TISCALI NOTIZIE: Incubo Centro Italia: forte terremoto ed emergenza neve, si scava a mani nude per scappare. Si temono vittime. Crolli e dispersi. Paura a Roma – La diretta Le foto – Tremano gli studi di La7: video Sisma in diretta Tv: la reazione dell’ospite – Video Ad Amatrice crolla il campanile – Le immagini.

BILANCIO FINALE: 29 morti e 11 salvati.
ELICOTTERO: 6 morti
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-24 gennaio 2017—di Luca Comellini a tiscali redazione
“Per affrontare una situazione come quella che si sono trovati difronte i soccorritori giunti sul luogo dove sorgeva l’hotel Rigopiano ci sarebbero volute almeno 200 persone suddivise in squadre e in turni di tre ore invece ce ne erano solamente 25. Si sarebbe dovuto montare un campo base con almeno delle tende dove far riposare gli uomini e preparare dei pasti caldi e non dargli dei panini congelati come è stato fatto”.Lo ha detto a Tiscali Antonio Brizzi, segretario generale del Conapo, il sindacato autonomo dei Vigili del fuoco. Secondo Brizzi i Vigili del fuoco, che sono sempre stati presenti e in prima linea nel prestare i soccorsi, questa volta non sono stati trattati in modo adeguato e fa rilevare che rispetto alle altre forze di polizia il loro trattamento economico è inferiore e gli sono stati tolti gli ottanta euro del bonus elargito dal governo Renzi. Dove c’è soccorso tecnico urgente – ha spiegato Brizzi – ci devono essere i vigili a coordinare e se parliamo del coordinamento a livello centrale in questi giorni no è stato molto, “e fermiamoci a dire il molto”. Siamo sottopagati e trattati come “carne da Macello”, ha concluso il segretario del Conapo.”A Rigopiano ci siamo trovati davanti a un muro di neve”
A Brizzi ha fatto eco un altro vigile del Fuoco, anche lui sindacalista, che la sera del 18 gennaio scorso è intervenuto con i suoi colleghi per prestare i soccorsi sui luoghi del disastro che ha colpito il centro Italia. «Inizialmente – dice il vigile a Tiscali.it – ci avevano mandato in missione nel Teramano perché molti centri abitati erano ancora isolati e non raggiunti da nessuno. All’inizio abbiamo ricevuto notizie confuse di crolli di abitazioni e stalle poi nella nottata ci hanno dirottato verso l’hotel Rigopiano. Era cambiato il target della nostra missione. Abbiamo trovato una situazione difficile. – prosegue – Abbiamo speso tutta la notte per arrivare in prossimità della vallata tagliando tutti i tronchi di albero che avevano invaso la strada per permettere alla turbina di lavorare. Poi poco prima delle otto di mattina un elicottero dei Vvf ha portato una parte del nostro team in prossimità dell’albergo dove ci siamo trovati davanti a un muro di neve e abbiamo iniziato a fare il nostro lavoro”.
“E’ mancato un po’ di coordinamento” “Sicuramente – prosegue il sindacalista – è mancato un po’ di coordinamento, avevo chiesto certi mezzi e non sono arrivati ma anche dal punto di vista della logistica la situazione ha lasciato molto a desiderare perché non abbiamo avuto la possibilità di riposarci. Abbiamo lavorato in modo continuo, senza interruzioni. È stato un lavoro molto pesante, ci voleva molto più personale per avere maggiori possibilità di trovare ancora più persone in vita, in una situazione già difficile e aggravata dalla rigidità del clima forse sarebbe servito uno sforzo iniziale maggiore. Per fare ogni cratere in penetrazione abbiamo dovuto scavare 4 o 5 metri di neve che ghiacciando diventava dura come roccia e sicuramente dei mezzi di movimento terra ci avrebbero agevolato nel lavoro riducendo i tempi. Ho fatto parecchi interventi nella mia carriera – conclude – ma quella dell’hotel Rigopiano, in un ambiente con una combinazione di elementi e di fattori particolare, è stato uno dei più difficili in assoluto ma questo non significa che forse noi potevamo ottenere un pochino di più e forse la situazione poteva essere gestita meglio”.
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24 gennaio 2017 – Cade elicottero 118 in Abruzzo: 6 morti. La rabbia del sindaco de L’Aquila: “Che male abbiamo fatto”. “Altro che eroi, ecco cosa sta succedendo davvero ai soccorritori del Rigopiano ” – L’intervista-denuncia 15 morti, 14 dispersi e l’ultimo posto dove scavare
Il grido dell’uomo sotto la neve – I morti – I salvati
Precipitato un elicottero del 118: a bordo 6 persone. La rabbia del sindaco dell’Aquila: “Ma che male abbiamo fatto”Il veivolo si è schiantato dopo aver prelevato un ferito non lontano da Campo Felice, gli impianti sciistici di Rocca di Cambio
Redazione Tiscali Ci sarebbero dei morti in seguito all’incidente aereo avvenuto poco dopo mezzogiorno all’elicottero del 118 dell’Aquila. La conferma arriva dai carabinieri e dal Soccorso alpino che al momento stanno sul luogo del disastro. L’elisoccorso è precipitato tra il capoluogo e Campo Felice, a bordo sei le persone. Lo schianto è avvenuto dopo che il velivolo, che volava in una zona con una fitta coltre di nebbia e nuvole basse, aveva prelevato uno sciatore rimasto ferito sulla pista. I maestri di sci di Campo Felice e Ovindoli si sono attivati subito dopo la notizia dell’incidente. “Si sono messi a disposizione dei soccorritori – ha riferito il presidente del collegio regionale Abruzzo maestri di sci, Francesco Di Donato, anche sindaco di Roccaraso – con ogni mezzo e con le pelli di foca. La zona è impervia e ci sono alti cumuli di neve”.
“E’ distrutto”
I Vigili del Fuoco e gli uomini del Soccorso Alpino sono arrivati sul posto dove è precipitato l’elicottero del 118. I soccorritori sono a 500 metri di distanza dal velivolo, che si trova più in basso rispetto alla loro posizione, in un canalone, e stanno cercando di raggiungerlo. L’elicottero è distrutto.Precipitato da 600 metri
