Quando siamo felici ed il nostro cuore restituisce al cervello battiti carichi d’amore, di passione, di dolci e benefiche emozioni, solitamente usiamo l’espressione “ mi sento in Paradiso”. Allora immaginiamo un bel giardinetto dove abbondano fiori e frutti, dove l’aria, povera di ossido di piombo, avvolge con grazia ogni cosa. Al centro del giardino un albero…ecco, in quel posto, al quale ognuno di noi offre le varianti della propria fantasia, passeggiava un “certo” Adamo che oltremodo viveva nella e della Sapienza di Dio.Ecco cos’è il Paradiso. Quell’albero era al centro di tutto, ora, grazie all’uomo a alla sua donna, Eva, è il centro della Religione Cristiana. Si, da quell’albero, il cui frutto fu proibito da Dio, nasce il nostro “peccato originale”. L’incapacità dell’uomo di distinguere il bene dal male. Per che cosa poi? Per una “Pirus Malus”, o comunemente “mela”…è’ lei, dunque, la Regina della seduzione. Ma non solo nella cultura cattolica, questo frutto assume uno straordinario valore simbolico.La sua notorietà non è infatti soltanto un fatto biblico, ma riguarda anche la mitologia. Zeus aveva un albero personale di mele d’oro (l’albero della Saggezza), che furono la testimonianza della più grossa fatica,l’undicesima, di suo figlio Ercole, durante la quale appunto quelle mele furono sottratte alle ninfee Esperidi e riportate in Patria. Originaria dei paesi dell’Asia Centrale ed Occidentale, arriva in Grecia, dove a renderla “immortale” è compito di Paride, che donando un pomo, una mela, alla bellissima Venere, scatenò la guerra di Troia.Precedentemente transita in Egitto, dove durante il regnare di Ramsete II ( XIII sec.a.C ), viene coltivata lungo le vallate del Nilo.Gli Dei dell’antico Egitto ricevevano in dono ceste colme di saporitissime mele. Si suppone che fin dal Neolitico, l’uomo abbia conosciuto il melo ed apprezzato i frutti. Infatti, tra le varie testimonianze della vita preistorica, sono state rinvenute mele carbonizzate in siti preistorici austriaci, italiani, svedesi e svizzeri. Qui, “qualche” secolo dopo, rifiutatosi di salutare un cappello, simbolo dell’ autorità asburgica, un celebre eroe leggendario, frequentatore dell’indipendenza elvetica ( XIV sec.), dovette dimostrare tutta la sua abilità di balestriere, colpendo una mela posta sul capo del figlio. I racconti Medievali, abbondano di “mele fatate” di “mele stregate”, insomma di mele, utilizzate ( anche poi successivamente dagli Indiani ) per creare potenti filtri d’amore, e non so perché, ma “Biancaneve” ancora oggi è la favola che preferisco. Simbolo del potere,decantata da poeti e scrittori dell’Impero Romano, i quali solitamente iniziavano il pranzo con le uova per terminarlo con le mele ( da cui la celebre frase “ Dalle uova alle mele “.La mela rapidamente si diffuse in Europa, e attraversata la Manica, un giorno, erano gli ultimi anni del XVII secolo, una soltanto, cade giù da un albero per finire la sua corsa sul capo di Isaac, che intanto stava sdraiato nel suo giardino. Senza dimenticare che la mela fu lo spunto necessario per la “Legge di Gravitazione Universale”, parliamo di Newton.Perché “The Big Apple”? La Grande Mela, parliamo ovviamente di New York, nel 1909, lo scrittore E.S.Martin paragona lo stato di N.Y.ad un melo le cui radici provengono dalla valle proletaria del Mississippi, mentre il frutto aristocratico ( grande mela )dell’albero, riceve da parte del governo spropositati sussidi economici, rispetto agli altri stati dell’unione. Una sorta di malessere, di esorcismo, sarà una grande mela, ma stregata, considerate le paure e le incertezze che tutt’oggi trasmette.Al punto tale che nell’ultimo semestre quattro giovani, tutti al di sotto dei vent’anni si sono lasciati cadere nel vuoto dagli spettacolari grattacieli, dando vita ad una vera e propria sindrome, verso una città libera si, ma forse eccessiva in tutto, che alla fine probabilmente si rivela una prigione.Il melo, l’albero più coltivato del mondo, basti pensare che attualmente si possono classificare circa settemila varietà di mele. Eccezionale, se pensiamo che Plinio ne descrisse circa trenta varietà e raccontò degli Etruschi, che ancor prima dei Romani, furono molto abili negli innesti. Sono composte da acqua, proteine, grassi e zuccheri di diverso tipo. Ricca di vitamine. Il contenuto di questo frutto è equilibrato e dal punto di vista nutrizionale, completo, al punto tale da occupare una giustificata posizione di rilievo presso gli alimentaristi. Le sue proprietà restituiscono giovinezza ai tessuti, contribuendo a mantenere un generale benessere fisico; aiutano a tenere basso il livello di colesterolo, oltre che prevenire il cancro.Una sola mela è in grado di assicurare il 20% delle fibre di cui abbiamo bisogno ogni giorno per restare in buona salute. “Una mela al giorno (non quella grande), toglie il medico di torno”, concordiamo tutti, considerato anche che per assaporare una mela non c’è bisogno di “costose traduzioni”, il beneficio quindi è anche un po’ economico. Ha la capacità di rassodare la pelle; di schiarirla, è un’antirughe, è un tonico per il viso, risulta efficace per pelli secche e spente. Se ne ricava il succo, squisita è la torta di mele, decotti di mele, crude…la mangiamo in ogni maniera.Le varietà più diffuse…golden, annurca, renetta, stark, granny smith.
Ricordate però che è molto importante il marchio di produzione, essendo esso garante sulle restrittive norme circa l’uso di sostanze chimiche. Preferiamo mele biologiche o con marchi conosciuti, diffidiamo di quelle anonime, soprattutto se siamo lontani dalla stagione tipica della qualità di mela considerata. Eppure la mela, erratamente, spesso è considerato un frutto, come dire “di serie C”, ma è soltanto una questione di “non sapere “. Considerata un’età media di 80 anni e che esistono più di settemila specie, durante l’arco della vita potremmo assaporare 4 volte la stessa specie di mela. “Quattro stesse mele per ogni vita! “ Vincenzo Russo
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