PONTIFICIO SANTUARIO DI POMPEI
Lo sguardo di Pompei verso Dio e verso gli uomini
Il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha presieduto la recita della Supplica nella città mariana, invasa da migliaia di pellegrini. Nell’omelia, esorta i credenti a saper guardare verso l’alto del cielo per ritrovare la speranza, ma anche a guardare verso il basso della terra per non restare indifferenti alla sofferenza dell’uomo.
Si è ripetuto questa mattina a Pompei l’appuntamento con “l’Ora del mondo”, così come definiva il Fondatore del Santuario, il Beato Bartolo Longo, il mezzogiorno dell’8 maggio. Nella giornata in cui la Chiesa universale celebra l’Ascensione di Gesù al cielo, migliaia di pellegrini hanno affollato il sagrato della Basilica mariana per invocare la Beata Vergine del Santo Rosario nella recita della Supplica, quest’anno guidata dal Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
Pompei ha invocato ancora una volta la “Sovrana del Cielo e della Terra”, chiedendole di rivolgere il suo “sguardo pietoso” su ogni uomo, sulle “famiglie, sull’Italia, sull’Europa, sul mondo”. Il Cardinale Ravasi, nell’omelia della celebrazione Eucaristica che ha preceduto la Supplica, si è soffermato proprio sulla parola “sguardo”, utilizzando l’immagine degli occhi. «Sono uno degli strumenti fondamentali per la nostra comunicazione oltre e dopo la parola. Sono più importanti per certi versi. Due innamorati autentici, quando hanno esaurito la scorta delle loro parole, magari ripetute, se sono innamorati davvero, si guardano negli occhi e tacciono. E quel linguaggio muto, silenzioso, è molto più intenso di quelle parole che prima si pronunciavano». Continuando a servirsi dell’immagine degli occhi, il Cardinale ne ha spiegato la duplice direzione: verso l’alto, cioè verso Dio, e verso il basso, cioè verso l’uomo. «Siamo invitati – ha spiegato – a rivolgere uno sguardo verso l’alto, verso l’infinito tutto. Questo sguardo rivolto oltre l’orizzonte concreto in cui siamo immersi c’insegna che il fiume della nostra vita, dopo aver percorso le varie anse, non ha un abisso di vuoto, un gorgo oscuro in cui si perde. Ha invece una mèta, una luce. (…). Quest’itinerario ha un oltre, che è nella luce, non è nella tenebra e nel vuoto». E da ciò che nasce la speranza dei credenti. «La parola che io vorrei lasciarvi e che voi cercate, direttamente o indirettamente, qui a Pompei è la parola speranza. (…). Un poeta francese diceva che la speranza ci conduce, prende per mano la fede e la carità e fa andare avanti, oltre le fatiche della vita. (…). Qui a Pompei tutti i pellegrini vengono per sentirsi dire quella parola, che avete sentito tante volte ed era cara anche a San Giovanni Paolo II: “non abbiate paura”, “non temete”. Pensate, nella Bibbia, questa parola risuona 365 volte. È un po’ come il buongiorno che Dio vi rivolge ogni mattina. Anche quando la mattina è tenebrosa e non è come questa giornata. Anche quando dentro di voi c’è la desolazione. Non abbiate paura. La speranza vi indica la mèta ultima che l’Ascensione di Cristo rappresenta». Il Cardinale Ravasi ha continuato a rivelare i sensi della parola “sguardo”, che può anche essere rivolto verso il basso, sulla strada, sulle pietre, sulla “polvere della terra”. «Diceva un poeta: guardate le pietre che sono sulla terra. Esse portano ancora le orme insanguinate del Cristo che sta passando per le nostre strade. (…)». Il pensiero del celebrante è ad esempio alle strade insanguinate della Siria, della città di Aleppo in particolare, che spiega di conoscere bene. «Ma tante volte, anche nella nostra terra il sangue è lasciato dalla violenza», ha detto ancora. «Lo sguardo verso il basso significa: ritornate ancora a guardare. Pensiamo in quante case, anche in questo momento, c’è per esempio la solitudine assoluta, il silenzio, il non avere più una persona che si ricordi di te, che ti dia uno squillo di telefono, che ti faccia una carezza. E c’è la separazione, la divisione, la lacerazione. O ci sono genitori che vivono nel terrore per i figli che hanno imboccato delle strade di perdizione, travolti dalla droga, dalla violenza, dalla disperazione o anche dall’impossibilità di trovare lavoro. Ecco perché l’invito del cristianesimo è un invito alla carne. Il Verbo si è fatto carne. È un invito ad entrare nella storia. C’è questa parola che viene ripetuta continuamente: siate testimoni della vostra speranza, della vostra fede. Vorrei ricordare in questo momento una frase di un giudice che è stato ucciso dalla mafia, Rosario Livatino, di cui è in corso la causa di beatificazione: “Non basta essere credenti, bisogna essere anche credibili”».