L’elicottero sarebbe precipitato da un’altezza di 600 metri. Secondo le prime informazioni l’Aw 139 avrebbe lanciato il segnale di crash mentre si trovava in località Casamaina, nel comune di Lucoli, nei pressi della piana di Campo Felice, in provincia de L’Aquila. Alcuni testimoni dicono di aver sentito un boato. L’elicottero era partito da Penne ma non era impegnato né per l’emergenza maltempo né per quella relativa al terremoto. Non faceva inoltre parte degli elicotteri che in questi giorni sono impegnati sulla valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano.
Precipitato a un km da piste L’elicottero è caduto a circa un chilometro dalle piste da sci di Campo Felice. Lo riferisce Mauro Cordeschi, direttore degli impianti di Campo Imperatore, che ha raggiunto la zona coi soccorsi. ”I soccorsi sono arrivati, si vede solo una macchia nera – riferisce – ma non è una bella situazione a vedersi”. L’elicottero del 118 si trova a mezza costa sulla ripida montagna in una zona fortemente innevata e montuosa a circa 1600 metri di quota in corrispondenza del km 14 della strada statale 696. Sul posto ci sono autopattuglie della Polizia, dei Carabinieri, numerosi mezzi dell’esercito tra cui anche un “bruco”, autoambulanze, mezzi dell’Anas che contribuiscono a tenere la strada pulita. Il luogo si trova a poche centinaia di metri dall’Hotel La Vecchia Miniera.
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23 gennaio 2017 – Hotel Rigopiano, si indaga per disastro colposo e omicidio plurimo. Estratta settima vittima: è una donna. Si spera ancora di trovare in vita qualcuno in qualche ‘sacca d’aria’ tra neve, detriti e strutture dell’albergo. Il bilancio attuale è di 11 sopravvissuti, 6 morti e 23 dispersi
Redazione Tiscali – “Disastro colposo e omicidio plurimo colposo” sono le ipotesi di reato dell’inchiesta aperta dalla procura di Pescara come ha conferamto Cristina Tedeschini, procuratore aggiunto , in conferenza stampa non escludendo un successivo “spacchettamento” dei vari filoni di indagine. Nel fascicolo d’inchiesta, ha spiegato il pm, “stanno confluendo tutti gli elementi informativi che stiamo raccogliendo”. “Questo unico contenitore è un fascicolo iscritto a ignoti con due qualificazioni giuridiche, mai modificate, che sono disastro colposo e omicidio plurimo colposo. Per il lavoro della procura sono qualificazioni giuridiche che descrivono e perimetrano i temi delle indagini”.
Si indaga su tutte le fasi
Conseguentemente al vaglio della procura sono in concreto “tutte le circostanze che si accompagnano alla catastrofe che avete visto, cioè alla caduta di una valanga su quell’albergo, quindi tutte le circostanze relative alla realizzazione di un albergo li, alla sua apertura e stato di esercizio in quel momento, tutte le circostanze relative alla formazione e alla successiva caduta di una valanga, tutto il tema della viabilità, accesso o non accesso rispetto a quell’esercizio pubblico”.
Errori di comunicazione e ritardi
“Che ci possa essere stato come da voi rappresentato (io non sto mai confermando nessuna delle vostre conclusioni) una serie di disfunzioni e magari ritardi da parte della sala operativa nel recepire mi pare sia un fatto registrato” ha detto il procuratore aggiunto di Pescara, rispondendo a chi le chiedeva degli “errori di comunicazione tra enti che dovevano assicurare i soccorsi”. Tuttavia “che questa incomprensione, sottovalutazione o ritardo possa aver avuto” impatto sulle conseguenze è “da dimostrare”. In ogni caso, ha detto il magistrato, “questo è uno dei temi di approfondimento di questa indagine e ci stiamo lavorando”. “Una buona parte di questi fatti comunicativi accaduti post evento mi rendo conto che hanno una rilevanza mediatica notevole e possono determinare anche giudizi severi da parte del cittadino – conclude il pm – ma ragionevolmente e e sul piano della causalità oggi non appaiono avere una rilevanza elevatissima”.
Estratto il corpo di una donna: è la settima vittima
Non si fermano le ricerche. Il bilancio provvisorio del disastro è di 11 sopravvissuti, 7 morti. I vigili del fuoco hanno individuato ed estratto dalle macerie il corpo di una donna. Il settimo cadavere era in uno stanzino vicino alla zona della cucina e del bar. Si sta invece ancora lavorando per liberare il corpo della sesta vittima, individuata domenica 22 gennaio.
“C’è ancora speranza”
Secondo un funzionario dei Vigili del Fuoco, Alberto Maiolo, potrebbero esserci ancora persone vive, anche se “le strutture dell’albergo sotto il peso della neve si stanno muovendo”. Si sentono dei rumori, ma potrebbero essere legati ai movimenti della struttura dell’hotel Rigopiano. Intanto i soccorritori sono al lavoro per aprire un nuovo varco, dal lato opposto a quello dove si è lavorato finora.
Le 5 vittime identificate
Ai primi due corpi recuperati, quello del maitre dell’hotel Alessandro Giancaterino e del cameriere Gabriele D’Angelo, si sono aggiunti Nadia Acconciamessa e Sebastiano Di Carlo, genitori del piccolo Edoardo, che si è salvato, e Barbara Nobilio, 51 anni, di Loreto Aprutino (Pescara), che era in vacanza con il marito, di cui non si hanno ancora notizie. Ancora da accertare le identità degli altri due cadaveri recuperati.
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Nadia Acconciamessa, moglie di Sebastiano Di Carlo. Entrambi i genitori del piccolo Edoardo non ce l’hanno fatta Papà disperso: “E’ stato un delitto”.
“Quelli che sono morti sono stati uccisi – si è sfogato il papà di Stefano Feniello, 28 anni, tra i dispersi – e quelli che ancora non rientrano sono stati sequestrati contro il loro volere perché volevano rientrare. Li hanno sequestrati. Avevano le valigie pronte. Li hanno riuniti tutti vicino al caminetto come carne da macello”. La fidanzata del giovane, Francesca Bronzi, è salva ed è ricoverata a Pescara. La responsabilità, secondo Alessio Feniello, è “delle autorità”.
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Esclusiva TISCALI 23 gennaio 2017 – Rigopiano, la Regione paga i consulenti ma la carta delle valanghe non c’è. La Procura sequestra.Governo sospende bonus Renzi agli eroi del resort. “Vietato criticare la gestione post terremoto”: punita la scienziata che chiedeva le dimissioni di Errani La mail dell’hotel alle autorità. Così ha risposto la funzionaria della P. Civile alla telefonata d’allarme
