ESTATE AFRICANA: NEGLI ALLEVAMENTI LA DIFFERENZA LA FA IL MANAGER
Tutte le soluzioni per prevenire stress da caldo e problemi legati alla gestione dell’allevamento nel convegno del 28 ottobre alla Fiera Internazionale del Bovino da Latte.
21.10.2015 – I picchi di caldo oltre i 35°C dell’estate 2015 hanno lasciato il segno su numerosi allevamenti italiani. Lo stato di sofferenza delle vacche, infatti, non solo ha inciso sulla produttività e sulla fertilità ma anche sulla qualità del latte prodotto.
La ricerca è sempre più orientata al benessere dell’animale e l’allevatore può risolvere diventando sempre più “manager” e puntando su nuove tecniche di zootecnia di precisione.
Il tema, di grande attualità, sarà affrontato a Cremona Fiere mercoledì 28 ottobre, alle 14, nel convegno organizzato da L’Informatore Agrario con Sata-Aral in collaborazione con le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona (Sala Zelioli Lanzini): “CLIMA, BENESSERE DELLA VACCA E REDDITO DELL’AGRICOLTORE”.
“Lo stato di benessere delle bovine è fortemente influenzato dal microclima all’interno della struttura di stabulazione – anticipano Giorgio Provolo e Gabriele Mattachini, del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali (DISAA), Università degli Studi di Milano. Durante il periodo estivo, in particolare quando alte temperature si associano a elevata umidità dell’aria, si evidenzia uno stato di stress dell’animale che si ripercuote principalmente sulla produttività e la fertilità”. Nel convegno saranno per la prima volta affrontati temi come la progettazione della struttura di stabulazione in funzione di sostenibilità e produttività dell’allevamento e saranno presentati dati sperimentali che evidenziano l’efficacia di alcune soluzioni per ridurre lo stress da caldo.
Tra i motivi di interesse la relazione di Lucio Zanini, del Servizio di Assistenza Tecnica alle Aziende (SATA), Associazione Regionale Allevatori della Lombardia che fornirà i risultati del primo rilevamento su 44 allevamenti, per un totale di oltre 2.400 vacche in latte, ubicati in una zona omogenea di territorio pedemontano delle province di Lecco, Como e Varese, in un arco di tempo tra la fine di giugno e la prima settimana di luglio dove si è verificata la prima bolla di calore di una estate tra le più calde mai riscontrate.
“La tremenda ondata di afa di quest’anno ha penalizzato in maniera consistente la produzione di latte – sottolinea Antonio Boschetti, direttore de L’Informatore Agrario. Una riduzione che ammonta, secondo alcune stime, al 10-15% a livello nazionale, pari a una perdita di 100 milioni di litri di latte in un mese (50 milioni i litri di latte persi nei primi quindici giorni di luglio). Peraltro le strategie di raffrescamento messe in atto dagli allevatori per dare sollievo agli animali aggravano non poco i costi di produzione”.
La zootecnia di precisione rappresenta un metodo altamente tecnologico per gestire gli allevamenti che, tramite l’utilizzo di sensori consente di monitorare in tempo reale e di misurare lo stato di benessere delle vacche, approntando interventi mirati. “Si tratta di un sistema diffusosi da circa 6 anni in Italia e adatto per allevamenti di medie e grandi dimensioni – spiega Andrea Galli, del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) – Centro di ricerca per le produzioni foraggere e lattiero casearie (FLC, Lodi). Rappresenta una nuova frontiera che permette di intervenire per tempo prevenendo la maggior parte dei problemi che si possono verificare, includendo anche lo stress da caldo”.
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