AGRICOLTURA: IL 15 GIUGNO A NAPOLI, GIORNATA DEL POMODORO CAMPANO
(AGE) ROMA – Non ci saranno più dubbi nell’acquisto della passata di pomodoro. Dal 15 giugno infatti entrerà in vigore la nuova disciplina che stabilisce l’indicazione dell’origine della vera passata che, dal 6 ottobre 2005, come previsto dal D.M. 23.09.05, deve infatti essere prodotta esclusivamente con pomodoro fresco e non con concentrato diluito con acqua. Il Decreto 23.09.05 aveva stabilito inoltre il valore del residuo ottico rifrattometrico, che dovrà essere compreso, per la vera passata, tra 5 e 12 gradi Brix ( il residuo ottico è importante perché, se elevato, sta ad indicare l’impiego di pomodori maturi e con un buon contenuto zuccherino, se basso, premia i prodotti scadenti) e i limiti del conteggio Howard, cioè la conta delle muffe presenti, considerato che il pomodoro può subire un inizio di leggero ammuffimento sia sul campo sia dopo la raccolta, soprattutto se tenuto immagazzinato troppo a lungo prima della lavorazione. Buone notizie dunque per il consumatore italiano che a partire dalla metà di giugno potrà, solo facendo attenzione alla denominazione, acquistare una pummarola autentica, senza più cadere nel rischio di comprare prodotti ottenuti da una diversa lavorazione del pomodoro o, ancora peggio, di acquistare passata di pomodoro spacciata per italiana ma ottenuta con pomodori esteri. Lo annuncia il rappresentante della Direzione Generale della Qualità del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, Rosario Lopa, per l’avvio ufficiale del decreto interministeriale che impone l’indicazione sull’etichetta della passata di pomodoro dell’origine della coltivazione. Nella giornata di oggi – prosegue Lopa – tutte le confezioni di passata di pomodoro dovranno obbligatoriamente indicare zona effettiva e nazionalità della coltivazione. In questo modo si potrà scongiurare definitivamente il rischio che vengano spacciati per passata di pomodoro italiana” prodotti provenienti da altri paesi, in particolare dalla Cina o dal altri grandi Stati produttori. Credo – afferma l’esponente del Mipaf – che si tratti di un grande passo avanti per la tutela dei consumatori e per il valore della produzione agricola campana e italiana, Importanti saranno le iniziative per la comunicazione per far conoscere ai cittadini la nuova norma, come quella della Coldiretti che questa mattina in Piazza Trieste e Trento, alla presenza del Presidente Provinciale, Imparato, del Direttore, De Simone e del Presidente Regionale, Amendolara, ha promosso una ricca serie di eventi per richiamare l’attenzione dei consumatori sulle nuove norme sull’etichettatura di origine obbligatoria della passata con la pizza in collaborazione con l’Associazione Verace Pizza di Antonio Pace . E’ un altro passo avanti – conclude Lopa – sulla strada dell’obbligatorietà in etichetta dell’origine di coltivazione dei prodotti agroalimentari che vedranno il monitoraggio e controllo degli organismi preposti del Mipaaf. (AGE)
Data: 14/06/06 13:05
Autore: AUR

POMODORO: DA DOMANI OBBLIGATORIO INDICARNE LA PROVENIENZA
Pietro Micillo (Confagricoltura): “Anche in Campania la vendita in ripresa, ora bisogna puntare valorizzare il prodotto”
14 giugno 2006 – Da domani 15 giugno scatta la disposizione che prevede l’obbligo di specificare nelle confezioni di passata di pomodoro la provenienza della materia prima che è stata utilizzata.
“Si tratta – commenta Pietro Micillo, presidente regionale di Confagricoltura – di uno strumento con il quale si potrà valorizzare la produzione nazionale e fornire al consumatore delle puntuali informazioni per orientare in maniera più consapevole le scelte di acquisto.”
L’Italia è il più importante Paese produttore di pomodoro nell’ambito dell’Unione europea incidendo per quasi il 25% sull’offerta complessiva. Mentre, per quanto riguarda il segmento del prodotto trasformato, l’Italia occupa la prima posizione con il 60% del mercato. Un importante ruolo su questi numeri viene giocato proprio dalla Campania. Il settore dei derivati del pomodoro ha subito profonde trasformazioni in questi ultimi anni, per effetto dell’apertura dei mercati internazionali e per la presenza di nuovi ed agguerriti protagonisti.