Proprio Pompei è casa di uno sguardo capace di guardare a Dio e, nel contempo, alla sofferenza dell’uomo. È uno sguardo coinvolto, partecipe, non indifferente. Nel saluto al Cardinale Ravasi, l’Arcivescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo ha ricordato che «accanto al tempio della fede, il nostro Fondatore, il Beato Bartolo Longo, volle realizzare anche il tempio della carità, quel complesso di opere sociali che, come una corona di rose, circondano il trono della Vergine per renderle lode e ringraziarla per aver scelto questa terra per spargere il suo amore”. Opere sociali che, nel segno del carisma del Beato, proseguono, con forme diverse, l’attività di servizio a favore dei bisognosi. «Sono attualmente operativi – ha proseguito il Prelato – due Centri Diurni per circa 200 ragazze e ragazzi dai 6 ai 18 anni; la “Casa Emanuel” per ragazze madri e donne sfuggite a situazioni di violenza familiare; il Consultorio Familiare; gli ambulatori materno e infantile per famiglie disagiate; il Centro di Aiuto alla Vita e Movimento per la Vita, una casa di riposo per anziane; un Centro per il recupero di ex tossicodipendenti. Ed anche un Centro, dove dal mese di aprile si accolgono donne migranti con i loro bambini. Il Centro per il Bambino e la Famiglia “Giovanni Paolo II” sorto all’interno delle ex-case operaie, ospita cinque Case Famiglia, che accolgono bambini, giovani donne con problemi, adolescenti, anziani, diversamente abili. Nella Casa del Pellegrino è in funzione la Mensa quotidiana per i Poveri.
Al termine della funzione religiosa, Monsignor Caputo ha annunciato che, pochi minuti prima, Papa Francesco, nel Regina Coeli, si era unito ai pellegrini della città mariana chiedendo ai fedeli in piazza San Pietro di entrare spiritualmente nel Cenacolo per attendere il dono dello Spirito Santo a Pentecoste «in comunione con i fedeli radunati al Santuario di Pompei per la tradizionale Supplica».
La Messa è stata concelebrata dall’Arcivescovo Monsignor Luigi Travaglino, Nunzio Apostolico emerito, e dall’Arcivescovo emerito di Aversa, Monsignor Mario Milano.
Tra le autorità presenti, il sindaco di Pompei, Ferdinando Uliano, l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Daniele Mancini, il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone.
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SUPPLICA ALLA BEATA VERGINE DEL SANTO ROSARIO DI POMPEI
Domenica 8 maggio 2016 SALUTO AL CARDINALE GIANFRANCO RAVASI
Eminenza Rev.ma,
è con gioia che l’accolgo qui a Pompei, nella Casa di Maria. Assieme a Lei, saluto calorosamente i confratelli Vescovi, i sacerdoti, i religiosi, le religiose, il nostro primo cittadino, l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede e le altre numerose distinte autorità civili e militari, e tutti i fedeli che, chiamati da Maria, non hanno voluto mancare all’appuntamento con la Supplica.
