Vincenzo Russo: Gente di mare, ma il mare non è suo, è dei Vip e di chi paga meglio il posto al sole.
Napoli. Passeggiavo per la splendida Via Caracciolo. L’inconfondibile e salutare profumo del mare, mi avvolgeva, respiravo a pieni polmoni; mentre con lo sguardo penetravo letteralmente quello splendido dipinto che ha per sfondo il Vesuvio, fino all’immaginaria linea di demarcazione tra cielo e mare e, considerata la forma del Pianeta, con l’immaginazione descrivevo un cerchio perpendicolare a me stesso, il cui punto di partenza erano i miei occhi, il punto d’arrivo la mia nuca: un senso di libertà assoluto.
Giunto nei pressi di Castel Dell’Ovo, infilai giù per il borgo, con il desiderio di un buon caffè; ai piedi del Castello decisi di fermarmi, plagiato dall’atto di una commedia senza simili, che in estate puntualmente va in scena nella nostra città: “Il bagno degli scugnizzi”. Spettacolari adolescenti che dal muretto; addirittura dai lampioni, si lanciavano in quello specchio d’acqua magistralmente “pulita”, o meglio “trasparente”. “Avranno degli anticorpi, grossi come anguille”, pensai; mentre una boa, elegantemente galleggiava, trascinata dalla caviglia di un sub; l’umore, già buono quel mattino, migliora quando vedo ancorata un piccola barchetta di legno con quattro persone a bordo, due adulti e due bambini.“Carmè piglia ‘o termos” e fu così che la donna servì maccheroni al ragù, ai suoi figli ed al marito, mentre dolcemente le onde accompagnavano il pasto. L’idillio fu…“ ‘a percoca dinto ‘o vino”. Lasciai che i miei occhi, catturassero ogni minimo particolare; ogni singolo movimento, fino a quando, trascorsa circa un’ora, l’omino salpò e riprese a navigare nel golfo.“ E’ l’uomo più felice del mondo” con un po’ d’invidia, pensai:“Insieme con la famiglia a trascorrere un giorno da Re, davanti al “suo” castello lì…dove i motoscafi dei ricchi non possono”.
La gente di mare è istituzionalmente considerata libera; per una città di mare paradossalmente non esistono barriere; il prolungamento della terra ferma, verso la libertà sono semplici pontili, ultimamente motivo di provvedimenti giudiziari; perché gestiti dalla “camorra”.
Soffrivo per il caldo al punto tale che mi sarei tuffato anch’io con gli scugnizzi; ma l’educazione ricevuta non me lo consente; oltretutto su un cartello c’è scritto “Divieto di balneazione ed elioterapia”; ma molti partenopei non hanno alternativa; la loro vacanza si consuma tra i pontili dell’Antico Borgo dei Marinari; incontrastato palcoscenico fino a qualche anno fa, di un’illegale commercio di “bionde”(sigarette); il cui ricavato confluiva nelle casse della “camorra”.
Presi il caffè comodamente seduto su una sedia di vimini, necessariamente all’ombra; il rumore delle onde, il fischio di un traghetto partito dal molo Beverello ed in direzione Capri, la vista di quei corpicini bagnati, alimentava la mia voglia di immergermi. Ma dove? Mi sdraierei volentieri sul lettino di uno di quei complessi balneari a Marechiaro, però domenica scorsa i vigili mi vietarono di accedere alla via di accesso. Non sono purtroppo in possesso di un abbonamento mensile ad uno quei lidi. Potrei andare a Miseno, e pagare la tassa di 5 Euro per il solo fatto di respirare l’aria di quel posto ( complimenti alle amministrazioni ). Oppure dirigermi verso il famoso Lido Varca d’oro, un complesso spettacolare, dove però non puoi godere del beneficio di tuffarti; il mare da quelle parti ha assunto una colorazione tra lo giallastro ed il marrone. Senza allontanarmi dal golfo, potrei andare dall’altro lato verso Sorrento dove l’acqua è pulita, pagare 15 Euro il lettino, 5 Euro il parcheggio ed essere sbattuto in ultima fila, perché in tutti gli stabilimenti in costiera, anche se arrivi alle sette del mattino, le prime file sono prenotate e riservate ai Vip, a coloro che per un fatto di cultura “elargiscono”, alimentando il clientelismo. Vorrei andare a Torre del Greco c’è un nuovo complesso, ma l’ultima volta, e mi fu sottolineato che farmi entrare era una “cortesia”, volevano sistemarmi quasi in spiaggia ( lontano dalla piscina, unica attrazione del posto ) su di una sedia sdraio, adiacente ad un mare caratterizzato dalla schiuma degli scarichi di non so quali aziende, al “modico” prezzo di 17 Euro (compreso parcheggio); questo perché non avevo stipulato un abbonamento mensile. Ma questa è prepotenza bella e buona, non ancora camorra, anche se le è molto vicina.
Potrei scegliere la spiaggia libera; ma dov’è? Con il rischio poi di correre al pronto soccorso magari per un taglio al piede provocatomi da una bottiglia sul fondale. Ricordate qualche anno fa Legambiente in collaborazione con l’Arga della Campania, l’associazione dei giornalisti ambientalisti, quanta immondizia riportò in superficie?
Premessi gli assurdi costi; possibile che nella mia città non sono libero di scegliere un fazzoletto del “mio” mare per fare il bagno; o meglio per essere considerato un bagnante devo assolutamente stipulare un abbonamento? Liberi, e di cosa? La libertà non è un effimero ed astratto concetto, è un modello di vita; ognuno di noi (tutti, nessuno escluso) associa invece alla “Libertà”, un atteggiamento inconsueto che sfocia nel “posso fare ciò voglio”…mentre la nostra splendida città, lentamente muore. Tornai a casa, nei 20 metri quadri di un salotto, attraverso i vetri del quale osservavo il mare, da lontano, da molto lontano ovviamente…“Abito in una città di mare; ma non per questo mi sento libero”, continuai a pensare.
Vincenzo Russo


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