Lotta contro il tempo, 23 dispersi – I morti – I superstiti
di Giuseppe Caporale
La legge regionale per istituire la mappa delle valanghe in Abruzzo c’è ed è anche molto vecchia: 1992. Il comitato di consulenti invece si rinnova ogni anno con tanto di gettone di presenza. E tiscali.it è in grado di pubblicare i relativi compensi (vedi l’immagine nell’articolo). Invece, la mappa sul rischio valanghe che Regione e consulenti dovevano redigere, non c’è. Anzi, esiste solo quella per i bacini sciistici. Ed è dunque incompleta perché non tiene conto delle altre zone come ad esempio l’hotel Rigopiano a Farindola, che non è una zona sciistica. Per questo gli uomini del nucleo ambientale dei carabinieri ha bussato alla sede della protezione civile regionale e posto sotto sequestro tutti gli atti e documenti che adesso verranno passati al setaccio.
La mappa che non c’è doveva essere aggiornata periodicamente
La procura di Pescara vuole capire se la Regione Abruzzo ha predisposto tutto gli atti obbligatori per inserire l’albergo nelle aree a rischio valanghe. O almeno se la zona risulta inserita in qualche mappa storica. Al momento l’unica mappa disponibile è il catasto storico che però non può essere utilizzato per prevenire o valutare “possibili eventi valanghivi, ma solo come semplice registro”. In altre parole, come ha già evidenziato Valerio Segor, dirigente dell’assetto idrogeologico dei bacini montani della Regione Valle d’Aosta e uno dei massimi esperti di valanghe in Italia, è che la Regione Abruzzo “non fa in modo ufficiale la valutazione del rischio” seppure lo prevede la norma. La legge regionale all’articolo 2 chiarisce che viene istituita una carta di localizzazione dei pericoli di valanghe, “aggiornata periodicamente”. Ma dopo 25 anni non esiste, altrimenti sul Rigopiano sarebbero dovute scattare delle misure di adeguamento al rischio, quantomeno.
Chi doveva redigere la mappa e non l’ha fatto
Recita la legge rimasta lettera morta: “Nelle aree considerate dalla carta come soggette a pericolo di valanghe deve essere sospesa, a titolo cautelativo, l’edificazione nonché la realizzazione di impianti e infrastrutture ai fini residenziali, produttivi e di carattere industriale, artigianale, commerciale, turistico e agricolo nonché ogni nuovo uso delle aree che comporti rischio per la pubblica e privata incolumità” è scritto nella norma. Chi doveva provvedere alla predisposizione di tale carta di pericolosità? Il servizio regionale per la Protezione Civile con la collaborazione dell’Ispettorato Regionale delle Foreste, degli ispettorati dipartimentali provinciali, delle strutture territoriali dello stato, dei servizi del Genio Civile e delle comunità montane.
I consulenti delle valanghe pagati a gettone
“L’attività si avvale, inoltre, della collaborazione e supporto tecnico del Comitato Tecnico Regionale per lo Studio della Neve e delle Valanghe (CO.RE.NE.VA)” è scritto sempre sulla carta. E qui almeno ci sono le ricevute dei gettoni di presenza. “Il CO.RE.NE.VA. – prosegue la norme – svolge compiti di consulenza tecnica della Giunta Regionale, per il soddisfacimento degli obbiettivi di previsione, prevenzione e controllo delle precipitazioni nevose e dei fenomeni valanghivi e rilascia il certificato di immunità dal rischio di valanghe per le aree interessate alla realizzazione di impianti a fune di pubblico esercizio, di piste di discesa e relative infrastrutture accessorie”. La stessa legge prevederebbe anche la nomina nei comuni con territori interessati dal rischio valanghe della commissione comunale valanghe. Che ovviamente a Farindola non c’è.
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22 gennaio 2017 da Redazione Tiscali – Vietato criticare il lavoro di intervento post terremoto. O anche post valanghe, verrebbe da pensare. Fatto sta che il pesante provvendimento disciplinare deciso nei confronti di una ricercatrice dell’Ingv mette di fatto il bavaglio a chi, all’interno di una struttura di ricerca scientifica, criticando le decisioni (politiche) prese, solleva un sacro e salutare dibattito. La punizione nei confronti della funzionaria dell’Istituto di geofisica e vulcanologia, Fedora Quattrocchi, è arrivato all’indomani della pubblicazione da parte della scienziata sul suo blog di una serie di interventi che esprimenvano perplessità e dubbi sull’organizzazione delle operazioni di puntellatura delle case e delle chiese a Norcia dopo il sisma di agosto. Oltre le critiche la donna aveva chiesto le dimissioni del commissario alla ricostruzione Vasco Errani, nel caso in cui i rilievi fatti attraverso il suo spazio web fossero risultati veri. Tale e tanto era il disappunto sulle scelte messe in campo.
Punizione esemplare. Ma per lei, nessuna pietà verrebbe da dire: un giorno di sospenzsione dal lavoro e dalla paga. Sanzione disciplinare pesantissima, anticamera del licenziamento. La notizia è riportata dal Fatto quotidiano che racconta di pressioni messe in campo perché la funzionaria venisse punita. Scrive infatti il giornale di Travaglio che “i capi di Ingv sono intervenuti forse perché convinti che bisognasse farlo e forse anche perché indotti a farlo, come se avessero ricevuto un mandato o fossero stati istigati”. Segue il dito puntato: “E’ stato il capo della Protezione civile Curcio a sollecitare, anche se in modo indiretto, che la ricercatrice fosse punita. Curcio avrebbe inviato una lettera indirizzata al presidente Doglioni nella quale si domandava “se quanto pubblicato corrisponda o meno alla posizione di codesto Istituto, dato che la prima informazione riportata sulla pagina della dottoressa Quattrocchi è ‘Dirigente ricerca tecnologo presso Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia’, fatto che conferisce credibilità e seguito tra gli utenti di questo social, a quanto frequentemente postato dalla stessa”, reciterebbe la missiva. Inizialmente il presidente dell’Ingv avrebbe risposto che quelle della Quattocchi erano “opinioni personali”, ma subito dopo un rocambolesco dietrofront e la decisione di punire la funzionaria. “Forse anche a causa di certe sue attività sindacali”, scrive il Fatto. Ma cosa aveva scritto la scienziata? Le critiche della ricercatrice