Accogliamo in Lei il maestro della fede, che spezza con sapienza il pane della Parola di Dio a beneficio di innumerevoli persone che si dissetano ai suoi scritti o La seguono attraverso i mezzi di comunicazione sociale. Personalmente, ricordo con emozione e gratitudine a Dio il 29 settembre del 2007, quando, in Vaticano, nella Basilica di San Pietro, Papa Benedetto XVI conferiva a Lei ed a me il dono dell’episcopato.In qualità di Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, Vostra Eminenza saprà apprezzare la bellezza del nostro Santuario, da poco riportato al suo originario splendore, grazie ad un sapiente e accurato lavoro di restauro. Centoquaranta anni fa, in questo giorno – era l’8 maggio del 1876 – il Vescovo di Nola benediceva la prima pietra dell’erigendo Santuario, che, da allora, ha accolto milioni e milioni di pellegrini attratti dalla Vergine del Santo Rosario.In questo Anno Santo straordinario della Misericordia, ogni giorno il Santuario è méta incessante di migliaia di pellegrini. È la Madre della Misericordia ad accoglierli e a condurli a Gesù, volto misericordioso del Padre.Ma, accanto al tempio della fede, il nostro Fondatore, il Beato Bartolo Longo, volle realizzare anche il tempio della carità, quel complesso di opere sociali che, come una corona di rose, circondano il trono della Vergine per renderle lode e ringraziarla per aver scelto questa terra per spargere il suo amore.
Sono attualmente operativi due Centri Diurni per circa 200 ragazze e ragazzi dai 6 ai 18 anni; la “Casa Emanuel” per ragazze madri e donne sfuggite a situazioni di violenza familiare; il Consultorio Familiare; gli ambulatori materno e infantile per famiglie disagiate; il Centro di Aiuto alla Vita e Movimento per la Vita, una casa di riposo per anziane; un Centro per il recupero di ex tossicodipendenti. Ed anche un Centro dove, dal mese di aprile, di accolgono donne migranti con i loro bambini. E poi il Centro per il Bambino e la Famiglia “Giovanni Paolo II” sorto all’interno delle ex-case operaie, ospita cinque Case Famiglia, che accolgono bambini, giovani donne con problemi, adolescenti, anziani, diversamente abili. Nella Casa del Pellegrino è in funzione la Mensa quotidiana per i Poveri.
Fede e carità, dunque, preghiere ed opere, ma sempre nel solco della devozione mariana, realizzata con la diffusione del Rosario. Fu proprio il desiderio di propagare questa preghiera mariana dal cuore cristologico che portò il nostro Beato a scrivere la Supplica, che reciteremo al termine della Santa Messa, da Lei presieduta.L’Avvocato Bartolo Longo compose questo testo in adesione filiale al magistero di Papa Leone XIII, che nel 1883 proponeva il Rosario come strumento per rispondere ai mali della società e della Chiesa, afflitta da “gravi calamità”.Anche oggi viviamo situazioni simili: pensiamo alla “terza guerra mondiale a pezzi”, secondo l’efficace definizione di Papa Francesco, ai cristiani perseguitati e uccisi in tante nazioni, alla libertà di fede messa a rischio.È necessario, quindi, pregare con maggiore intensità ed offrire con l’esempio una testimonianza coerente e credibile di vita cristiana.
Maria, Madre di Gesù e nostra, modello del credente, interceda per noi le grazie necessarie per giungere alla méta: Cristo Gesù, Salvatore nostro, che ci apprestiamo ad incontrare ora nella Santa Eucaristia, che Vostra Eminenza ha accettato di presiedere per noi.Benvenuto, Eminenza!
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UFFICIO PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI SUPPLICA DELL’8 MAGGIO 2016 NOTA PER LA STAMPA ACCREDITATA
I signori giornalisti, fotografi e video-operatori che vorranno partecipare alla celebrazione della santa Messa e della Supplica dell’8 maggio 2016, presiedute da S. Em. Rev.ma il Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, sono pregati di richiedere l’accredito alla mail rnp@santuario.it entro giovedì 5 maggio 2016, indicando nome, cognome, testata, qualifica, recapiti telefonici, e-mail. Gli accrediti potranno essere ritirati, venerdì 6 maggio 2016, dalle ore 10 alle ore 13, presso la redazione del Santuario, facendosi annunciare dalla portineria (lato Campanile).
