Continua con una Inusuale Protesta la Battaglia intrapresa dal patron di Capri Watch dopo che si è visto vandalizzare la tenda della sua gioielleria in Via Camerelle dagli operai del Comune coordinati dal Dirigente dell’Ufficio Tecnico
Il Sindaco di Anacapri invia una lettera al CEO di Capri Watch ed al Sindaco di Capri sull’episodio in cui condanna la violenza ed esprime solidarietà all’azienda isolana sull’episodio del danneggiamento della tenda da parte degli operai e del dirigente dell’ufficio tecnico comunale Massimo Stroscio
Capri 9 ottobre 2017.
Arriva dal Primo cittadino di Anacapri una lettera destinata al Sindaco del Comune di Capri Gianni De Martino ed a Silvio Staiano CEO di Capri Watch, nella quale il Sindaco di Anacapri rappresenta tutto il suo stupore e la tristezza, e condanna con forza la violenta e pericolosa esecuzione del provvedimento amministrativo che è stato attuato dai dipendenti comunali. “La lettera che si allega”, dice il patron di Capri Watch,” è il primo e significativo gesto pubblico di condanna per come sono stati maltrattati -un’azienda ed un cittadino- ed arriva dal vertice di una delle istituzioni isolane rappresentate dal Sindaco di Anacapri. Il Sindaco Cerrotta, è riuscito a fare quello che il Sindaco e tutti gli amministratori di Capri non sono stati capaci di fare! Speriamo che questi soggetti politici si ravvedano. Mi auguro che presto arrivino le scuse per le frasi offensive pronunciate nei confronti di Capri Watch in Consiglio Comunale dal Sindaco, come per le dichiarazioni rilasciate dallo stesso su “La Repubblica” che sono da respingere quasi integralmente al mittente”.
LETTERA ALLEGATA
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6 ottobre 2017 LETTERA APERTA AL SINDACO DI CAPRI
Illustrissimo Sig. Sindaco, Le invio questa mia lettera aperta, perché pubblica è diventata “la triste vicenda” accaduta martedì 26 settembre alle 8.20 del mattino quando, di soppiatto, è stato perpetrato un vero e proprio abuso nei nostri confronti alla stregua di una “spedizione punitiva”. La grave vicenda è stata oggetto di discussione nella pubblica assise del Consiglio Comunale dell’altro ieri, 4 ottobre, sollevata dal capo dell’opposizione, Marino Lembo.
Desidero rammentarLe che io sono uno degli oltre settemila cittadini di Capri, un imprenditore che da quasi 30 anni dedica ogni sforzo alla propria attività e che da sempre rispetta le leggi e non le vìola così come si vuol fare “artatamente” apparire.
Il 28 settembre, due giorni dopo le violenze di cui siamo stati vittime, tramite posta certificata alla Signoria Vostra nella qualità di primo cittadino, alla Segretaria Generale del Comune ed al responsabile dell’Ufficio Tecnico, ho indirizzato un esposto che denunciava che l’Arch. Stroscio dopo averla emanata , faceva eseguire l’ordinanza di rimozione della tenda con l’ausilio di 4 operai del Comune, dando agli stessi lo scellerato ordine di distruggerla, senza ragionevole motivo, procurandoci un grave ed ingiusto danno, senza informare il Prefetto e senza l’ausilio delle Forze dell’Ordine, come previsto dalla Legge. Ritenuta illegittima tale ordinanza è stato già, da tempo, redatto dai nostri legali il ricorso al TAR. La illegittimità discende dal fatto che il dirigente l’ha emanata abusando, certamente, dei suoi poteri.
Tale brutale esecuzione dell’ordinanza è avvenuta violando tutte le misure anti infortunistiche previste dalla Legge di tutela e sicurezza sul lavoro, esponendo così gravemente sia i lavoratori sia gli ignari passanti a correre enorme rischi, il tutto sotto gli occhi dell’architetto Stroscio che dirigeva l’operazione senza le eventuali tutele.
