Caritas diocesana di Pozzuoli
Centro Studi per il Volontariato
Comunicato stampa del 18 novembre 2006
“Unire le forze, per dare speranza”
Il vescovo di Pozzuoli incontra gli operatori sociali e culturali
Oltre 150 rappresentanti del Terzo Settore ieri a confronto
Il Vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, in vista della chiusura del Sinodo diocesano, invita tutti gli operatori del volontariato, del non profit e del settore pubblico (scuola, comuni, asl) ad incontrarsi per “camminare insieme”: oltre 150 rappresentanti di organizzazioni sociali e culturali, delle parrocchie e del sindacato dell’area flegrea rispondono all’appello.
Dal Sinodo della Chiesa di Pozzuoli arriva un incoraggiamento ad unire le forze positive presenti nel territorio, per dare risposte ai tanti bisogni dei cittadini, puntando sui valori della legalità e della vivibilità. “Bisogna mettere insieme le forze, anche quelle lontane dalla Chiesa – evidenzia monsignor Pascarella – mettendo da parte l’individualismo. Siamo tutti coinvolti e tutti responsabili ad iniziare dalle istituzioni politiche ad ogni singolo cittadino. Il valore della cittadinanza va riscoperto, vissuto. Al di là delle emergenze è nella fatica del quotidiano che si costruisce un mondo più a misura d’uomo. Solo così possiamo dare speranza concreta al nostro territorio”.
All’incontro, che si è svolto venerdì pomeriggio nell’Auditorium del Seminario Maggiore di Pozzuoli, hanno partecipato monsignor Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra, e Giancamillo Trani, della Delegazione Caritas Campania. Il giornalista Salvatore Manna ha moderato i lavori, che sono stati introdotti dal direttore della Caritas diocesana di Pozzuoli, don Fernando Carannante.
Nell’occasione sono stati illustrati i dati del Dossier Immigrazione e del Dossier regionale sulle povertà della Caritas, e il direttore del Centro Studi per il Volontariato, dottor Carlo Lettieri, ha presentato la nuova veste grafica del giornale diocesano “Segni dei tempi”.
Da monsignor Riboldi l’invito a cambiare stile di vita, a “sporcarsi le mani” parlando della sua esperienza pastorale ad Acerra. “Bisogna capire le ragioni per cui uno è povero – dice il vescovo emerito di Acerra – bisogna capire perché si è violenti. Bisogna arrivare alle famiglie, parlare alla gente: aprire il cuore all’ascolto”. E poi: “Non è vero che Napoli sia una fogna. Queste parole significano mortificare la bellezza di tante realtà. Quando girate il mondo, Napoli significa bontà. Certo non è tutto facile. Si può dire che a Napoli c’è troppo egoismo, paura, rassegnazione. Ma dobbiamo agire con la certezza che l’impegno, la buona volontà di tutti, insieme, faranno prevalere il bene sul male. E’ possibile.. almeno per chi crede e s’impegna”.
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