“Mi chiedono – annotava Quattrocchi il 6 novembre scorso -: ‘Come mai a Norcia in due mesi da agosto fino alla seconda scossa le case-chiese non erano state puntellate. Eppure in un giorno si puntellano almeno 25 case se la squadra di protezione civile lavora e non va solo al ristorante. La diaria in emergenza di questa gente da gola forse è (tale ndr) che conviene puntellare lentamente’… Io non so rispondere, non è il mio mestiere, ma qualcuno mi sa rispondere? In 2 mesi quante case-chiese avevano puntellato a Norcia? Ovvio che faccio la stessa domanda per gli altri paesi”. In un post successivo l’attacco diretto al responsabile della gestione dell’emergenza: “Errani vattene a casa se sei responsabile di questo”, e a seguire una serie di considerazioni di peso su quanto in corso a Norcia e negli altri paesi terremotati.
L’avvocato: punizione illegittima
Lapidario l’avvocato difensore della scienziata – citato sempre dal Fatto – che, in una lettera indirizzata ai vertici dell’Ingv, sostiene che nel mare magnum di opinioni e critiche espresse all’indomani del terremoto, se ne sia semplicemente aggiunta un’altra, “come tutte discutibile (ma non in sede disciplinare di un ente di ricerca) e – come tutte – perfettamente legittima”. Secondo il legale inoltre la punizione per la presunta diffamazione è “inammissibile perché non spetta all’lngv, al suo presidente e tantomeno all’Ufficio disciplinare l’accertamento ed il giudizio, sulla sussistenza o meno del reato in discorso (e nemmeno avendo essi alcuna legittimazione o interesse al riguardo, non essendo i soggetti lesi dal presunto reato)”. Insomma leso non è l’Istituto di geofisica e vulcanologia ma, enl caso fosse, qualcun altro.
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22 gennaio 2017 – Emergono nuovi particolari sulla funzionaria della Protezione Civile che ha ricevuto la telefonata di aiuto del professore per la strage del Rigopiano. La donna avrebbe detto che si trattava di una bufala. E spunta una mail nella quale la direzione dell’hotel avvisava le autorità: “Preparate l’intervento”
“La notizia della slavina è una bufala”
“Ancora questa storia? Abbiamo verificato, abbiamo sentito l’albergo, la notizia è stata smentita, è una delle tante bufale di questi giorni”. Alle 18.20 di mercoledì 18 è questa la telefonata – scrive il Messaggero – che traccia una linea tra la possibilità di vita e la prospettiva di morte dei 39 presenti nell’Hotel Rigopiano. Il muro di gomma che la sala operativa della Protezione civile della prefettura di Pescara contrappone alla richiesta di aiuto di Quintino Marcella peserà per un’ora e 25 minuti sul timing delle operazioni di soccorso.
“È agghiacciante, a tragedia avvenuta, riascoltare i pochi minuti di quella telefonata surreale. Marcella esordisce in tono concitato: “Mi ha chiamato un mio amico, è crollato l’Hotel Rigopiano, ha moglie e figli. Ci sono altre persone”. Più che il contenuto è raggelante il tono della risposta: sprezzante, non venato da un’ombra di dubbio. Tanto che sulle prime è la certezza di Marcella a vacillare. “Ma come? Se il mio amico ha detto che l’albergo è crollato deve essere così”. La risposta è tranciante: “Mi dia il numero lo chiamo io”. E qui Marcella fa un’obiezione: “Guardi che lassù non prende bene, cade la linea”. “Allora è uno scherzo”, risponde l’operatrice. “Uno scherzo del genere con il suo telefono?”, prova a farla ragionare il suo interlocutore. “Glielo avranno preso per fare uno scherzo”. Così finisce la telefonata.
La mail dell’hotel alle autorità
Il 18 gennaio scorso, dopo il succedersi di scosse sismiche e di intense nevicate, l’amministratore unico dell’hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, ha mandato una mail al Prefetto di Pescara, al presidente della Provincia, alla polizia provinciale e al sindaco di Farindola, segnalando che “la situazione” stava diventando “preoccupante” e chiedeva di “predisporre un intervento”. “I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto”, scriveva il direttore, “non potendo ripartire a causa delle strade bloccate”.
Questo il testo completo del messaggio spedito via e-mail da Di Tommaso.
“Vi comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale). Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d’accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro”.
La precisazione della Prefettura
“Dopo la mail – spiegano dalla Prefettura di Pescata – abbiamo parlato subito con i rappresentanti della provincia di Pescara presenti nella sala operativa per fare in modo che si trovasse una turbina ma ci sono state difficoltà nel reperire il mezzo adatto a spalare la neve”.
Il consigliere Sospiri: subito le dimissioni dei responsabili dei ritardi
“Credo che quanto accaduto oggi dovrebbe determinare un’assunzione di responsabilità da parte degli amministratori coinvolti e il coraggio di rassegnare le dimissioni, per poi attendere serenamente le determinazioni della Procura che speriamo faccia luce rapidamente e concretamente sulle responsabilità che ci sono e sono ben evidenti”. A parlare è il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, intervenendo sui drammi generati dal maltempo e dal terremoto e sulle defaillances della macchina dei soccorsi. In particolare il consigliere chiede le dimissioni, o il licenziamento in tronco, dell’operatrice della Prefettura-Protezione civile che per prima ha raccolto la telefonata del professor Marcella e che non gli ha creduto, ritardando di due ore l’avvio dei soccorsi. Ma l’invito a lasciare è rivolto anche al Presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, al Prefetto di Pescara Francesco Provolo e al sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta.

