Se potessi avere 1000 euro al mese. “ Facisse ‘a famme “, mi sia concessa un’espressione tipicamente partenopea.
Poi riflettendo, perché parlare al condizionale “Faje ‘a famme “, considerato che il reddito di molte famiglie italiane non si discosta molto da appunto 1.000 Euro al mese. Allora vi invito a consultare il nuovo volume delle “Tavole raccolte dall’ISTAT” circa il valore della moneta nel nostro paese dall’Unità d’Italia ad oggi.
Dallo storico incontro di Teano al 2003, il valore della moneta si è ridotto di ben 7.663 volte. Questo significa che se oggi con circa 40 Euro, riempiamo a malapena mezzo carrello di alimenti al supermercato, nel 1861 40 Euro sarebbero bastati ad acquistare un immobile pari all’attuale valore di 300.000 Euro. Ma sono tempi tanto lontani da noi che il solo immaginare già ci provoca disturbi; lasciando un attimo da parte le guerre mondiali, dove un po’ per tutti il valore della moneta viene compromesso, “accorciamo” i tempi e diciamo che negli ultimi 25 anni, il valore della nostra moneta è diminuito di ben 5 volte.Vale a dire che quello che oggi spendiamo per un caffè, nel 1978 ci avrebbe consentito di comprarne 5.
Correva l’anno 1939 e Gilberto Mazzi cantava “ Se potessi avere 1.000 lire al mese”; anno in cui 1 lira corrispondeva alle 1.385 lire di oggi; quindi le 1.000 lire di Gilberto Mazzi, corrispondevano ad 1.385.000 lire di oggi, o meglio a 715 Euro.
Al famoso motivetto divenuto un vero e proprio inno per i più, secondo alcuni economisti andava aggiunto il valore reale in termini di “potere di acquisto” che sicuramente è superiore alla cifra di 1.385.000 lire del dato statistico; infatti c’è chi addirittura parla di uno stipendio per la fascia medio-alta dirigenziale pari ad una cifra che oscilla tra i 2.600 e 4.800 Euro al mese; altro che 1.000 Euro al mese.
Allo stato attuale, gli sgravi fiscali dell’aliquota IRPEF, non hanno minimamente accarezzato i “poveri”, neppure i “ricchi”; i nuovi calcoli sono un deterrente per i “super ricchi”, considerato che i maggiori benefici sono per coloro che hanno un reddito mensile da 8.000 Euro in su.Quanti in Italia guadagnano tanto?
Ad eccezione dei Parlamentari, per i quali tra l’altro è previsto un “bonus” di 4.000 Euro netti al mese per vitto, alloggio e come diceva Totò “ lavatura, imbiancatura e stiratura”, durante la loro permanenza nella Capitale; signori cari per legiferare.
Almeno però è stata mantenuta la promessa in campagna elettorale : “Meno tasse”,
giustamente non era indicato a chi; ma siamo tutti italiani.Nel triennio che va dal 2001 al 2004, l’andamento incontrollato dei prezzi ha contribuito ad una perdita complessiva del “potere di acquisto” pari al 18.4% delle retribuzioni per circa 3.400.000 lavoratori.Per meglio comprendere i sacrifici sopportati da questa categoria, basti pensare che sono stati sottratti in 3 anni quasi 200 Euro ogni 1.000 percepiti; una perdita netta che anni addietro veniva destinata al risparmio ( fam. Tanzi permettendo ), ma il cavaliere Calisto ha chiesto scusa; gente perdonatelo da buoni Cristiani; magari al matrimonio di vostra figlia ( per il quale avevate risparmiato ), come bomboniera distribuite una foto della Parmalat; che oltremodo produce il latte “Omega3” che fa bene alla salute;ma soltanto a quella, per le tasche è un altro discorso.Dicevamo che il potere di acquisto si è ridotto, ma la cifra espressa precedentemente non corrisponde a mio avviso alla realtà.Adiacente alla “spettacolare” e ristrutturata Piazza Troisi in S.Giorgio a Cremano, inviare un fax ad un numero del distretto di Napoli costa :1 Euro al negozio di fotocopie in Via Cavalli di Bronzo;0.80 Centesimi alla cartoleria di Via Don Morosini 1.50 Euro alla Tabaccheria di fronte alla cartoleria, sempre in Via Don Morosini. Perché?
“Lo vada a fare altrove “ mi è stato risposto in tabaccheria. Oltre il danno la beffa, l’arroganza del gestore, che quasi mi ha fatto una cortesia. “Guardi sono qui sono qui soltanto perché il fax in cartoleria non funziona”. Il “potere di acquisto” è stabilito da chiunque. Un chilo di mele grandi costa 2.30 Euro; un litro di latte 1.40 Euro; un chilo di pane 1.50 Euro; un astuccio di gomme “Vigorsol” 1.20, saranno pure senza zucchero e tripla azione di freschezza, ma l’azione principale e non credo soltanto a me, è quella che mi brucia il triplo il cu…. Allora mi sorgono spontanee tante domande:
Perché davanti a questi ricatti lo Stato resta alla finestra?
Se il prezzo di un prodotto si è praticamente raddoppiato, due sono i fattori : O sono stati raddoppiati gli stipendi degli operai, della mano d’opera ( e non mi sembra );
O sono raddoppiati i posti i lavoro ( e questo neppure mi risulta );
Ma per un periodo di tempo, dall’entrata in vigore dell’Euro, non era importante obbligare i negozianti, per diversi anni, ad esporre i prezzi sia in Lire che in Euro?
Ognuno fa un po’ come gli pare, e considerato che la vendita delle sigarette è diminuita del 23% da quando è entrata in vigore la Legge sul divieto di fumo nei locali pubblici; forse è per questo che il tabaccaio per fare un fax pretende il doppio.
E’ praticamente una guerra senza controllo ed il bello di tutta la vicenda, sta nel fatto che il Fondo Internazionale Monetario boccia i conti Italiani. Lasciatemelo dire : “Ma stì caz…’e sorde addò vanno a fernì?” Vincenzo Russo
Categorie: Ambiente e energia
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