Protostoria campana: 1500 anni prima di Cristo, c’è una città su palafitte che è situata in una zona che 3500 anni dopo si chiamerà Poggiomarino. L’hanno scoperta per caso, e ora la soprintendenza di Pompei ha investito 2,5 milioni di euro per tirare a secco il villaggio preistorico per renderlo godibile ai visitatori. Una scoperta eccezionale, che va ad aggiungersi ai tanti siti archeologici della regione, ma che è senz’altro il più vecchio ed anche il più importante, perché ci parla del nostro passato più remoto e fornisce una fotografia di come vivevano i nostri antenati. In 1600 mq. di scavo nella località detta Longola, e a soli 4 metri di profondità, si sono trovati reperti per mezzo milione di pezzi in ceramica, 80mila fossili di animali, tre canoe scavate in un tronco unico, ruote di legno, manufatti in ferro, bronzo, pasta di vetro, ambra, piombo, ossa e corna lavorate artigianalmente. In più si è scoperto che la popolazione del tempo viveva su isolotti con una capanna ciascuno, tutte su palafitte di quercia, compattate con terriccio e comunicanti tra loro attraverso una fitta rete di canali navigabili, ben drenati (quindi con una manutenzione di prim’ordine). Pare che fosse un importante porto fluviale sul fiume Sarno, ora più tristemente noto come il fiume più inquinato d’Italia. Ma non sarebbe giusto omettere che c’è un grosso cantiere che sta provvedendo a bonificare lo storico e vetusto fiume. (Nota di Gianpaolo Necco, inviato alle Arga)
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