La gamma di prodotto sul mercato campano è aumentata in maniera considerevole, informa Confagricoltura Campania, sia per quanto riguarda la provenienza che il riferimento alle tipologie di prodotto.
“Il legislatore italiano ha voluto prendere atto dei cambiamenti intervenuti, – sottolinea Micillo – per questo ha emanato un provvedimento che va nel senso della chiarezza e della trasparenza e che consente alla filiera nazionale di poter disporre di un efficace strumento di marketing per la commercializzazione della propria produzione.
“Il settore dei derivati del pomodoro – conclude Micillo – ha registrato una favorevole evoluzione negli ultimi anni a livello europeo. Dal 2000 al 2005 c’è stato un aumento di circa il 10% del consumo delle passate di pomodoro e del 20% per i condimenti per la pasta. Si tratta di un trend favorevole che l’Italia e la Campania dovrebbero sfruttare adeguatamente, anche per rilanciare il settore che da qualche anno ha subito una inattesa battuta di arresto.”
Per comunicazioni: Michele M. Ippolito – 3403008340
michele.ippolito@fastwebnet.it

MADE IN ITALY: COLDIRETTI, «92% CONSUMATORI PREFERISCE PASSATA POMODORO ITALIANO
(AGE) ROMA – “Oltre nove italiani su dieci (92 per cento) vogliono acquistare passate ottenute solo con pomodoro italiano ed ora potranno farlo grazie alle nuove norme sull’obbligo di indicare in etichetta della provenienza sul milione di confezioni vendute al giorno”. E’ quanto afferma la Coldiretti che ha organizzato in tutta Italia, a partire da Piazza Montecitorio a Roma, la “Giornata nazionale del pomodoro italiano” per ricordare che “dal 15 giugno è finalmente possibile riconoscere la vera passata italiana grazie all’entrata in vigore dell’obbligo di indicare, secondo quanto previsto del decreto interministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.57 del 9 marzo 2006”. Sulla base dei risultati dell’ “Indagine Gruppo ricerche Demoskopea” realizzata per conto di Conserve Italia è facile dunque prevedere – sottolinea la Coldiretti – un’ importante spinta ai consumi stimabile pari al 6 per cento, al pari di quanto è già avvenuto per il latte fresco a distanza di un anno esatto dall’obbligo di indicare sulle confezioni la zona di allevamento o mungitura. La passata – sottolinea la Coldiretti – è presente sulle tavole di due famiglie su tre ed è il piu’ diffuso dei derivati del pomodoro che sono il condimento maggiormente acquistato dagli italiani che, secondo i dati Ismea Ac Nielsen, spendono per i consumi casalinghi ben 442 milioni di euro per acquistare ben 545 mila tonnellate di pomodori in scatola o in bottiglia. Ogni famiglia – precisa la Coldiretti – durante l’anno acquista ben 31 kg di pomodori trasformati e, a essere preferiti, sono stati nell’ordine i pelati (14 Kg), le passate (11 Kg), le polpe o pomodoro a pezzi (5 Kg) e per ultimo i concentrati e gli altri derivati (1 Kg). L’attenzione dei consumatori nei confronti dell’etichetta trasparente per la passata di pomodoro è giustificata dalle preoccupazioni su frodi, truffe e imbrogli che possono nascondersi dietro una delle componenti fondamentali della dieta mediterranea alla quale conferisce importanti proprietà salutari grazie alla funzione antiossidante. Una produzione nazionale di eccellenza che – precisa la Coldiretti – è minacciata dal falso made in Italy dalla Cina che nel 2005 ha esportato in Italia ben cento milioni di chili di concentrato nel 2005 destinato a essere “confuso” con quello italiano mentre crescono del 20 per cento gli arrivi dalla Spagna che ha spedito in Italia ben 13,6 milioni di chili di derivati del pomodoro. Un “inganno” che non sarà piu’ possibile poiché – sottolinea la Coldiretti – il nuovo provvedimento entrato in vigore stabilisce infatti che sulle etichette venga obbligatoriamente indicata “la zona di coltivazione del pomodoro fresco utilizzato” anche se i prodotti etichettati precedentemente al 15 giugno possono essere venduti fino al 31 dicembre 2007. Su un totale di oltre un milione di confezioni vendute al giorno (370 milioni all’anno), la grande maggioranza delle aziende, consapevole del valore aggiunto della trasparenza, ha