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REDAZIONE TISCALI, 18 gennaio 2017 – Incubo Centro Italia: forte terremoto ed emergenza neve, si scava a mani nude per scappare. Si temono vittime. Tre forti scosse la più forte di magnitudine 5,7 sono state avvertite nell’Italia centrale. Paura anche Roma: scuole e metro evacuate. Crolli ad Amatrice
Quattro scosse di magnitudo sopra il 5, tre in mattinata e una dopo le 14, sono state avvertite in maniera molto forte in tutta l’Italia centrale. L’epicentro è stato localizzato nell’ Aquilano. Non ci sono vittime. Per precauzione sono state evacuate molte scuole nelle Marche, in Umbria e in Abruzzo. Scuole evacuate anche a Roma, domani istituti chiusi nelle Marche e a Perugia. I disagi e la paura si sommano a una situazione già drammatica in queste regioni causata dal maltempo.
Il sisma è avvenuto tra L’Aquila e Rieti, nella zona di Montereale (AQ), l’epcicentro è a una profondità di 9 chilometri. Gli altri comuni vicini (entro 10 chilometri) sono Capitignano, Campotosto, Amatrice e Cagnano Amiterno. Intanto continua a nevicare nell’entroterra delle Marche e dell’Abruzzo, in particolare nelle zone centro meridionali dove si trova la maggior parte dei Comuni colpiti dal terremoto. La diretta:
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15:20 – Evacuato Nazareno ma Renzi resta dentro – Il Nazareno, sede nazionale del Pd a Roma, è stato evacuato, a quanto si apprende, per precauzione in tarda mattinata dopo le scosse di terremoto. Dipendenti e dirigenti hanno lasciato per un’oretta il palazzo ma, spiegano fonti dem, Matteo Renzi, oggi a Roma in vista di una riunione con i segretari regionali, ha preferito restare nel suo ufficio.