A questo si aggiunga che sono stato vittima di ripetute aggressioni, percosse, minacce e ingiurie, compiute da almeno 2 dipendenti del Comune di Capri, violenze e violazioni che ho portato alla Sua conoscenza già nella lettera summenzionata.
Le più elementari regole civili e giuridiche sono state calpestate, come calpestati sono stati i miei diritti di cittadino ed imprenditore, dalla arroganza e dalla violenza dei Suoi dipendenti e Lei anziché mostrare solidarietà per i gravi fatti, nel corso del Consiglio Comunale, ha invece letteralmente affermato che:
“mi dispiace che Via Camerelle si sia trasformata in uno scenario che non merita” poiché, come da lei sostenuto, “si è trasformato in un baraccone espositivo” aggiungendo inoltre “per poter montare poi casi che diciamo sono molto molto meno gravi di tanti altri”.
Amareggiato, constato che le frasi da Lei pronunciate in Consiglio Comunale non censurano affatto le gravi condotte avute, dai pubblici dipendenti, nei miei confronti e nei confronti della nostra Azienda, che ho ben documentato con foto e video che sarei stato ben lieto di mostrarLe se solo Lei avesse avuto la benevolenza di rispondere alla mia lettera, che ha ricevuto ben 10 giorni fa.
Ho letto inoltre sul giornale “La Repubblica” di ieri la sua dichiarazione dove afferma:
“Mi pare eccessivo quello che sta accadendo, per una strada internazionale come via Camerelle, e sono avvilito – dice il sindaco – che di fronte a questa pagliacciata gli altri negozianti non abbiano niente da eccepire. Lui può avere diecimila ragioni, ma le deve far valere in altre sedi. Il suo è un brand di tutto rispetto, fa un lavoro importante per l’ isola, ma il rispetto delle regole deve valere per tutti, nessuno escluso”.
Alla lettura di tale dichiarazione, appare evidente che Lei, anziché prendere posizione contro le violenze ed i soprusi, avrebbe più piacere che fossero gli altri commercianti a schierarsi contro la nostra legittima ed “inarrendevole” protesta che invece denuncia il “colpevole” Silenzio di questa Amministrazione che si schiera con l’Ufficio Tecnico (e i relativi abusi di potere) mentre invece chiude gli occhi e consente, senza sanzionarle, tante altre violazioni di ordinanze comunali e, peggio ancora, in modo “sibillino”, vuole far risultare noi come coloro che non rispettano le regole: nulla di più INFONDATO e “subdolo”!
Ed infine sempre nell’articolo apparso sul quotidiano Lei afferma che: “noi abbiamo un piano colore, deve essere tutto in bianco”!
Pertanto a questo punto pongo alcuni quesiti alla Signoria Vostra Illustrissima:
– mi può far conoscere in quale ufficio, devo recarmi per prendere visione di questo famoso piano colore che “prevederebbe” che le tende debbano essere tutte bianche?
– mi dice: se condivide che il Dirigente UTC ha emanato un’ordinanza d’urgenza che è palesemente illegittima, visto che è nei poteri esclusivi e non delegabili del Sindaco?
– mi dice: se condivide che la tenda, procurandoci un ingiusto danno, andava tagliata a pezzettini e buttata via nella spazzatura in senso di spregio?
– mi dice: se riterrà di prendere opportuni e doverosi provvedimenti oppure preferisce attendere “passivamente” che gli stessi arrivino dalla Magistratura?
-mi dice, infine quanto ancora dovrò attendere affinchè Lei prenda le distanze e condanni pubblicamente le modalità di esecuzione (“squadrista”), le violenze, le minacce e le percosse poste in essere dai Suoi dipendenti nei miei confronti?
Le rammento che la violenza e gli abusi vanno condannati sempre, senza se e senza ma!