garantito da subito – continua la Coldiretti – la possibilità ai consumatori di riconoscere la passata prodotta esclusivamente da pomodoro italiano, grazie alle nuove etichette e all’utilizzo di speciali bollini (“100% italiano”, “solo pomodoro italiano”, o “tutto pomodoro italiano”). Un impegno sostenuto dalla raccolta di un milione di firme da parte della Coldiretti alla quale hanno aderito associazioni dei consumatori, ambientalisti, gastronomi, nutrizionisti, rappresentanti delle Istituzioni a tutti i livelli che, nelle decine di appuntamenti in tutta Italia, si sono messi al lavoro insieme agli imprenditori agricoli per preparare la vera passata di pomodoro che sarà abbinata: a Roma in piazza Montecitorio con gli spaghetti, a Milano con il risotto, con le orecchiette, a Torino con la bruschetta, a Napoli con la pizza, a Campofilone (AP) con i tipici maccheroncini ma anche a Parma dove è stato aperto l’ufficio sicurezza alimentare della Coldiretti presso l’Autorità Alimentare Europea (EFSA). Il settore del pomodoro da industria in Italia, che è il secondo produttore mondiale dopo gli Usa, riguarda mediamente 75.000 ettari di superficie coltivata da 8.500 aziende agricole, per una produzione superiore a 5 milioni di tonnellate trasformate da oltre 180 industrie. Il prodotto viene destinato alle seguenti utilizzazioni: 35% pelato intero, 33% triturato/polpa, 15% passata/succo/salse preparate, 13% concentrato e per il 4% altri prodotti. Nel 2005 – conclude la Coldiretti – le esportazioni nazionali di derivati del pomodoro sono state pari a 1,43 miliardi di euro pressoché stabili rispetto all’anno precedente e dirette per 888 milioni verso i 25 paesi dell’Unione e per oltre 546 milioni da quelli extra UE. (AGE)
Data: 14/06/06 09:18
Autore: AUR

INFLAZIONE: CIA, «AGRICOLTURA FRENA CORSA DEL CARO VITA»
(AGE) ROMA – L’agricoltura italiana continua a frenare la corsa del “caro-vita”. I prezzi praticati sui campi, anche nello scorso mese di maggio, hanno fatto registrare un ulteriore calo rispetto al mese precedente dello 0,5 per cento, mentre proprio a causa del caro-petrolio e degli aumenti delle tariffe dei servizi e dei trasporti sono cresciuti i costi, già elevati, per le imprese agricole. A sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori, la quale, commentando i dati Istat sull’inflazione (stabile al 2,2 per cento), ricorda che il settore agricolo, nonostante con una pesante crisi strutturale confermata dai conti economici del primo trimestre 2006, evidenzia ancora una volta il suo contributo di contenimento del trend inflazionistico. D’altronde, il dato di maggio relativo ai prezzi all’origine dei prodotti agricoli -sostiene la Cia- non è un episodio isolato, ma rispecchia una tendenza consolidata che ormai si protrae da tempo. Nei primi cinque mesi dell’anno il calo è stato, infatti, dello 0,4 per cento. Non solo. Durante il 2005 i prezzi agricoli alla produzione hanno avuto una flessione pari del 4,6 per cento. Sono stati i prodotti delle coltivazioni (meno 6,2 per cento) a mettere a segno il calo più significativo. Per i prodotti zootecnici la contrazione è stata, invece, più contenuta, con la sola eccezione per il pollame che a causa della psicosi da influenza aviara ha visto una diminuzione vicina al 10 per cento, che nel corso dei primi mesi del 2006 è arrivata anche al 30 per cento. L’andamento dei prezzi sui campi mette in mostra -afferma la Cia- una situazione molto difficile che gli ultimi dati relativi al Prodotto interno lordo confermano in maniera inequivocabile. Il valore aggiunto del settore nel primo trimestre di quest’anno, rispetto all’analogo periodo del 2005, ha avuto un crollo del 3,5 per cento, mentre nei confronti del quarto trimestre dello scorso anno si è avuto un calo record del 6,1 per cento. Dati che alimentano le preoccupazioni dei produttori agricoli che -conclude la Cia- vengono da un 2005 tutto in discesa: calo produttivo del 3,5 per cento, valore aggiunto in flessione del 2,2 per cento e i redditi in diminuzione del 10,4 per cento. (AGE)
Data: 14/06/06 12:37
Autore: AUR


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