Radio1 Plot Machine con Masha Magarik.
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Letto da MARIA MAGARIK
La inseguiva da giorni, partiva proprio da lì, sotto la lingua, alla base della gengiva e si irradiava senza pietà verso il resto del corpo. Era partita in pullman, quattromila chilometri di strada, con quel dolore insistente tenuto a bada per mesi a forza di antibiotici presi a caso, che tanto in Italia le medicine le danno gratis, i dentisti no, i dentisti costano un occhio della testa e lei aveva pensato di tornare in Romania per rifarsi una bocca decente. Ma quando era arrivata, suo marito l’aveva accolta senza un sorriso, con la faccia sporca di calce davanti allo scheletro di quella casa per la quale stava consumando la sua gioventù, lontana dal suo paese dietro alle pazzie di quella vecchia che a novant’anni faceva 7000 analisi al mese e 2 consulti specialistici l’anno, per campare un giorno in più. Meglio così. Più a lungo durava la vecchia, più possibilità avrebbe avuto di ultimare la casa, la sua casa, e magari quell’uomo, avrebbe smesso di chiederle tutti i mesi lo stipendio per intero, fino all’ultimo centesimo, perché bisognava fare una stanza in più e un bagno al secondo piano e ampliare la veranda. E anche adesso che era appena tornata, lui era nervoso perché il preventivo era saltato e ci volevano ancora soldi e il coraggio di confessargli quel dolore, Vittoria non l’aveva avuto e dal dentista non c’era andata, neppure quella volta. Che vuoi farci? Bisognava finire la casa.
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MARIA TERESA SIVIERI – II classificata al Premio Letterario Città di Castello sezione saggistica
II classificato al Premio Letterario Città di Castello Maria Teresa Sivieri, Alfonso Ceccarelli. La tragica fine del falsario umbro, dispensatore di gloria e nobiltà.
Al centro del saggio la vita, la produzione e la tragica fine di un grande falsario umbro del XVI secolo: Alfonso Ceccarelli. Mai capace di accontentarsi di poco e mai soddisfatto dell’ottenuto, il Ceccarelli si spinse a imbrogliare, con opere basate su fonti del tutto inventate, molte nobili famiglie dell’epoca. Se non fu certo il primo falsario del suo tempo, fu sicuramente il più imprudente; l’unico ad essere condannato al patibolo.
Due parole della scrittrice.
Stando ai miei ricordi io ho sempre, fin dalle elementari, tenuto un diario, raccontavo i miei dispiaceri, i miei desideri e inventavo storie. Per me scrivere era un’esigenza, mi isolavo e scavavo dentro di me. Piangevo e ridevo. Diventata insegnante di lettere, fu un’occasione buona per approfondire argomenti e fatti storici che anche per me per la loro natura erano complicati, pertanto preparavo per i miei alunni approfondimenti, schede, riassunti, tesine per fissare meglio nozioni di storia e di letteratura. Dallo scrivere tutto ciò e dal desiderio di pubblicare sono passati diversi anni. Ma, sistemati casa, figli e famiglia e arrivata alla pensione ho cominciato a dare corpo alle mie ricerche storiche e ambientali affidandole a una casa editrice. Tutti i miei libri hanno questa impronta: storia e ambiente naturale.
Si diventa scrittori se ci si dedica con passione all’argomento scelto che ci sta particolarmente a cuore, ci si deve credere e quello che si scrive deve piacere e convincere innanzi tutto lo scrittore stesso. Inutile confidare in un giudizio altrui.
Io amo gli scrittori che non sono prolissi, che sono veloci, ma scorrevoli e incisivi e che trattano argomenti storici e biografie, ma con sensibilità e approfondimento psicologico.
Lo scrittore in assoluto che preferisco è l’austriaco Stefan Zweig.
Per me scrivere è un passatempo meraviglioso perché mi pare di arricchirmi, mi pare che la mia mente si allarghi e ne ricavo tanta soddisfazione.
L’autobiografia nei miei libri, in uno di più, in uno di meno, c’è eccome! Io credo che alcuni episodi della nostra vita entrino quasi inconsapevolmente e più o meno prepotentemente nelle pagine di tutti gli scrittori, non possiamo ignorarci.