14:45 – Amatrice, donna incinta soccorsa da Esercito – Una donna incinta è stata soccorsa poco fa dal Genio dell’Esercito a Nommisci, una delle frazioni di Amatrice. La donna sta bene e ora si trova sotto osservazione presso le strutture sanitarie provvisorie allestite ad Amatrice. Nella stessa frazione l’Esercito ha raggiunto anche un’anziana che non riusciva a lasciare la sua abitazione, anch’essa isolata a causa della neve.

14:35 – Nuova forte scossa in centro Italia – ULa nuova forte scossa di terremoto delle 14.34 – secondo dati preliminari, da confermare – ha avuto una magnitudo 5.1 ed epicentro sempre nell’aquilano.

14:30 – Su frazione Campotosto – Una slavina si sarebbe staccata a causa delle scosse colpendo il paese di Ortolano, frazione del Comune di Campotosto (L’Aquila), uno degli epicentri delle scosse di stamani. Lo riferisce il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci che da stamani sta partecipando ai soccorsi nell’alta valle dell’Aterno colpita dal sisma.

14:00 – Protezione civile Marche, conferma nessuna vittima – ”Non sono segnalate vittime ma ”il resoconto dei crolli è reso difficoltoso dalla neve, che in alcune aree ha raggiunto cumuli di 3-4 metri”. Lo rende noto la Protezione civile regionale. Tutti i comuni del versante ascolano, maceratese e fermano sono innevati e le nuove scosse hanno innescato una serie di piccole slavine. Trentamila sono le utenze senza corrente elettrica, con le maggiori criticità nell’Ascolano. 60 Comuni chiedono turbine e personale.

14:45 – 750 vigili fuoco già in zone, altri 100 in arrivo Nelle zone al confine tra Lazio, Marche e Abruzzo stanno operando già 750 vigili del fuoco che erano presenti in zona per gli interventi di messa in sicurezza dopo i terremoti di agosto e novembre. Altri cento vigili del fuoco delle squadre Usar, uomini specializzati in ricerca e soccorso sotto le macerie, sono in arrivo anche se al momento le centrali operative non hanno ricevuto segnalazioni di dispersi.

13:40 – Merkel, Germania pronta ad aiutare popolazioni – “I nostri pensieri vanno innanzitutto alle popolazioni colpite nuovamente dal terremoto, abbiamo offerto la nostra solidarietà e siamo disponibili a qualsiasi tipo di aiuto”. Così la cancelliera Angela Merkel.

13:30 – Mattarella, determinati ad aiutarli – “Ogni scossa aggrava le condizioni dei nostri concittadini ma aumenta anche la determinazione a star loro vicini e ad aiutarli”. Lo ha garantito il presidente Sergio Mattarella. Il capo dello Stato ha aggiunto che nonostante il terremoto non si fermi la ricostruzione “si farà ugualmente”.

13:15 – Vvf, neve emergenza principale – Emergenza neve in tutta l’area dell’epicentro. I Vigili del Fuoco fanno sapere che ci sono persone in strada e che raggiungere i centri colpiti dal terremoto è complicato anche con i loro mezzi. Due gli elicotteri in volo. Atterraggio non riuscito a Montereale. In tutto il cratere nelle quattro regioni ci sono 850 Vigili del Fuoco. Per ora non sono segnalati danni a persone.

