gioco di chi mira ad azzerare il settore in una deriva monopolizzante, con effetti negativi che si ripercuotono anche sui consumatori per la riduzione delle possibilità di scelta e senza garanzie di “made in italy”.
Secondo il presidente dell’ANLAC De Bonis “il quadro congiunturale di domanda delle carni, pur essendo complessivamente debole, per le carni bianche di coniglio accuserebbe minori difficoltà rispetto agli altri comparti.
In Italia siamo in presenza di un’ offerta molto carente, dovuta alla chiusura, dal 2007 ad oggi, del 30% degli allevamenti italiani e del 15% dei macelli, una situazione in cui il ricorso alle importazioni è sempre più obbligatorio, anche se a volte è motivato da manovre speculative sul mercato nazionale.
In questo quadro, anche se converrebbe farlo, di esportare non se ne parla, infatti le esportazioni, secondo i dati Ismea, sono crollate del 52% nel 2008 rispetto al 2007”.
L’uso strategico della leva import-export, segnalato dalla nostra Associazione alle Autorita’ di controllo del mercato, conferma l’andamento anomalo del saldo della bilancia commerciale in relazione ai prezzi.
La situazione per gli allevatori italiani e’, dunque, estremamente grave e rischia di sfociare nell’annullamento di un comparto leader a livello europeo, mentre le misure previste dal piano di settore nazionale, per volonta’ di qualche lobby, sono ancora in attesa di partire.
Dopo un anno dalla risoluzione parlamentare del Senato che aveva espresso gli indirizzi politici per risolvere definitivamente le criticita’ che attanagliano il comparto cunicolo, nessuna azione concreta e’ stata ancora intrapresa.
“Ci auguriamo” conclude il presidente De Bonis “che il nuovo Ministro Galan, cui facciamo i nostri auguri di un proficuo lavoro, non trascuri come i suoi predecessori la crisi delle nostre aziende ed imprima quella spinta necessaria per attuare con urgenza tutte le misure di sostegno e rilancio del settore cunicolo nazionale prima che sia troppo tardi.
Grazie, cordiali saluti
Raffaella de Rosa

INFO
Ufficio stampa AGCI Agrital/Anlac
Associazione Generale Cooperative Italiane Settore Agro Ittico Alimentare
via A. Bargoni, 78 00153 Roma
3384155697 anlac [info@anlac.it]

Per informazioni, comparto cunicolo AGCI AGRITAL/ANLAC 329.6288350
anlac
Raffaella de Rosa
Ufficio stampa AGCI Agrital/Anlac


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