Cous Cous Festival
San Vito Lo Capo

Culla di antiche tradizioni, la Trinacria, da sempre luogo ideale d’incontro di diverse culture, ospita nella splendida San Vito Lo Capo, la cittadina sulla costa tirrenica in provincia di Trapani, dal 23 al 28 settembre, l’undicesima edizione del Cous Cous Festival, una manifestazione che unisce in sé suggestioni del palato, i colori e i suoni del Mediterraneo.

Nel week end precedente, sempre a San Vito, dal 19 al 21 settembre, “Tempu ri capuna”, un appuntamento di fine estate per riscoprire storie e leggende legate alla pesca e al mare.

La location, prima dello sviluppo turistico, era un borgo di pescatori nella baia di capo San Vito e la punta di Sòlano, tra le riserve naturali di Monte Cofano e dello Zingaro, all’estremità della penisola che chiude a ponente il golfo di Castellammare.

L’International Cous Cous Competition che richiama, nella cittadina balneare con la sabbia corallina, migliaia di aficionado, vedrà impegnati qualificati cuochi provenienti dai Paesi dove il Cous Cous regna sovrano e novelli gastronomi che dovranno esibirsi nella difficile arte di preparare la squisita pietanza portata dalle nostre parti dagli arabi, poco prima dell’anno Mille.

L’evento di quest’anno, “piatto della pace” ha il merito di riunire intorno ad un tavolo israeliani, palestinesi, cristiani e musulmani.
Per la prima volta, saranno chiamati a cimentarsi tra pentole e fornelli anche i giornalisti, presenti alla rassegna e giudicati dagli chef delle delegazioni dei Paesi partecipanti alla gara ufficiale e da una giuria popolare.

In gara otto paesi: Costa d’Avorio, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal, Tunisia e Francia.

Ogni sera, saranno presentati vari tipi di piatti: Cous Cous dal mondo; La casa del Cous Cous di San Vito; La casa del Cous Cous trapanese; Dolcemente Sicilia; Cous Cous Live Show, il tutto annaffiato dal buon vino siculo. Previsti incontri con docenti universitari ed esperti sull’alimentazione.

Musica e concerti faranno da sottofondo al meeting di cucina, religione e folklore. Domenica la proclamazione della nazione vincitrice. L’anno scorso la palma d’oro fu assegnata all’Algeria con un piatto di cous cous di orzo biologico a base di carne di manzo e verdure, carote, fagiolini, zucchine, sedano, pomodori e ceci.

Nato come piatto povero, il couscous si può preparare anche con il pesce. La ricetta trapanese prevede, anguille, scorfani, dentici, cernie, mandorle e zafferano. Il cuscus o cous cous è un alimento tipico del Nordafrica e del Mediterraneo, costituito da granelli di semola cotti a vapore (del diametro di un millimetro dopo la cottura).
Il nome nordafricano di questo piatto è seksu in berbero e kuskusu in arabo magrebino…

In voga presso gli imazighen, il popolo delle montagne e delle valli del Nordafrica, il couscous si è diffuso in breve in tutto il mondo. Con i cereali che coltivavano, il frumento, ma soprattutto l’orzo, il miglio e il sorgo, i “berberi” preparavano “pappe” con acqua o latte e con la cottura a vapore ebbe un altro sviluppo, tanto da comparire nei resoconti dei viaggiatori nel Magreb.

Sempre più agguerriti i partecipanti ad una rassegna che ha ottenuto la menzione per l’originalità del progetto da parte della Confindustria, il successo riscosso alla Bit di Milano e un articolo in prima pagina su Le Monde.

Il corrispondente francese descrive l’atmosfera di “multiculturalità, integrazione e tolleranza, nel “lembo d’Africa in Sicilia”.

da: Mario Carillo [mcarill@tin.it]


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