PREMIO LETTERARIO PER AUTORI
Giugliano in Campania,28 giugno 2006,ore 18,00: Premio letterario Minerva “Letteratura dell’impegno” – I edizione.

MA PRIMA C’E’ LA
Conferenza stampa:lunedì 26 giugno 2006, ore 12.30, Gran Caffè Gambrinus, Napoli.
Lunedì 26 giugno 2006, alle ore 12.30, al Gran Caffè Gambrinus di Napoli (p.za Trieste e Trento) conferenza stampa di presentazione della prima edizione del Premio Minerva “Letteratura dell’impegno”.
Il Premio letterario, nato da un’idea dell’Associazione Minerva in collaborazione con la Regione Campania e con il Comune di Giugliano in Campania, vuole essere un’occasione per dare risalto a opere nuove di narrativa che abbiano valenza civile e che sappiano offrire una interpretazione della condizione politica, sociale e antropologica dell’Italia di ieri e di oggi.
Alla conferenza stampa saranno presenti:
Luisa Bossa, Presidente VI Commissione Istruzione e Cultura Regione Campania
Francesco Tagliatatela, Sindaco di Giugliano in Campania
Generoso Picone, Critico letterario e giornalista, presidente della Giuria tecnica del Premio Minerva
Bianca Granata Guadalupi, Presidente dell’Associazione Culturale Minerva.

I componenti la Giuria tecnica Francesco Costa, Diego De Silva, Antonio Pascale, Francesco Piccolo, Generoso Picone e Domenico Starnone hanno selezionato i tre scrittori finalisti: Giovanni Accardo, autore del romanzo Un anno di corsa (Sironi), Bruno Arpaia, autore del romanzo Il passato davanti a noi (Guanda), e Angelo Ferracuti autore di Le risorse umane (Feltrinelli).

La serata finale del Premio si svolge mercoledì 28 giugno a partire dalle ore 18 a Giugliano in Campania, presso l’Istituto italiano degli Studi Europei (Corso Campano, Palazzo Palumbo) con la partecipazione degli scrittori finalisti, della giuria, dei votanti e delle autorità.

In allegato, le schede e le copertine dei tre libri finalisti)
Per ulteriori informazioni, interviste, richiesta di accredito, invio di materiale fotografico è possibile contattare l’Ufficio Stampa, telefonando o inviando una mail a: Mary Attento 340.7676184 – Tel. +39 823 352368 fax +39 823 444875 – Tel. +39 81 7641316 fax +39 81 7649153 ufficiostampa@dslcomunicazione.com www.dslcomunicazione.com

I TRE LIBRI SELEZIONATI

– Giovanni Accardo “ Un anno di corsa”,pp. 276,€ 14,50 – Ed.Sironi
Chiunque abbia temuto per il proprio presente o per il proprio futuro, chiunque si sia svegliato nel cuore della notte per la paura di perdere il proprio miserabile lavoro, chiunque abbia sofferto di allucinazioni nella sala d’attesa di un’agenzia di lavoro interinale (vale a dire: proprio chiunque) potrà riconoscersi nel disperato, esagitato, ridicolo, perdente – e, tuttavia, misteriosamente irriducibile – protagonista di questa storia. Quest’uomo è un siciliano, vive al Nord, condivide un appartamento di 32 metri quadri con un coetaneo leghista; è laureato in lettere con 110 e lode, possiede una Cinquecento arrugginita con il clacson che suona ogni qualvolta si sterza a sinistra, e soffre di una quantità di mali perlopiù immaginari. Tanto il coinquilino appare seraficamente ammanicato e capace di galleggiare senza difficoltà, tanto il nostro uomo vive spaesato e insieme consumato dall’immane compito: trovare lavoro. Corre di qua e di là, e che lavori trova? Distributore di volantini pubblicitari, cameriere in un ristorante da matrimoni, procacciatore di clienti per un mobilificio, venditore porta a porta di aspirapolveri ad acqua, addetto allo strangolamento dei polli in una polleria…
Il fallimento rende l’uomo astioso, polemico, intrattabile, francamente paranoico: ha le visioni, teme che il soffitto della cucina in cui è ridotto a dormire si abbassi a soffocarlo, tiene sempre le mani in tasca per paura che gli si stacchino dal corpo e si trasformino in meduse o in pappagalli.
Un anno di corsa è il tragicomico rendiconto di come il precariato, l’incertezza del futuro, l’impossibilità di lavorare con soddisfazione, trasformino il corpo e la psiche delle persone.
GIOVANNI ACCARDO è nato in Sicilia nel 1962, ma vive a Bolzano, dove insegna materie letterarie in una scuola superiore. Insieme ad Antonella Cilento ha ideato, presso l’Università Popolare delle Alpi Dolomitiche di Bolzano (www.upad.it), la Scuola di scrittura creativa “Le Scimmie”, di cui è tutor e docente. Un anno di corsa è il suo primo romanzo.