13:09 – Rai: “Si temono vittime” – “Si temono vittime a Marana, Montereale, Aringo e Capitignano”, così il Tg Rai Abruzzo

12:55 – Chiusi uffici pubblici dell’aquilano – Uffici Pubblici dell’Aquila e di tutti i Comuni della provincia chiusi, con effetto immediato, sino al 19 Gennaio, “considerato lo stato di emergenza per gli eventi sismici e il maltempo”. Lo ha disposto il Prefetto dell’Aquila, Giuseppe Linardi

12:50 -Rintracciati 12 allevatori, ne mancano 3 – Sono stati rintracciati, e stanno bene 12 dei 15 allevatori della zona di Arquata del Tronto con cui i familiari non erano più riusciti a mettersi in contatto. Lo conferma la Protezione civile regionale. All’appello ne mancano ancora altri tre, che non rispondono al cellulare. Le ricerche sono rese difficili dalla neve, alta fino a 2 metri, che ostruisce le strade di accesso e dal pericolo di slavine

12:45 – Paesi isolati, requisiti trattori nell’Aquilano – Le forze dell’ordine stanno requisendo i trattori dei privati per liberare le strade e permettere di raggiungere frazioni e paesi isolati dalla neve nell’area dell’epicentro aquilano. A Montereale c’è un metro e 20 centimetri di manto. Isolato completamente al momento il comune di Cagnano Amiterno (L’Aquila).

12.40 – Amatrice, vera emergenza è la neve – “L’emergenza non è il terremoto, né i danni in zona rossa bensì la neve. Abbiamo urgente bisogno di turbine, non bastano gli spazzaneve. Abbiamo frazioni isolate con due metri di neve”. È quanto ha detto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi.

12:30 – Crolli in area epicentro Aquilano – Crolli a Campotosto, Laringo e Poggio Cancelli. La gente sta scavando nella neve per scappare a causa della paura per le scosse. Questa la situazione nella zona dell’epicentro di Montereale (L’Aquila). A riferirlo sono operatori delle forze dell’ordine, Cc e Forestali, che stanno lavorando sul posto. Riferiscono che la terra “batte in continuazione e la gente ha paura. A Montereale non si registrano danni a persone”.

12:27 – Treno bloccato a San Ginesio – Un treno regionale è rimasto bloccato nella stazione di San Ginesio e, dato che è impossibile a causa della neve mandare sul luogo gli autobus sostitutivi, Trenitalia sta inviando una sessantina di kit di primo necessità, con bevande e generi alimentari.

12:20 – Amatrice, crolla campanile – Ad Amatrice è crollato ciò che restava del campanile della chiesa di Sant’Agostino. L’edificio religioso era già stato gravemente danneggiato dal sisma che distrusse del paese del reatino. Ora la torre campanaria di Sant’Agostino, dopo le due scosse di stamane, è definitivamente crollata.

11:15 – Sindaco Ascoli: “Siamo allo stremo, venga esercito” – “Abbiamo bisogno che ci vengano ad aiutare, io da solo non ce la faccio. Ci sono centinaia di persone isolate e senza elettricità nelle frazioni. Sulle strade ci sono muri di neve e questa situazione va avanti da 48 ore: non ho più mezzi e siamo stremati”. Così il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, che ha chiesto l’intervento dell’esercito.

12:12 – Sindaco Arquata: “15 allevatori non rintracciabili” – “C’è preoccupazione per una quindicina di allevatori che erano andati a dare da mangiare al bestiame tra le frazioni di Spelonga e Colle di Arquata e non sono rintracciabili. Le famiglie mi hanno chiamato perché non riescono a contattarli, ho allertato i vigili del fuoco e la forestale, stanno tentando di aprire dei varchi per raggiungere quelle zone, ci sono fino a due metri di neve, la situazione è drammatica”. A dirlo il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci.

12:10 – Stesso sistema di faglie che si è attivato il 24 agosto – L’epicentro è stato localizzato nell’aquilano, generato dallo stesso sistema di faglie che si è attivato il 24 agosto e che ha colpito pesantemente anche il 30 ottobre. E’ quanto emerge dalle prime analisi degli esperti al lavoro nella sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica Vulcanologia (Ingv).

12:00 – Ricalcolata in 5,1 magnitudo prima scossa – E’ stata ricalcolata in 5,1 la magnitudo della prima scossa. Lo rende noto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) alla luce dei calcoli che di routine vengono fatti dopo le prime stime, date in automatico. Confermata per ora la magnitudo 5,4 del secondo sisma e la 5,3 del terzo.

11:30 – Terza forte scossa alle 11.26 – Una terza forte scossa di terremoto è stata avvertita in tutta l’Italia centrale alle ore 11.26.

11:27 – Metro Roma evacuata per precauzione – Alcune stazioni della metro di Roma sono state evacuate a scopo precauzionale dopo le scosse di terremoto avvertite anche a Roma. La precauzione riguarda sia la linea A che la linea B. Nella Capitale sono stati evacuati anche alcuni uffici, tra cui la sede di Repubblica. Le misure, a discrezione delle singole società, sono state prese in misura precauzionale e i dipendenti sono stati mandati a casa. A seguito della seconda scossa, gli alunni di alcune scuole sono stati mandati a casa.

11:20 – Scuole evacuate – Per precauzione sono state evacuate molte scuole nelle Marche, in Umbria e in Abruzzo, dove è stata fermata per precauzione la circolazione dei treni e sono state avviate verifiche sull’autostrada A24. La situazione e l’attività dei soccorsi sono complicate dal maltempo che ha flagellato con gelo e neve la zona colpita dal sisma, con difficoltà in particolare nella circolazione stradale.