Con osservanza
Capri, 6 ottobre 2017 Il cittadino
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Capri 3 ottobre 2017 – La rimozione coatta della tenda di Capri Watch, da parte di quattro operai sotto la guida del Dirigente dell’Ufficio Tecnico, è diventata una vicenda scomoda, che sta suscitando l’indignazione di tanti cittadini capresi per le modalità messe in atto. A questo va aggiunta l’amarezza del titolare del brand Silvio Staiano per il “Silenzio” da parte delle Autorità preposte che intendono stendere un velo di sabbia su un episodio che si vuol far passare come una “guerra di potere” o la solita “questione personale” avallando così le violazioni, le violenze ed i reati commessi dai dipendenti pubblici. E’ stata scelta quindi la via di “ignorare” le proteste del caparbio imprenditore che non intende mollare. “Già giovedì 28 settembre la nostra Azienda” dice Staiano, “ha inoltrato a Sindaco e Segretario Generale della Città di Capri la richiesta di adozione di provvedimenti disciplinari e sospensione dagli incarichi dei dipendenti resosi responsabili di quanto accaduto, che fino ad oggi è rimasta inspiegabilmente inascoltata”. L’Azienda titolare del famoso brand prende quindi le distanze da quanto avvenuto e condanna tutte le violenze, gli abusi, i danneggiamenti procurati ai beni aziendali ed all’amministratore Silvio Staiano stigmatizzando le modalità con cui sono stati eseguiti i lavori per la illegittima distruzione della tenda al di fuori di tutte le norme di sicurezza. Tutto ciò sotto gli occhi del dirigente dell’Ufficio Tecnico che ha dato disposizione di tagliare la tenda con le forbici, di farla a brandelli ed infine passando persino alle vie di fatto strattonando violentemente l’imprenditore al fine di fargli volare via il telefonino. Atteggiamenti assurdi e mai visti a Capri con l’unico scopo di voler esporre Staiano (CEO di Capri Watch) ed il suo brand ad una vera e propria gogna. Questi è però riuscito a salvare la sua unica arma di difesa, cioè il suo telefonino con il quale ha filmato tutte le fasi di quelle scene di violenza, minacce, offese e reiterati tentativi di aggressione nei suoi confronti. Da qui “l’originale protesta” di Staiano che sullo scheletro in ferro di quella che fu una tenda elegante ad arredo della sua boutique Jewels, ha apposto una serie di piccoli proclami che attraggono l’attenzione di turisti e passanti sui quali viene scritta e sintetizzata tutta la vicenda che ha visto protagonista la tenda oggetto di rimozione. “Vista la gravità dei fatti”, sottolinea Staiano, “sono certo che il Sindaco e i funzionari comunali preposti prenderanno esemplari provvedimenti anche perché l’Ente pubblico sarà esposto al rischio di dover risarcire ingenti danni che abbiamo subito e quelli subendi”. “Infine”, conclude Staiano, “attendo di ricevere il tessuto della tenda illegittimamente sottratto sperando di non dover ricorrere all’Autorità Giudiziaria per riottenere quanto ci è stato sottratto”.
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Una sorta di “atto vandalico legalizzato”: la tenda di Capri Watch fatta a brandelli con le forbici da una squadra di 5 persone del Comune per una “grottesca” e violenta esecuzione di un’ordinanza di rimozione.
Capri 28 settembre.Un vero e proprio scempio è avvenuto martedì mattina in Via Camerelle 5: i protagonisti tra cui quattro operai e il dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Capri, Massimo Stroscio. Ad essere oggetto del provvedimento di rimozione era la tenda della boutique Capri Watch Jewels, perchè secondo l’opinabile ordinanza, la stessa non era conforme al colore imposto dalla Commissione Paesaggistica. Una querelle che va avanti da tempo, con continui rimpalli tra gli uffici tecnici comunali ed i legali di Capri Watch che ritenevano e ritengono la tenda distrutta pienamente legittima e conforme a tutte le normative ed i regolamenti. Avverso l’ordinanza i legali di Capri Watch avevano già provveduto a redigere il ricorso al TAR che scadrà il prossimo 3 novembre e che decreterà di chi è la ragione.