Ai giovani che avvertono l’inclinazione allo scrivere, dico di leggere tanto, si impara lo stile e tanti piccoli trucchi.
Finora ho pubblicato dieci libri, due sono stati premiati a Città di Castello. Aver vinto a Città di Castello per me è stato un grande onore perché ho un’infinita fiducia nella competenza della giuria e nella serietà della casa editrice. Mi sono imbattuta nel personaggio di quest’ultimo libro, Alfonso Ceccarelli, quasi per caso, ma mi ha tanto affascinato perché è poliedrico, un grande falsario, ma una figura patetica, tormentato dalla sua fantasia ma incauto, ingordo perché intromettendosi negli affari della Chiesa e del papa del momento ci rimise la testa. In quei tempi non c’era da scherzare. Per confezionare la sua figura ho disturbato vari docenti universitari perché non potevo rimanere con dei dubbi. Per me scrivere confrontando vari testi è essenziale.
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TU PER TU CON BRUNO SACCO II CLASSIFICATO SEZIONE POESIA PREMIO LETTERARIO CITTA’ DI CASTELLO
II classificato: Bruno Sacco, Segreti .
Da quando ha iniziato a scrivere?
1) Mi risulta difficile individuare un tempo preciso. Ricordo che alla Scuola Media, evidentemente suggestionato dalla lettura dei poemi omerici, composi una sorta di maldestro poemetto in ottave intitolato Troilo. Siamo dunque intorno ai dodici-tredici anni (notte dei tempi…!).
Cosa significa per lei scrivere ?
2) La scrittura – come pure la lettura – non sono per me delle attività, ma delle realtà che sento connaturate al mio essere. Senza di esse probabilmente farei fatica a pensarmi come esistente.
Perchè ha scritto quel libro ?
3) E’ una raccolta di liriche. Ogni poesia ha, a mio giudizio, una duplice valenza: si pone come sufficiente a se stessa ma nel contempo si aggancia ad altre, passate o future, contribuendo a definire un percorso esistenziale. Mi
interessava dare una forma tangibile a quel percorso.
Cosa l’ha portato a diventare scrittore ?
4) Nulla in particolare. Forse solo il piacere di farlo: un piacere non solo spirituale e intellettuale, ma perfino fisico.
Chi è il suo scrittore di riferimento ?
5) Se parliamo di poesia, come credo, dico Guido Gozzano. Poeta originalissimo, ha inventato un nuovo linguaggio poetico, sussurrato, quasi suggerito all’orecchio, procedendo in punta di piedi, in un’epoca dominata dai reboanti fulgori dannunziani.
Corrente letteraria preferita ?
6) Nessuna in particolare. Sono i poeti a fare le correnti e non viceversa.
Romanzo preferito
7) Tra i classici, I Promessi Sposi per gl’italiani e Anna Karenina per la letteratura straniera. Tra i “moderni” amo gli iberici e ibero-americani (Zafòn, Perez Reverte, Coelho, Amado, Isabel Allende ecc.). Una lettura indimenticabile è stata per me Dona Flor e i suoi due mariti di Jorge Amado.
Cosa c’è di autobiografico in ciò che scrive?
8) La poesia lirica è sempre autobiografica, anche quando l’autore sembra non parlare di sé. Nella poesia si individua se stessi, e questo vale sia per l’autore sia per il fruitore.
Cosa consiglia a tutti i giovani che aspirano a diventare scrittori come Lei?
9) Leggere i grandi classici, tanto della prosa che della poesia. Oggi lo si fa sempre di meno. Molti si illudono di potersi improvvisare scrittori senza un retroterra culturale adeguato. I classici insegnano a non barare con il lettore.
Cosa vuol dire aver vinto il premio letterario città di castello?
10 – Era la mia prima partecipazione a una manifestazione di questo genere e non nego che è stata una grande soddisfazione. E’ un concorso importante, organizzato con serietà e competenza e gestito con trasparenza.
da: Daniela Lombardi Press Office [info@danielalombardi.it]
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