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Quali tendenze per le offerte di lavoro nel 2017
25/01/2017 – Quali tendenze per le offerte di lavoro nel 2017Jobrapido, primo motore di ricerca di lavoro al mondo, attivo in 58 Paesi e con 35 milioni di utenti unici mensili e oltre 70 milioni di utenti registrati, ha condotto una ricerca analizzando i 50 profili più presenti sul portale nei mesi di dicembre e gennaio, a cui corrispondono nel complesso oltre 500 mila annunci di lavoro. Il risultato dice che nel nostro Paese, al momento, c’è una forte richiesta di operatori nel settore del commercio e della grande distribuzione. Offerte lavorative per commerciali, agenti di vendita, consulenti alle vendite formano infatti un totale di oltre 86 mila annunci. Al secondo posto si posizionano addetti nel campo delle risorse umane, con oltre 35 mila opportunità; completa il podio dei settori più attivi nella ricerca di personale quello della metalmeccanica, con un totale di oltre 32 mila possibilità per figure come operai e, in generale, coloro che operano nell’intera filiera metalmeccanica.Oltre il lavoro tradizionale si fanno avanti nuove professioni Spulciando le posizioni seguenti in classifica ecco comparire la forte richiesta di animatori e baby sitter, con più di 18 mila opportunità; e poi operatori nel settore eventi (4°), marketing (5°), assistenza in negozio (6°). Solo al settimo posto l’informatica (7°) seguita da attività ‘storiche’ quali la logistica e i trasporti (8°), l’ingegneria (9°) e la medicina (10°). Milano, Roma e Torino si confermano riferimenti nazionali per chi è in cerca di occupazione, ma non mancano realtà provinciali in cui i candidati di tutta Italia possono avere maggiori opportunità professionali: Bologna, Padova, Brescia e Treviso.
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I diritti del lavoro possono diventare il futuro dell’Europa
24/01/2017 – I diritti del lavoro possono diventare il futuro dell’EuropaCon 396 voti in favore, 180 voti contrari e 68 astensioni, il Parlamento Europeo in Sessione Plenaria ha approvato le “raccomandazioni” per la proposta sul “Pilastro europeo dei diritti sociali”, il disegno politico di ampio respiro lanciato nel settembre del 2015 dall’allora presidente Jean-Claude Juncker e che dovrebbe trovare la sua definitiva approvazione a marzo 2017. Tra le indicazioni politiche espresse nelle “raccomandazioni”, quella che appare tra le più fondamentali per la politica comunitaria è la richiesta di garantire a tutti i lavoratori i diritti essenziali di base, qualunque sia la forma di occupazione o di contratto. La relatrice in aula, Maria João Rodrigues (S&D, PT) ha dichiarato: «Oggi, molti cittadini europei si sentono non protetti di fronte alla concorrenza globale, alla rivoluzione digitale e alle politiche di austerità. Con questo pilastro europeo dei diritti sociali, miriamo a riattivare l’UE come scudo protettivo: prevenire la povertà infantile, rafforzare le garanzie per i giovani, garantire i diritti sociali di base anche alle persone che lavorano con nuove forme di occupazione, e, infine, introdurre la carta di sicurezza sociale europea per aiutarli a tenere traccia dei loro contributi ai regimi sociali ovunque essi lavorano nel mercato unico ».Salvaguardare i diritti anche nelle nuove forme di occupazione Il Parlamento invita la Commissione a proporre norme comunitarie in materia di condizioni di lavoro dignitose da applicare alle nuove forme di lavoro, come il lavoro su richiesta (on demand) o il lavoro mediante piattaforme digitali. I deputati, inoltre, sollecitano gli Stati membri a far rispettare le norme del lavoro in modo più efficace, in particolare per sconfiggere il lavoro sommerso. A tal fine, propongono l’introduzione di una carta di sicurezza sociale europea che dovrebbe contribuire a garantire la protezione sociale equa per i lavoratori che contribuiscono a sistemi di welfare tenendo traccia dei loro contributi, accumulati in conti personali.
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Anno record per Erasmus
27/01/2017 – Anno record per ErasmusGrazie al programma Erasmus+, nel 2015 quasi 700 mila ragazzi hanno studiato, lavorato, si sono formati, hanno fatto volontariato in Europa, grazie allo stanziamento di oltre 2 miliardi di euro da parte dell’Unione europea, con circa 17 mila progetti, portati avanti da quasi 70 mila organizzazioni.Questi i dati contenuti nella relazione annuale 2015 sull’Erasmus+, diffusi dalla Commissione europea il 26 gennaio scorso, che fanno ben sperare per il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato di coinvolgere 4 milioni di cittadini europei entro il 2020.”Da trent’anni l’Erasmus dà ai giovani europei la possibilità di sviluppare competenze sociali e interculturali e di fare esperienze di cittadinanza attiva. L’Erasmus svolge un ruolo chiave nel permettere ai nostri giovani di costruire una società migliore. Questa è la solidarietà di cui l’Europa ha bisogno, ora più che mai”, ha dichiarato Tibor Navracsics, Commissario europeo all’Istruzione, Cultura e Sport. Nel 2015 il programma Erasmus + si è aperto a Paesi al di fuori dell’Unione europea dove, per la prima volta, gli istituti di istruzione superiore e università hanno potuto inviare e ricevere più di 28 mila studenti e personale docente, da e verso Paesi extra-UE. La relazione annuale 2015 conferma che la maggior parte dei partecipanti all’Erasmus proviene da Francia, Germania e Spagna, con Spagna, Germania e Gran Bretagna come mete più ambite. Largamente positivo il commento di chi ha fatto l’Erasmus: il 94% dice le loro abilità sono migliorate e l’80% ritiene che partire per l’Erasmus ha aumentato le loro opportunità di carriera. Inoltre a 1 studente su 3 studenti che fanno tirocini all’estero attraverso Erasmus+ viene offerto una posizione nella società di accoglienza.La pubblicazione della relazione 2015 coincide con il lancio della campagna di comunicazione europea sui 30 anni del programma Erasmus – che dal 2014 ha aumentato i settori di intervento e ha cambiato nome in Erasmus+. Nel corso di quest’anno, diversi eventi saranno organizzati nei vari Paesi UE per informare i giovani di tutte le opportunità che l’Europa offre loro.
da: Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto
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Categorie: Attualità

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