Coldiretti: la Regione autorizzi gli agricoltori provvisti di licenza di caccia all’abbattimento dei cinghiali. Molinaro chiede al Presidente Oliverio di adottare la delibera della Lombardia.

La strada per contenere la presenza dei cinghiali, c’è! La presenza invasiva di questi animali – per Coldiretti – è un vero e proprio flagello per l’agricoltura, per l’incolumità e la sicurezza dei cittadini nonché serbatoio epidemiologico tanto è che la loro presenza costituisce un ostacolo all’eradicazione di alcune infezioni, quali la tubercolosi e brucellosi estremamente pericolose per gli allevamenti zootecnici e per la salute umana.
Alla luce di queste ormai accertate condizioni – Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria – propone e sollecita il presidente Oliverio, che analogamente a quanto già fatto dalla Regione Lombardia e replicato in altre regioni, che la Giunta Regionale adotti un provvedimento che autorizzi, per tutto l’anno l’abbattimento dei cinghiali da parte degli agricoltori, provvisti di regolare licenza di caccia.
Di fatto – continua – come risposta immediata all’emergenza, con la Delibera di Giunta si riconosce la possibilità ai proprietari e conduttori di terreni agricoli titolari di licenza di caccia l’autorizzazione annuale al prelievo venatorio del cinghiale per esercitare una facoltà di legittima difesa in presenza di minime condizioni che semplificano il precedente approccio burocratico.
I numeri – aggiunge – la dicono lunga sulla necessità di innalzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di contrasto poichè ormai è a repentaglio l’attività degli imprenditori agricoli che vivono un quotidiano stato di malessere che giorno per giorno cresce in misura esponenziale e la preoccupazione aumenta se si considera anche la capacità di adattamento dei cinghiali ai cambiamenti ambientali, dato che sono comparsi anche in aeree da cui risultavano assenti da anni e stanno mettendo a rischio la stessa presenza e il lavoro degli agricoltori.
E’ una situazione insostenibile e considerevoli sono i danni arrecati, che va affrontata “di petto, – conclude – poichè sta provocando l’abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali.
26.06.2017 Ufficio Stampa Coldiretti CalabriaIndietro

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28 maggio 2018 – Coldiretti: danni da cinghiali, ritardi ed inefficienze che continuano a pagare gli agricoltori . Molinaro: i dati (allarmanti) confermano le responsabilità ed i rischi per la salute umana
La gestione faunistico venatoria del cinghiale sul territorio regionale, allo scopo di raggiungere e mantenere nel territorio dei singoli Ambiti Territoriali di Caccia una presenza dei cinghiali compatibile con le esigenze di salvaguardia delle colture agricole e forestali continua ad avere forti criticità che scaricano sul reddito degli agricoltori. Anche i dati ufficiali, plasticamente confermano la presenza invasiva dei cinghiali, ma generano dubbi e perplessità anche relativamente ai rischi per la salute umana. I capi abbattuti in caccia collettiva nella stagione venatoria di riferimento 2013/14 ammontano a 13500 capi per il 2014/15 e 2015/16 gli abbattimenti sono similari. Incomprensibilmente però nella stagione 2016/17, quando la presenza dei cinghiali è in costante aumento, gli abbattimenti risultano pari a soli 6059 capi con 560 squadre (una media di 10,81 capi a squadra) che praticano la caccia al cinghiale su una superficie complessiva assegnata di circa 280.000mila ettari (500 ettari a squadra!!!). “E’ palese – commenta Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – che la riduzione del 55% di capi abbattuti nell’ultima stagione venatoria rispetto alle precedenti va in contrasto con l’aumentare dei danni agli agricoltori. Anche i dati dei servizi veterinari – continua – che hanno certificato che nel 2017, ci sono stati 92 cinghiali abbattuti e risultati positivi alla tubercolosi ordinandone la distruzione e nulla esclude anche ad altre epizozie, pongono interrogativi e forti preoccupazioni.”
Permangono per Coldiretti una serie di inadempimenti quali: ritardi nella revisione dei territori vocati al cinghiale, la stima non completa della popolazione della specie che insiste sui rispettivi territori attraverso i censimenti, i Piani di Contenimento in particolare nelle aree dei parchi che non ci sono, l’assegnazione dell’area alle squadre da parte delle ATC che non prevede la rotazione annuale obbligatoria ed altro. La certificazione di tutto questo dopotutto è riportato nelle stesse motivazioni del Decreto Dirigenziale n°2780 del 03/4/2018 che riporta testualmente: “Ritenuto necessario approvare il piano di selezione del cinghiale nella Regione Calabria in quanto negli ultimi anni si è assistito ad un notevole aumento della popolazione dell’ungulato che ha provocato degli squilibri notevoli nell’ecosistema agro-silvo-pastorale del territorio regionale, causando tensioni tra le diverse categorie sociali interessate, come i cacciatori e gli agricoltori”; ed ancora “Rilevato che tale emergenza sta provocando un aumento indiscriminato delle richieste di risarcimento danni da cinghiali soprattutto nelle zone non vocate alla specie, con una conseguente lievitazione delle spese di liquidazione dei danni che la Regione è tenuta a pagare, nonché per i pericoli di incolumità pubblica per la sicurezza degli operatori economici e della cittadinanza”. “Penso che non ci sia altro da aggiungere – conclude Molinaro – è ormai un quadro chiaro che continua a convalidare la necessità non rinviabile di un Piano Straordinario di abbattimento dei cinghiali coinvolgendo gli Enti Parco a partire prioritariamente da aree con criticità storiche quali quelle del catanzarese e vibonese”.
25.05.2017 Ufficio Stampa Coldiretti Calabria