I posti a sedere per i giornalisti sono alla sinistra del palco, settore diversamente abili. Si ricorda che durante la celebrazione è vietato salire sul palco della Messa, girare tra i fedeli. Gli stand up sono ammessi solo nell’area apposita, dietro le sedie del settore diversamente abili, come sarà indicato dal servizio d’ordine.
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Pompei. Per la Supplica alla Vergine del Rosario attesi migliaia di fedeli Domenica 8 maggio, il cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, presiederà il sacro rito che vedrà riuniti, nella città mariana, migliaia di devoti di Maria
Domenica 8 maggio, migliaia di fedeli si inginocchieranno nuovamente ai piedi della Vergine del Rosario di Pompei per recitare la Supplica.
Da ogni parte d’Italia e del mondo, i devoti di Maria si ritroveranno sul sagrato della Basilica mariana per ringraziare la Madonna e supplicarla di risollevare i loro animi dalle sofferenze e dai problemi di ogni giorno. I pellegrini pregheranno uniti, nell’“Ora del Mondo”, le 12 in punto, come vuole la tradizione fin dal 1883, quando, durante le festa di ottobre, fu recitata, per la prima volta, la preghiera composta del Beato Bartolo Longo.
Sarà il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra a presiedere il sacro rito che avrà inizio alle 10.40, con la celebrazione della santa Messa, e terminerà con la recita della Supplica. A concelebrare, l’Arcivescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, altri vescovi della Campania e il clero della diocesi mariana.
Il Cardinale Ravasi, nato a Merate, in provincia di Lecco, il 18 ottobre 1942, è stato ordinato sacerdote all’arcidiocesi di Milano il 28 giugno 1966. Dopo aver perfezionato gli studi biblici a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Biblico, ha insegnato esegesi dell’Antico Testamento nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e nei seminari della sua diocesi. Il 3 settembre 2007, Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo titolare di Villamagna di Proconsolare e Presidente del dicastero della Cultura e delle Commissioni per i Beni Culturali della Chiesa e di Archeologia Sacra. Il 29 settembre dello stesso anno, nella Basilica Vaticana, gli ha conferito la consacrazione episcopale. È autore di una vasta produzione letteraria, circa centocinquanta volumi, di argomento biblico e scientifico. È membro della Congregazione per l’Educazione Cattolica e dei Pontifici Consigli per il Dialogo Interreligioso e per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
In preparazione alla Supplica, tanti saranno i momenti di preghiera e le celebrazioni in Basilica. Dal 2 maggio è ricominciato il tradizionale “Buongiorno a Maria”. Venerdì 6 maggio, alle 18, ci sarà una speciale Discesa del Quadro, in occasione del 77° anniversario della Dedicazione della Basilica. Seguirà, alle 19, la santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Caputo. Sabato 7, alle 20, inizierà la Veglia Mariana che culminerà con la celebrazione eucaristica delle 24, presieduta sempre dal Pastore della Chiesa di Pompei. Alle 1.30, riprenderà la Veglia che accompagnerà i fedeli fino all’alba del giorno della Supplica.
La santa Messa e la Supplica saranno trasmesse in diretta, a partire dalle 10.30, da NapoliCanale21, l’emittente campana che da oltre venticinque anni segue le celebrazioni del Santuario, e da Tv2000, l’emittente dei cattolici italiani, quest’ultima visibile sul Canale 28 del digitale terrestre, 18 di TivùSat e 140 di Sky. Sarà possibile seguire le dirette anche sul sito www.tv2000.it.
Info: Ufficio Comunicazioni Sociali 339 7717026 – 081 85 77 494 rnp@santuario.it
da: Marida Damora [marida.damora@santuario.it]
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