11:15 – Sindaco Accumuli: “Stiamo messi proprio male” – “A parte qualche crollo nella zona rossa, che immagino ci sia stato, non mi segnalano particolari criticità. Stiamo tentando di raggiungere Accumoli ma c’è molta neve”, dice Stefano Petrucci, il sindaco di Accumoli. “Stiamo messi proprio male… sono in macchina, non ho sentito la scossa, ma mi hanno detto che è stata molto forte. Su ad Accumoli i telefoni non prendono e non riesco a contattare le persone che sono lì, i dipendenti degli uffici comunali, dell’Anci, i volontari e il vicesindaco”. “La Salaria è chiusa, c’è un metro di neve e su ad Accumoli sarà anche di più. Oggi – ha detto Petrucci – avevamo il consiglio comunale. Al momento non ho notizie di crolli, perché non riesco a contattare nessuno, ma nel caso saranno caduti edifici disabitati e già danneggiati”.

11:10 – Sindaco Arquata: “Situazione disastrosa” – “Quando stavamo per dimenticarcene, perché da una decina di giorni non sentivamo più niente ed eravamo concentrati sull’emergenza neve, ecco un’altra mazzata. La situazione è disastrosa”, commenta il sindaco di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), Aleandro Petrucci. “Ad Arquata non c’è più nessuno; ogni scossa cade qualcosa, poi con la neve e la pioggia ormai il paese è ridotto a un cumulo di macerie. Sicuramente ci saranno stati altri crolli. Se non il 100 per cento, di sicuro il 98 per cento delle case è ormai inagibile”.

11:00 – Amatrice: “Nessun danno solo piccoli crolli” – Nelle zone terremotate, nei comuni di Amatrice e Accumoli, si sono verificati alcuni crolli, come nel caso di un cornicione della Scuola Alberghiera di Amatrice che ha ceduto in seguito alla scossa. I Vigili del Fuoco stanno compiendo ulteriori verifiche ad Amatrice e Accumoli, rese complesse dalla presenza di molta neve.

10:50 – Treni fermi – Le Ferrovie dello Stato ha deciso lo stop dei treni, per verifiche, sulle tratte ferroviarie Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona (fino alle 17) e Sulmona-Avezzano (fino alle 19). Si stanno organizzando corse per autobus sostitutivi. A L’Aquila, dipendenti di molte aziende sono usciti temporaneamente, come previsto in questi casi, per consentire primi controlli. Per la neve che sta cadendo dalla notte, molti cittadini hanno preferito invece non lasciare le loro case. Gente in strada a Teramo.

10: 45 – Abruzzo: esonda il fiume Pescara – Dopo l’emergenza neve altro allarme a Pescara: il fiume Pescara ha iniziato a esondare alle 5 circa; le golene sono state chiuse già alle 4,30, quando si sono accesi i semafori segnalando la situazione di allarme. Il Comune fa sapere che si registrano problemi di allagamenti in tutto il territorio comunale. Sconsigliato l’uso dell’auto.

10:40 – Il fiume Saline rompe gli argini – Neve che si scioglie in zona collinare e pioggia battente in pianura hanno provocato a Montesilvano, in provincia di Pescara, l’esondazioni in alcuni punti del fiume Saline, sotto monitoraggio già dalle prime ore di stamani, dopo che il centro funzionale della Protezione Civile d’Abruzzo aveva dichiarato la fase di allarme. Al momento la situazione è sotto controllo come riferisce l’assessore comunale alla Protezione Civile Ottavio De Martinis.

10:35 – Neve Amatrice, stop energia diverse frazioni – Intanto sulle zone già flagellate dal terremoto la neve continua a cadere incessante. Una bufera si è abbattuta nella notte su Amatrice e le sue frazioni causando ulteriori disagi, in particolare agli allevatori e a chi ha scelto di non lasciare le zone terremotate. L’energia elettrica è mancata nelle frazioni di San Lorenzo, Colle Gentilesco, Santa Giusta e Bagnolo. Disagi sono segnalati anche da molti allevatori che da giorni si trovano a fare i conti con la neve e il gelo, sono molti infatti gli animali non ancora adeguatamente ricoverati nelle stalle.

10:30 – Sepolti da neve, primi animali morti – Con la nuova ondata di maltempo iniziano a morire gli animali sepolti dalla neve nelle zone terremotate, con il gelo che ha reso ancora più difficili le condizioni di vita per uomini e bestiame, anche a causa dei ritardi nella consegna delle strutture mobili. A denunciarlo è la Coldiretti Marche, con le prime segnalazioni di pecore morte a causa del freddo, mentre le stalle già lesionate dal sisma rischiano di cadere sotto il peso della neve travolgendo gli animali che non possono essere ospitati altrove. Dal Piceno al Maceratese, gli allevatori sono così costretti a tenere mucche e pecore all’aperto, in una situazione che nelle aree interne vede la neve ormai vicina al metro di altezza.
da: Redazione Tiscali e foto

Categorie: Attualità

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