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SOS cinghiali in Calabria, Coldiretti: Gli agricoltori non possono abbandonare i campi e chiudere le aziende
Molinaro: l’immobilismo della Regione di fatto ha determinato una calamità.
Non si può più attendere occorre un’azione decisa contro “il definitivo abbandono delle attività agricole da parte di molti agricoltori” lo continua a chiedere la Coldiretti alla Regione Calabria evidenziando una “insostenibile devastazione dei campi, con centinaia e centinaia di ettari di raccolti distrutti in diversi comuni della Calabria, dove i cinghiali sono ormai fuori controllo con una densità di animali per ettaro al di sopra del sopportabile dall’uomo e dalla natura e con enormi pericoli (i casi sono molti) per l’incolumità pubblica. Come se non bastasse, c’è anche il diffondersi della commercializzazione di carne in nero, priva di qualsiasi garanzia di carattere sanitario come testimoniano alcuni rapporti delle ASP che certificano casi di epizozie dannose per la salute umana e per gli allevamenti.
Questa crescita abnorme ha portato ad un sovrappopolamento di esemplari, che si sono dovuti allontanare dalle zone boschive alla ricerca di cibo, occupando anche centri abitati e creando enormi problemi anche alla biodiversità. Le inefficaci iniziative della Regione (poche, sporadiche e improvvisate) – dichiara Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – non hanno risolto il problema , anzi si è acuito sempre di più.
Il danno in atto è evidente – sottolinea -, come dimostrano per esempio 50 aziende della provincia di Vibo Valentia e Catanzaro, che costituitesi nel “Comitato per il contenimento del cinghiale e difesa del territorio” rischiano di essere prossime alla chiusura. Chiediamo perciò ancora alla Regione che è indispensabile intervenire in maniera risolutiva trattando l’argomento come una calamità, perché di questo si tratta! Bisogna farlo subito prima che sia troppo tardi attivando le cinque proposte che Coldiretti ha consegnato al Presidente Oliverio e più volte reiterate al Dipartimento Agricoltura.
La posta in gioco è alta: l’economia di intere aree e l’incolumità delle persone. Non è escluso che , permanendo l’immobilismo della Regione, la Coldiretti – annuncia Molinaro – farà una serie di iniziative sul territorio perché non ci stiamo a consegnare le chiavi delle aziende. Questo per noi è un fatto deplorevole!
14.04.2018 Ufficio Stampa Coldiretti Calabria


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