AGLI SCAVI DAL 26 MARZO A 26 GIUGNO (ANSA) – NAPOLI, 3 MAR – Parte a Pompei il progetto ‘De Gustibus’: si presenta, infatti, domani a Roma l’iniziativa con la quale la Soprintendenza Archeologica aprira’, dal 26 marzo al 26 giugno, per la prima volta al pubblico i giardini e gli orti degli Scavi legati all’iniziativa. Un itinerario del verde tra le coltivazioni, i fiori e le piante aromatiche utilizzate per cucinare, per curarsi e per arricchire la tavola di duemila anni
fa. L’iniziativa nasce dalle indagini archeologiche e botaniche condotte dal Laboratorio di Ricerche applicate della Soprintendenza di Pompei, e coinvolgera’ fino al 26 giugno visitatori ed esperti con la degustazione di antichi sapori e la possibilita’ di apprendere i segreti dell’antica cucina romana. Negli orti a ridosso dell’Anfiteatro verranno presentate le diverse tipologie di utilizzazione: dalla coltivazione degli ortaggi, alla viticoltura, dalla frutticoltura alle piante utili in farmacia e in profumeria sino alle piante coronarie, con una particolare attenzione a quelle specie oggi ritenute selvatiche e che nell’antichita’ erano comunemente coltivate. Una mostra didattica allestita in uno dei giardini aggiornera’ i visitatori sulle ultime ricerche svolte a proposito del ruolo delle piante nella cucina degli antichi Pompeiani. Sara’ cosi’ possibile apprendere le modalita’ della cottura e della conservazione dei cibi della Pompei antica e acquistare gli ingredienti base per la realizzazione di ricette molto semplici che daranno un’idea dei differenti sapori che l’uso di ingredienti dolci e salati e di erbe aromatiche e spezie, diversamente combinati, determinava. La ricerca sulle varieta’ di frutta e ortaggi coltivati a Pompei nel 79 d. C., realizzata mettendo a confronto dati archeologici, iconografici, letterari e di laboratorio ha permesso di individuare non solo un grande numero di specie utilizzate, ma anche le diverse varieta’ che talora costituivano vanto delle produzioni agricole locali come la cipolla e il cavolo pompeiano o come le albicocche, ancora oggi un tipico prodotto vesuviano. Durante “De Gustibus” si terra’ anche una giornata di Studi sulle biodiversita’ e la valorizzazione delle tradizioni agricole locali, organizzata in collaborazione con Slow Food. Il programma di “De Gustibus” in dettaglio, la descrizione delle tipologie di giardini e di orti, le iniziative dedicate al pubblico e i dati scientifici raccolti dalla Soprintendenza
saranno illustrati in una conferenza stampa che si terra’ a Roma, presso il complesso monumentale dell’ex Chiesa di Santa Marta, domani alle 12. Interverranno il direttore generale del MBAC, Antonia Pasqua Recchia, il direttore generale beni archeologici, Anna Maria Reggiani, ed il Soprintendente archeologo di Pompei, Pietro Giovanni Guzzo. Il 24 marzo anteprima del percorso riservata alla stampa, alle 12 presso la Casina dell’Aquila degli Scavi”Il vino e’ arte? A volte.
Sicuramente e’ sempre storia. E’ da questa convinzione che nasce Calici d’arte – sottolinea un comunicato – un omaggio alla grande storia del vino della Campania in quattro siti di eccezionale importanza monumentale, il Museo Archeologico e Capodimonte a Napoli, il Museo di Paestum e la Reggia di Caserta”.Sabato e domenica prossimi, infatti, dalle 11 alle 16, nell’ambito delle Giornate gratuite Campania-ArteCard, i cinquanta vignaioli del Movimento Turismo del Vino della
Campania, in collaborazione con il Se.Sirca-Assessorato all’Agricoltura della Regione, “offriranno al pubblico dei quattro musei i grandi vini del territorio”. Sono previste degustazioni gratuite – con il servizio affidato ai sommelier dell’Ais – di vini famosi nel mondo, dal Falerno al Lacryma
Christi, dal Taurasi al Greco di Tufo che “nascono – si rileva nella nota – da uve straordinarie e autoctone che sono la ricchezza del vigneto-Campania, nel quale si contano tre docg e 17 doc. E dove si coltivano vitigni unici come l’aglianico, il greco, il fiano, la falanghina, il piedirosso, la biancolella, la forastera, il casavecchia, il pallagrello, la ginestra, la pepella, lo sciascinoso, la coda di volpe, l’asprinio”.“Grandi uve per vini ricchi di personalita’ – conclude la nota
tutti diversi fra loro, tradizionali ma anche estremi, sempre interpretati con rigore e creativita””


0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *