Terzo appuntamento con la rassegna “inverno teatrale” al Piccolo Teatro casertano di via Ruggiero. Infatti per questo fine settimana, sabato ore 20,30 e domenica ore 19,30, è previsto lo spettacolo dal titolo “STATIONARIA” presentato dalla compagnia ICHOS ZOE TEATRO. Dalle note di regia Salvatore Mattiello afferma:” Ho attinto a piene mani e con cuore sempre commosso da Cirenaica di Ermanno Cavazzoni e da Vinicio Capossela. Mentre scrivevo ascoltavo la Banda Ionica, mi emozionava più di tutto credo il senso profondamente popolare della loro musica, quello stesso senso tragicamente e irrimediabilmente scomparso dalle nostre vite di adesso. Ad un certo punto della stesura uno degli acini decide di fare il viaggio che lo porterà dal basso all’alto mondo e decide di farlo sulle note di Bardamù che è una canzone di Capossela ma che è anche -e io ancora non lo sapevo- il nome del protagonista del Viaggio al termine della notte di Celine, bellissimo libro che stavo leggendo e che sicuramente era stato letto da Capossela e da Cavazzoni. E’ venuto da sé poi che il Viaggio entrasse nel testo teatrale su cui stavo lavorando. Succede spesso che i personaggi della letteratura lascino le pagine su cui sono stampati e s’incontrino così casualmente nelle letture di qualcuno e si parlino, è bellissimo per me, quando accade che quel qualcuno risulti essere io. Quasi un miracolo! A volte ai personaggi non basta questo, sono talmente potenti che riescono ad uscire dal mondo della letteratura e a costruirsi una vita propria nel mondo reale, partecipano con noi alla vita e agli eventi di tutti i giorni e mutano, mutano il loro carattere i pensieri le idee le fattezze i sogni, e questo sì che è un vero miracolo! Penso a Don Chisciotte più di tutti, poi ad Amleto Ulisse. Don Gesualdo. Pinocchio e ai molti altri che ci sono. E ai molti che verranno con le nuove letterature. Infine i treni, ci sono moltissimo in questo lavoro, ci sono intanto perché ci sono nel libro di Cavazzoni e nelle canzoni di Capossela e poi ci sono perché ci sono nella mia vita. Guidarli è il mio mestiere, ciò con cui vivo. Pare che nelle sale stiano proiettando frammenti di pellicola dimenticati di Fellini con i quali sembra volesse chiudere 8 e Vs: un lentissimo treno di fantasmi silenziosamente diretto verso un luogo sconosciuto. A me piace pensare che quel treno sia transitato in questo testo teatrale e transiterà nella sua messinscena, forse per questo due acini indosseranno ad un certo punto delle bellissime sciarpe rosse, e a proposito di quei mondi letterari che si incontrano, qualche anno dopo 8% Fellini girerà “La voce della luna” tratto dal Poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni. Con questo è veramente tutto! E che non se ne parli più! I treni quaggiù arrivano da soli e senza preavviso, per sbaglio. A volte due o tre in una sola giornata, a volte per mesi neanche uno. Sono fantasmi. Treni non riportati negli orari ufficiali di nessuna ferrovia. Dimenticati ad un segnale rosso dai macchinisti distratti dal buon odore di femmina che a volte si sente col naso nell’aria: scia di umori gocciolanti dalle mutandine sul selciato come schiuma di lumaca che attacca. Quaggiù la questione sessuale è sempre aperta, spalancata sebbene la sporcizia e il cattivo odore degli aliti e dette secrezioni. Il treno lì al segnale rosso sta fermo per un tempo indefinito. Poi la corrente elettrica finisce. Il segnale rosso si spegne, così i fanali e tutte le luci delle carrozze, i compressori smettono di pompare aria, i freni si allentano e il buio convoglio nel buio assoluto si muove più lento del passo di un uomo lungo l’impercettibile discesa c’è. Silenziosi e muti arrivano quaggiù nel basso mondo. C’è la strada e c’è il deragliamento, inevitabile quantunque”. In scena ci saranno: Teresa Addeo, Ilaraia Basile, Giovanna Caliendo, Giorgia ell’Aversano, Ciro di Matteo, Giuseppe Giannelli, Massimo capaccio, Gino Protano, Gennaro Sasso, Federico Testa, Peppe Zino. I costumi sono di Giovanna Caliendo, le scenografie di Ciro di Matteo e Peppe Zinno, le luci e i suoni di Pino Ecuba, la grafica di Rosario Spagnolo, il treno è di Tonino la Torre. Testo e regia di Salvatore Mattiello.
CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE
UFFICIO STAMPA PICCOLO TEATRO CTS
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