PESCA. WWF: ALLA RIFORMA APPROVATA MANCANO AZIONI DECISE PER SALVARE GLI STOCK ITTICI
E’ inefficace l’accordo politico trovato stanotte per la riforma della politica europea della pesca, raggiunto dal Parlamento, il Consiglio dei ministri e la Commissione europea.
Per il WWF Italia questa riforma non riesce a mettere fine alla pesca eccessiva e non garantisce il recupero degli stock ittici, tradendo così quella riforma ambiziosa e radicale voluta dalla Commissione Ue e chiesta a gran voce da pescatori, cittadini e associazioni.

Nonostante gli sforzi fatti per raggiungere un accordo da parte dell’europarlamentare Ulrike Rodust e il suo team negoziale del Parlamento, la Presidenza irlandese (che rappresenta un Consiglio diviso, guidato dagli Stati membri che hanno ascoltato le grandi industrie della pesca) ha preferito difendere lo status quo.
La nuova riforma europea della pesca non può continuare il modello di negoziati e di autocelebrazione da parte di politici utilizzato negli ultimi quarant’anni, mentre gli stock ittici continuano a diminuire.
Il Parlamento europeo e il gruppo di negoziatori della signora Rodust e la presidenza irlandese dovrebbero essere lodati per il loro sforzo di fornire una vera e propria transizione verso una politica europea sostenibile nonostante la l’incapacità di sostenere obiettivi ambiziosi.
L’accordo comprende infatti alcuni elementi positivi, ma non riesce a fermare la pesca eccessiva.
Il nuovo accordo ha bisogno per diventare un riferimento legale che aiuti a invertire l’attuale frenetica minaccia al pesce europeo e riduca la sovraccapacità delle flotte di pesca.

L’accordo raggiunto non considera il pilastro principale previsto per questa riforma ovvero il recupero degli stock ittici entro il 2020 al più tardi, Il testo attuale non garantisce nemmeno il recupero di alcuni stock entro i prossimi 10 anni.
Inoltre consente la commercializzazione del novellame, quando l’impatto della commercializzazione legale di pesce sotto taglia è potenzialmente molto dannoso nel Mediterraneo, dove il novellame finirà nei ristoranti o nella farina di pesce per l’acquacoltura. Questo sarà anche un disincentivo al miglioramento della pesca selettiva che eviti la cattura di pesci troppo piccoli.
Uno degli elementi principali di questa riforma è la richiesta lo sviluppo e l’implementazione di piani di gestione per ogni paese europeo.
Tuttavia senza un calendario preciso per la sua attuazione e senza la creazione di comitati di cogestione per lo sviluppo dei piani da parte di tutti i soggetti interessati manca la forza necessaria per avere un vero impatto per la ricostituzione degli stock ittici.
Roma, 30 maggio 2013

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Martina Antinucci WWF [m.antinucci@wwf.it]

Categorie: Mare e Pesca

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