– Bruno Arpaia” Il passato davanti a noi”,pp.512 – € 17.00, Ed.Guanda
Forse le passioni di un’epoca non possono davvero essere raccontate a un’altra. Eppure la voce che narra questa storia, una storia di ragazzi e ragazze che crescono negli anni Settanta in un paesino del Sud, ha il timbro forte, spericolato e consapevole, di chi non può più tacere. E il risultato è un romanzo italiano che affonda le mani nel “buco nero” di quel decennio senza paura di sporcarsele, senza celebrarlo né rinnegarlo, raccontando una generazione e un pezzo di storia dal di dentro, quasi in presa diretta, e allo stesso tempo in un serrato corpo a corpo con la memoria, propria e altrui. È una nitida voce corale, quella di Alberto Malinconico, di Angelo Malecore e dei loro amici. Per loro, il punto di svolta è l’11 settembre, quello del 1973, quando il telegiornale trasmette le immagini del golpe in Cile, che diventano un’ossessione. Come si fa a non esserne colpiti? Così, in quella stagione di lotte operaie, di austerità, di battaglie per la legge sul divorzio, tra le prime ragazze e le bravate con gli amici, matura la coscienza politica e la voglia di cambiare. E sono i volantini, i cortei, i concerti rock, le manifestazioni a Roma e a Bologna, gli scontri con la polizia, i viaggi in autostop a Londra, la liberazione sessuale. Finché la lotta armata e la repressione dello Stato non chiudono bruscamente il futuro verso il quale quei ragazzi credevano che la Storia li sospingesse. Visti da un paese in provincia di Napoli, quegli anni sono però anche gli anni della camorra, gli anni dei primi omicidi politici della malavita organizzata. Alberto e gli altri li hanno sotto gli occhi, ma a tutta prima non sanno decifrarli: guardano altrove, loro, guardano lontano, ai grandi movimenti della Storia… Così alla sconfitta politica si aggiunge anche il rimorso di non aver capito, di non aver saputo aiutare le vittime di quella violenza. Ma se sconfitta c’è stata, “non è chiaro chi abbia vinto davvero la partita” dice la voce verso il finale. “Perché quel ‘noi’ è rimasto, scava, lascia in giro detriti e sedimenti”. Perché quel passato non è definitivamente alle nostre spalle, e non la si fa finita con il tempo, mai.
BRUNO ARPAIA è nato nel 1957 a Ottaviano, in provincia di Napoli, e vive in Liguria. Giornalista, consulente editoriale e traduttore di letteratura spagnola e latinoamericana, ha pubblicato i romanzi I forestieri, Il futuro in punta di piedi, Tempo perso (Premio Hammett Italia 1997) e L’angelo della storia (Premio Selezione Campiello 2001, Premio Alassio Centolibri – Un autore per l’Europa 2001), questi ultimi due pubblicati da Guanda, presso cui è uscita anche una sua conversazione con Luis Sepúlveda, Raccontare, resistere.

– Angelo Ferracuti “ Le risorse umane” pp. 224 € 12,00 Ed.Feltrinelli
Che senso ha parlare di lavoro al tempo della fine del lavoro? Ce lo dice il romanzo-inchiesta di Angelo Ferracuti “Le risorse umane” , un tour nell’Italia dei vecchi e nuovi lavori, in un Italia che è cambiata e continua a cambiare, dando voce a figure professionali altrimenti ignote o banalizzate dai luoghi comuni. Si parla di morti, di mobbing, di competizione e anche di rivolta, di operai, manager e camionisti. Un quadro che ha i numeri per stimolare il voyeurismo sociale di lettori e giornalisti. Ma che non rinuncia mai all’intelligenza del mondo. Può sembrare temerario parlare di lavoro nell’epoca del precariato diffuso, dove quello a tempo indeterminato è una bestemmia dell’epoca. Cancellato dai media, trattato con fastidio e colpevole spirito servile da giornalisti e opinionisti, è il tema più rimosso di questi anni. In questo libro si parla dei morti di amianto nei cantieri navali di Monfalcone, dell’ultimo e autobiografico giro per le campagne di un portalettere marchigiano, di un manager milanese malato di cancro, un attore precario bolognese, o dell’eroicomica avventura di un violinista colpito da mobbing in orchestra; e poi di un maestro nichilista dell’Irpinia più inaccessibile e chiusa, un operaio metallurgico che vive da cinquant’anni a Oslo e scrive poesie, una comunità di ragazzi down nella città di Leopardi, il dopolavoro degli operai calzaturieri pakistani, di quelli cinesi e invisibili di Prato. Il cerchio si chiude con un viaggio in tir fatto con un camionista siciliano che attraversa gli asfalti italiani e racconta.
Queste sono le Risorse umane che mi interessano. Gli uomini, le persone, che messe insieme forse possono costituire anche una speranza se un minimo riuscissero ad avere coscienza di se stesse in un mondo che le vuole cancellare.
ANGELO FERRACUTI(Fermo 1960), ha pubblicato la raccolta di racconti Norvegia (Transeuropa 1993); i romanzi Nafta (Transeuropa 1997 e Guanda 2000); Attenti al cane (Guanda 1999); Un poco di buono (Rizzoli 2002); la raccolta di testi teatrali Non avere paura del buio (Editoria & Spettacolo 2004). Collabora con “diario della settimana”, “Gente Viaggi” e “Nuovi Argomenti”.


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