L’operazione, dai connotati ingiustificatamente violenti, eseguita lo scorso martedì mattina dal dirigente comunale e quattro operai incaricati è stata ritenuta quindi un vero e proprio sfregio perpetrato nei confronti di dell’Azienda titolare del marchio Capri Watch, che è diventato da alcuni lustri uno dei più famosi simboli dell’Isola.
Sorprendentemente e senza aver avvertito alcuno, approfittando del negozio chiuso, anzichè rimuovere l’intera tenda, la squadra di operai del Comune, assistiti e diretti dal dirigente dell’ufficio tecnico, e sotto i suoi occhi, in disprezzo di quasi di tutte le norme antinfortunistica, muniti di 2 scale di cui una lunga oltre 4 metri, senza indossare caschi di protezione, né cinture o imbracature né alcuno dei presidi di sicurezza necessari per legge, hanno dato il via ad una scellerata distruzione della tenda sfregiandola con taglierini e forbici, lacerandone il pregiato tessuto e tagliuzzando con le forbici persino il famoso logo aziendale che era impresso al centro della struttura.
Tra i danneggiamenti vi sono anche corde, cavi e l’impianto elettrico, poiché la tenda era comandata esclusivamente da una centralina elettronica. Alla fine della “mattanza” gli esecutori si lasciavano dietro soltanto lo scheletro e cioè una struttura in metallo infissa alla parete e le altre traverse metalliche prive del tessuto. “Non si capisce il perchè di tanto accanimento per una tenda che noi riteniamo conforme alle leggi e per verità anche una delle più eleganti della nostra strada del lusso” dichiara Staiano,
“tra l’altro quella mattina non solo ho dovuto assistere alla devastazione di un bene aziendale registrandone il danno, ma non oso immaginare a quanto ammonti il maggior danno subìto per la grave lesione all’immagine della nostra gioielleria e del nostro brand con ricaduta internazionale a causa di questa prepotente azione distruttoria.
Inoltre, solo per aver deciso di documentare con dei video le assurde modalità con cui si procedeva ai danneggiamenti e alla sottrazione di un bene aziendale sono diventato bersaglio di pesanti offese, di gravi diffamazioni e persino di percosse”.
“Infine, continua Staiano, oltre a danneggiare irrimediabilmente un bene di nostra proprietà, gli operai del comune guidati dall’ arch. Stroscio sono arrivati addirittura a sottrarre illegittimamente dalla nostra disponibilità il pregiato tessuto, smaltendolo illecitamente tra i rifiuti ordinari.
Chiederò quindi al Sindaco ed al segretario comunale, per quanto di loro competenza in sede disciplinare, di sanzionare l’operato dei dipendenti pubblici del Comune che hanno avuto atteggiamenti e condotte a dir poco indecorose e non degne del nome della nostra Isola.
Vista la gravità di quanto ho esposto mi auguro che il Sindaco di Capri prenda immediati provvedimenti contro gli autori di un gesto che nulla ha a che fare con una corretta azione amministrativa e che invece ha le connotazioni di un’inaudita, gratuita ed inspiegabile violenza, eseguita da una squadra di ben 4 operai ed un dirigente del Comune, contro il marchio Capri Watch, i quali hanno approfittato della nostra assenza per avviare una torbida manovra di danneggiamento avendo ben cura che fosse una “grottesca sceneggiata” non senza il piacere di spettacolarizzarla di fronte a centinaia di ignari passanti tanto che il dirigente Stroscio, compiaciuto di se stesso, affermava ripetutamente: “hai fatto una figura di merda pubblica!”
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